Prosegue in Commissione Programmazione l’analisi preliminare degli atti che preparano il bilancio di previsione del Comune di Città di Castello. Nella riunione precedente erano stati annunciati sgravi per 55 mila euro sulla Tari per i nuovi residenti del centro storico e le attività commerciali, ieri (lunedì 18 marzo) è stato invece annunciato dall’assessore alle Finanze Michele Bettarelli un intervento sull’addizionale comunale Irpef, che estende ad altri 2200 contribuenti l’area di esenzione totale, che ora interessa 12mila contribuenti, e porta l’aliquota allo 0,8% per tutti gli altri.
La manovra produrrà un gettito di circa 780mila euro, inciderà sulla metà dei contribuenti tifernati con un aumento tra 45 e 75 euro dell’Irpef. I maggiori introiti saranno destinati al mantenimento di tutti i servizi esistenti, ad un piano straordinario di asfaltature per 1 milione e 800 mila euro in tre anni (il triplo rispetto alla spesa standard) e al Fondo per i crediti di dubbia esigibilità in attesa di operazioni di recupero, specie sulla Tari, non ancora terminate.
Bettarelli ha detto che “Il Comune di Città di Castello è quello che offre più servizi rispetto ai Comuni vicini. Questi servizi hanno un costo. La scelta è diminuire i servizi o aumentare le entrate. Siamo uno dei Comuni con l’addizionale Irpef più bassa e le soglie di esenzione più alta e la proposta della Giunta è estendere la no tax area da 13mila a 15mila euro di reddito, la più alta dell’Umbria”.
L’Irpef è l’unica imposta che tocchiamo, le altre sono tutte ferme, compresi i servizi a domanda individuale come mense, asili, trasporti scolastici e impianti sportivi
Sassolini (FI): “Gli aumenti sono così drammatici che si giustificano solo con un bilancio in pre-dissesto e colpiscono il ceto medio”. Lignani Marchesani (Fd’I): “Il nodo critico non è l’aumento allo 0,8 delle ultime fasce ma che non ci sia più nessuna progressività. La manovra colpirà tutti quelli che guadagnano tra 15mila e 30mila euro per i quali ci sarà un aumento di circa 50 euro. Chi ha redditi sopra i 50mila pagherà solo 7-8 euro in più. Il Comune ha scelto la platea più ampia: il ceto medio-basso. Capisco le esigenze di cassa ma riduciamo l’impatto su chi guadagna poco”. Pescari (Pd), ha detto di condividere le perplessità di Lignani: “I contribuenti tifernati sono circa 29mila, gli esenti con la manovra salgono a 14mila: uno su due pagherà l’aumento. Lo scalino è su chi abbiamo cercato di tutelare maggiormente”.
Procelli (La Sinistra): “Io sono nemico della tassa piatta. Ma qui parliamo di 50 euro l’anno. Il dramma è lo 0,8 anche per le fasce più alte di reddito”. Arcaleni (Castello Cambia): “Questa manovra redistribuisce sul ceto medio e viene da una maggioranza di Centrosinistra. La fascia medio-bassa è più ampia e garantisce un gettito maggiore”. Morini (Tiferno Insieme), si è detto d’accordo sulle critiche “alla mancanza di progressività. L’aumento della no tax area è poca cosa. Rilancio il fattore famiglia. Non possiamo continuare a ragionare solo sulla persona. Una famiglia monoreddito di 20 mila euro pagherà con la vostra manovra 192 euro di Irpef. Una famiglia con due redditi a 15 mila euro paga zero”.
Morani (Psi): “La prima cosa è lotta all’evasione. Abbiamo studiato una manovra più indolore possibile”. Minciotti (Pd): “La manovra si pone per mantenere gli stessi servizi, fermo restando che i trasferimenti statali sono diminuiti. C’è il nuovo contratto del personale a cui fare fronte e in bilancio importanti investimenti”. Tavernelli (Pd): “Il Comune ha autonomia finanziaria, tra i primi a fare il bilancio sperimentale, autofinanziamo tutti i servizi e li manteniamo, ci sono investimenti su infrastrutture, strade, scuole, illuminazione, i servizi a domanda individuale non sono aumentati”.
La Commissione tornerà a riunirsi martedì 26 marzo in vista del consiglio di giovedì 28 marzo, quando verrà depositato il bilancio e verranno esaminati i regolamenti dei tributi per il 2019.