Categorie: Ultim'ora Italia

Manovra, ok finale dopo Natale: da pensioni a rimborsi per ministri non eletti, le novità

(Adnkronos) – Dalla mini-Ires per chi investe e assume al bonus elettrodomestici, dall’anticipo pensionistico con la previdenza complementare ai rimborsi dei ministri non parlamentari. Sono alcune delle novità previste nella manovra 2025, sulla base degli emendamenti approvati in commissione Bilancio alla Camera nel mezzo di votazioni andate avanti a intermittenza per tensioni sulla proposta di rialzo degli stipendi dei ministri, poi stoppata e riformulata con un ben più blando rimborso.  

L’esame si è concluso doop le 23.30 e la commissione ha conferito il mandato ai relatori Ylenja Lucaselli (Fdi), Mauro D’Attis (Fi), Silvana Comaroli (Lega) e Francesco Saverio Romano (Noi moderati). Per oggi alle 10 è prevista la capigruppo di Montecitorio che stabilirà i tempi di approdo del testo in aula. Ne consegue che il via libera definitivo in Senato con alta probabilità arrivi tra Natale e Capodanno.  

 

 Arriva l’Ires premiale. La commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera, votando gli emendamenti a rilento e per parti separate, alla norma che prevede un taglio dell’imposta di 4 punti, dal 24% al 20% per le imprese che investono e assumono. L’aliquota ridotta si applica in presenza di precise condizioni: una quota non inferiore all’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 va accantonata ad apposita riserva e che un ammontare non inferiore al 30% degli utili accantonati nel 2024 e non inferiore al 24% nel 2023 vada a investimenti che non devono, in ogni caso, essere inferiori a 20.000 euro. Le aziende dovranno anche aumentare gli occupati a tempo indeterminato di almeno l’1% e non devono aver fatto ricorso alla cassa integrazione nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo.  

 

Bonus per l’acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento del vecchio. Una proposta approvata stanzia una dotazione di 50 milioni per la misura, fino ad esaurimento delle risorse. Il contributo dovrà essere non superiore al 30% del costo dell’elettrodomestico e comunque di un massimo di 100 euro, elevato fino a 200 euro per le famiglie con Isee entro 25.000.  

 

Un altro emendamento approvato prevede la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e quella complementare. 

 

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato la riformulazione dell’emendamento alla manovra che vieta i compensi da incarichi extra-Ue per parlamentari, presidenti di Regione e Provincia e membri del governo, e che prevede un rimborso per le spese di trasferta per i ministri non parlamentari e non residenti a Roma. Nel nuovo testo della cosiddetta norma ‘anti-Renzi’ ricompare la stretta – prevista anche nella versione originaria presentata da FdI – sui membri del governo. Gli esponenti dell’esecutivo tornano, insieme a presidenti di Regione e Province e parlamentari italiani (eletti al Parlamento nazionale e anche a Bruxelles) nella ‘lista’ di cariche che non possono accettare, durante il mandato, incarichi che comportino un compenso da paesi extra-Ue, ma per loro si prevede un’ulteriore specifica. I membri del governo sono infatti esclusi dalla possibilità, prevista invece per i parlamentari, di poter ottenere un’autorizzazione che li esenti dal divieto (fino ad un tetto massimo di 100mila euro l’anno di compenso), sancendo di fatto uno stop assoluto. In caso di violazione, il compenso percepito dovrà essere versato, entro trenta giorni dall’erogazione, all’entrata del bilancio dello Stato per la successiva riassegnazione al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. 

 

Via libera in commissione Bilancio al nuovo testo della norma della ‘discordia’ sugli stipendi dei ministri non eletti. I rimborsi delle spese di trasferta per ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma riguarderanno solo il tragitto da e per il domicilio/residenza. Non passa quindi l’equiparazione dei compensi tra ministri parlamentari e si prevede solo il diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni. Per questo, è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Fondo con una dotazione di 500.000 euro annui dal 2025. 

