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Manovra finanziaria, il Consiglio comunale di Marsciano contro alcune scelte del Governo

Si svolgerà giovedì 8 settembre a partire dalle ore 17.00 presso la sala A. Capitini del Municipio l’incontro voluto dall’Amministrazione comunale sulla nuova manovra correttiva varata dal Governo e in discussione in questi giorni al Senato. Questa iniziativa si rivolge alle forze attive del mondo politico, istituzionale, economico e della società civile del territorio. Un incontro per approfondire, attraverso un confronto a più voci, le scelte di merito compiute nella manovra e valutare l’impatto che, al momento, tali provvedimenti avrebbero sul bilancio del Comune di Marsciano.

Intanto è stato approvato dal Consiglio comunale del 30 agosto 2011 un Ordine del Giorno nel quale viene definita una netta presa di posizione su questa manovra finanziaria correttiva, cosiddetta Manovra bis. Nel documento viene ribadito il ruolo centrale del Comune per la salvaguardia del sistema del welfare locale e per la promozione di misure di sostegno al reddito delle famiglie meno abbienti. Viene inoltre sottolineato il ruolo dei Comuni quali fondamentali strumenti per rilanciare la ripresa economica del Paese e avanzare nella lotta all’evasione fiscale.

Partendo da queste valutazioni, come si evince dal testo del documento approvato, il Consiglio comunale ritiene che:
• la manovra approvata dal Consiglio dei Ministri sia ingiusta perché carica ancora una volta addosso ai Comuni un peso sproporzionato, senza riconoscere i risultati oggettivi raggiunti da questo comparto e senza correggere gli errori della legislazione vigente che hanno prodotto una diminuzione drastica della spesa per investimenti ed un abbattimento dei livelli di autonomia chiaramente incostituzionale;
• sia inaccettabile che si definiscano ulteriori tagli (1,7 miliardi per i Comuni nel 2012) che vanno ad assommarsi a quelli previsti dal decreto 78 dello scorso anno e dalla recente manovra del luglio scorso. Un taglio che per il nostro comune raggiunge l'enorme cifra di 1,2 milioni di euro mettendo a serio rischio la rete del welfare locale e dei servizi alle famiglie, penalizzando in particolare il ceto medio e le famiglie meno abbienti;
• le forti penalizzazioni incidono in misura maggiore proprio verso quegli Enti locali come il Comune di Marsciano che hanno già attuato comportamenti virtuosi. Marsciano, ad esempio, a livello di struttura amministrativa interna presenta uno dei migliori dati nazionali di rapporto dipendenti/residenti. Tutto ciò, comunque, organizzando e gestendo una rete di servizi alla comunità di elevato livello con punte di eccellenza su alcuni elementi strategici: raccolta differenziata, nidi, servizi scolastici, attività di volontariato (come testimoniato anche dalla recente indagine del Sole 24H sul livello di Benessere Interno lordo) e affrontando in modo efficace emergenze imprevedibili quale quella del sisma del 2009 che ha visto il Comune di Marsciano e la propria struttura organizzativa e associativa in prima fila unitamente al resto del sistema istituzionale umbro e nazionale;
• sull’Ente locale si scaricano anche gli effetti dei tagli sulle risorse umane ed economiche di altri servizi dello Stato centrale. È il caso, ad esempio, del sistema scolastico verso il quale il Comune di Marsciano è sempre intervenuto per favorire il superamento delle molteplici difficoltà in cui versa;
• sono dieci anni che tutte le manovre sono centrate principalmente su tagli alle risorse di Regioni, Province e Comuni. Siamo arrivati al di sotto della soglia minima per continuare a erogare servizi fondamentali ai cittadini. In questo modo si seppellisce ogni forma di federalismo e autonomia. Si scarica sui comuni la possibilità di aumentare le tasse e si ipotizza l’anticipo dell’Imu, l’imposta municipale unica, al 2012 ma contestualmente si tagliano i trasferimenti per una cifra molto superiore a quanto i comuni potranno incassare con queste due misure;
• i Comuni italiani, all’interno dei comparti che compongono la pubblica amministrazione, siano gli enti più efficienti perché hanno migliorato i saldi di finanza pubblica in modo sensibile (3 miliardi di euro) e perché hanno offerto ai cittadini e alle famiglie un sostegno sociale in un momento di forte disagio, aumentando la spesa sociale e razionalizzando la spesa improduttiva;
• la manovra bis risulta viziata da una forte iniquità sociale perché pagano quelli che lo hanno sempre fatto e cioè Enti locali, lavoratori dipendenti e ceto medio. Non solo non si toccano i tanti privilegi diffusi ma soprattutto non si colpiscono coloro che non hanno pagato mai, a partire dai grandi evasori;
• che all’interno della manovra non c’è alcuna risorsa per le misure utili alla crescita e allo sviluppo;
• è oramai evidente che il patto di stabilità, per come è concepito, ha prodotto finora una depressione degli investimenti del 20%, a cui si aggiungerà ora una ulteriore riduzione del 15%. Il risanamento del Paese, è cosa acclarata, non si può fare con questo patto di stabilità. Il debito pubblico del nostro paese è generato per il 95 per cento dalle amministrazioni centrali: si cominci a guardare in quella direzione;
• il comparto dei Comuni è il pilastro più importante all’interno della Repubblica, capace di sostenere la crescita sia per i valori assoluti di spesa in conto capitale, sia per la qualità della stessa (grandi opere e piccole infrastrutture), sia infine per quanto concerne la distribuzione territoriale e capillare della spesa che interessa piccole e grandi imprese.

Nel quadro di questa analisi il Consiglio comunale ha inoltre espresso condivisione e apprezzamento per la decisione della Giunta di non aumentare l’addizionale dell’energia elettrica per l’anno corrente, facoltà introdotta da questo governo lo scorso mese di giugno. Un aumento di addizionale che avrebbe favorito un maggior introito per le casse del Comune di circa 220.000 Euro, gravando a carico di ogni famiglia per circa 38 euro l’anno. Una decisione assunta sulla base della corretta programmazione dell’Ente rispetto al bilancio 2011 e sulla volontà di non aderire all’impostazione di chi vuole scaricare sui Comuni il ruolo di “gabelliere dello Stato” che tradisce il dettato dell’art.114 della Costituzione che proclama il pari ruolo istituzionale di Comuni, Province, Regioni e Stato.

Nella sua parte finale l’Ordine del Giorno approvato impegna la Giunta a:
• promuovere e partecipare ad ogni iniziativa utile a richiamare la massima attenzione dell’opinione pubblica, delle Istituzioni, dei Partiti e delle Organizzazioni sociali e economiche del nostro Paese, sulla pesante e grave situazione economico-finanziaria, ma anche istituzionale in cui versano tutti i Comuni italiani;
• inviare una decisa comunicazione ai Presidenti di Senato e Camera e per conoscenza al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, garante dell’Unità della Nazione, nella quale si inviti ad adoperarsi ciascuno per il proprio ruolo affinché la legge di conversione del decreto legge 138/2011 c.d. Manovra bis sia profondamente e radicalmente rivista almeno nell'impianto relativo agli enti locali ed alla loro strategica funzione.