di Daniele Mantucci*
Troviamo a dir poco sconcertante la soddisfazione nei giorni scorsi espressa da esponenti del centro-sinistra, a vari livelli istituzionali, per la tempestività e l’efficienza con cui si starebbe fronteggiando il gravissimo inquinamento delle falde idriche emerso in larga parte dell’area urbana di Foligno e nell’acquifero artesiano di Cannara. Già il 13 maggio 2011, la consigliera del PDL Valentina Gualdoni, con il sostegno di tutti i gruppi d’opposizione, aveva presentato al Consiglio Comunale di Foligno una mozione urgente in cui si evidenziava la pericolosità del fenomeno e si invitava l’Amministrazione ad adottare un piano dettagliato di interventi. Come puntualmente segnalato dalla Dottoressa Gualdoni, l’Istituto Superiore di Sanità, con specifico riferimento a tale emergenza ambientale, aveva rilevato che: “i superamenti dei valori di sicurezza e specificatamente per il tetracloroetilene in diverse circostanze e per il benzene in un solo campionamento, evidenziano una situazione di non conformità tale da rendere l’acqua non idonea per il consumo umano e che la non idoneità delle acque è da estendere, nella fattispecie, anche all’uso irriguo, dal momento che le sostanze contaminanti possono essere assorbite sia dalle radici di specie vegetali ed arboree sia dalle foglie delle piante a seguito della volatilizzazione delle sostanze nell’atmosfera”. Il Department and Human Service (DHHS) americano ha da tempo chiarito che il tetracloroetilene può essere “ragionevolmente prevedibile come cancerogeno”, mentre il National Institute for Occupational Safety and Health raccomanda che i tetracloroetilene sia gestito come un potenziale cancerogeno.
Come è noto, il tetracloroetilene non è presente naturalmente nell’ambiente ma è un tipico indicatore di contaminazione industriale e può provocare inquinamenti di lunga durata. Al fine di scongiurare ulteriori gravissimi pericoli per la salute dei cittadini la Dottoressa Gualdoni chiedeva che l’Ammininistrazione Comunale si impegnasse formalmente alle seguenti e immediate iniziative: 1. costituzione di apposita commissione, costituita da uguale numero di consiglieri di maggioranza e di minoranza e supportata da tecnici specializzati, con l’intento di approfondire e verificare le possibili cause dell’inquinamento; 2. censimento di tutti i pozzi idrici presenti nell’area contaminata; 3. censimento delle attività artigianali ed industriali, sia dismesse sia in essere,potenzialmente contaminanti; 4. attivazione, con eventuale supporto della Provincia di Perugia, di specifici controlli ambientali presso tutte le aziende potenzialmente contaminanti; 5. esecuzione, con il supporto dell’ ARPA di un costante monitoraggio analitico delle acque dei pozzi, sia pubblici che privati, presenti nell’area; 6. predisposizione, in collaborazione con l’Università di Perugia o altro Istituto specializzato, di un piano di lavoro con lo specifico scopo di conoscere: – la natura delle matrici ambientali coinvolte; – il possibile fulcro di contaminazione; – le aree già sicuramente interessate e quelle soggette, anche per ragioni limitrofe, a possibile contaminazione; 7. coinvolgimento dell’Assessorato alla Sanità della regione Umbria finalizzato alla determinazione dell’eventuale rischio sanitario della popolazione esposta; 8. effettuazione di indagini specifiche da parte dell’ASL competente per territorio, al fine di valutare possibili rischi legati ad esempio all’utilizzo di alimenti di origine animale o vegetale provenienti dalla zona contaminata; 9. redazione di una pubblicazione destinata ai cittadini allo scopo di divulgare maggiori informazioni sulla problematica.
Un proposta seria, puntuale e documentata, quella formulata da Valentina Gualdoni: ma la mozione fu arrogantemente bocciata dalla maggioranza di centro-sinistra, con la motivazione che la situazione era già sotto controllo. Ora, a distanza di quasi un anno, apprendiamo che la situazione è ancora più grave e che i provvedimenti a suo tempo proposti dalla Dottoressa Gualdoni vengono disorganicamente richiesti da gruppi di centro-sinistra, come hanno fatto i socialisti al consiglio provinciale. Meglio tardi che mai, certamente. Meglio ancora, però, sarebbe stato un maggior senso di responsabilità da parte di tutti di fronte ad una emergenza ambientale senza precedenti nella nostra “verde Umbria”.
*Coordinatore dei gruppi Cambiare Foligno, Popolo della Libertà e Rinnovamento al Consiglio Comunale di Foligno.