 

Dietrofront sulla stretta fiscale su Bitcoin e simili. In base ad un emendamento approvato in commissione Bilancio l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi delle criptovalute resta al 26 % nel 2025 e sale al 33% nel 2026, contro il rialzo al 42% inizialmente indicato nello schema del governo.  

 

La web tax torna ad essere applicata solo alle grandi società. In base ad un’altra modifica approvata la web tax sarà pagata dalle imprese che realizzano ricavi da servizi digitali, ovunque realizzati, non inferiori a 750 mln l’anno. Nella versione iniziale della legge di Bilancio del governo si prevedeva invece l’estensione della web tax alle pmi.  

 

Via libera all’unanimità dalla commissione Bilancio della Camera a un emendamento riformulato, a firma Boschi, Del Barba e Gadda di Italia Viva, che incrementa di un milione di euro dal 2025 il Fondo del reddito di libertà per garantire l’indipendenza economica e l’emancipazione delle donne vittime di violenza. Per le coperture si attinge dal fondo per l’esigenze indifferibili. 

 

Nuovi fondi al Ponte sullo Stretto. La Commissione bilancio della Camera ha approvato la riformulazione di un emendamento della Lega alla manovra che incrementa di circa 1,4 miliardi, rispetto agli 11,6 miliardi della scorsa finanziaria, le risorse complessive per l’opera fino al 2032. La cifra tuttavia è inferiore di circa 3 miliardi se confrontata con quella inizialmente prevista nel testo originario della proposta di modifica, a prima firma del deputato del Carroccio Riccardo Molinari. 

 

Disco verde sulla stretta sulle consulenze esterne della Rai a partire dal 2025. La Commissione bilancio alla Camera ha approvato l’emendamento alla manovra presentato dai relatori. Secondo il testo, i costi per le consulenze esterne il prossimo anno non potranno superare quelli sostenuti nel 2023. Per il 2026 invece Rai dovrà ridurli del 2% rispetto alla media del triennio 2021-2023 e per il 2027 del 4%. Ulteriori risparmi sono previsti sui costi esterni negli anni 2026 e 2027 in misura pari 2% rispetto al 2024. 

 

Via libera alla modifica alla manovra che dimezza le proroghe alle concessioni elettriche da 40 a 20 anni. La riformulazione dell’emendamento al ddl bilancio è stato approvato dalla Commissione Bilancio. Il Mase, sentita l’Arera e il Mef, valuta i piani straordinari di investimento e in caso di esito positivo della valutazione li approva, portando così alla rimodulazione delle concessioni in essere. Inoltre, su iniziativa del Pd, le eventuali maggiori entrate saranno destinate alla riduzione dei costi energetici delle utenze domestiche e non domestiche “previa compatibilità con gli obiettivi di finanza pubblica”, si specifica nel testo. 

 

Aumentano da 20 milioni di euro a 50 milioni nel 2025 le risorse per il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, per essere destinate alla quota spettante alla Presidenza del Consiglio dei ministri ai fini della integrale copertura degli oneri derivanti da disposizioni legislative. L’emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera che introduce la norma è quello a firma Marco Grimaldi (Avs), depositato prima del subemendamento dei relatori che è stato ritirato proprio perché, per regolamento di Montecitorio, non è possibile subemendare un emendamento se esiste già un testo uguale depositato in anticipo. 

Salta l’obbligatorietà dei revisori del Mef negli organi di controllo delle società, enti e organismi e fondazioni che ricevono contributi dallo Stato. Vengono però previste strette sulle verifiche in quelle realtà nelle quali sono già presenti i collegi di revisione e sindacali e che ricevono “contributi significativi”, la cui entità di questi ultimi sarà stabilita entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Lo prevede un emendamento riformulato alla manovra, approvato in commissione Bilancio della Camera. Nel testo originario della legge di bilancio, l’entità “significativa” del contributo era stata valutata in 100mila euro, cifra soppressa dall’emendamento.