La manovra che questo governo si appresta ad approvare per ordine del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e della Banca d'Italia mira direttamente alla vita delle persone, ai diritti dei lavoratori ed al futuro dei precari e dei giovani. Si impone agli Enti Locali di svendere tutto il patrimonio pubblico rimasto con la scusa di fare cassa per arricchire ulteriormente le multinazionali e le varie nicchie locali composte dagli amici degli amici.
La crisi viene usata come pretesto per imporre politiche neoliberiste e contro il lavoro, la si utilizza per l'eliminazione dello statuto dei lavoratori e del contratto nazionale di lavoro, per attaccare i salari ed i diritti conquistati con le lotte dal movimento operaio. Inoltre, ignorando completamente la volontà popolare espressa con i referendum della primavera scorsa, si va verso la privatizzazione di acqua, rifiuti, trasporti, scuola e università, sanità e assistenza sociale.
La crisi andrebbe pagata da chi l'ha provocata: banchieri, speculatori, evasori, possessori di grandi ricchezze, imprenditori che privatizzano i profitti e socializzano le perdite.
Vogliamo: l´immediata cessazione delle guerre incostituzionali ed il blocco delle spese militari, unaa patrimoniale sulle ricchezze e tassazione della speculazione finanziaria, una vera lotta contro l´evasione, la riduzione dell´orario di lavoro a parità di salario, lo sblocco dei contratti di lavoro, l’istituzione del reddito sociale, la regolarizzazione generalizzata dei migranti, la fine della precarietà ed il diritto al lavoro stabile.
Il governo dell´Umbria è già in linea con quello nazionale. Con una nuova riforma istituzionale, mascherata da efficienza, si appresta a riorganizzare la gestione di acqua, gas, rifiuti e sanità con pesanti tariffe, nuovi ticket e grandi opere (inceneritori, autostrada, ecc.) che favoriranno i profitti delle multinazionali già presenti sul territorio (Acea, Suez, Caltagirone, Cerroni) a discapito dei redditi delle famiglie.
Anche sulla scuola e sull'Università umbra si abbatte la mannaia della controriforma Gelmini che taglia docenti ed ATA, cerca di imporre logiche aziendali al sapere e alla ricerca e riduce la scuola dell'obbligo ad un sorteggio e incentiva le classi ''pollaio''.
Contro la manovra economica più pesante per i ceti popolari dal dopoguerra, contro la concertazione, contro l’accordo interconfederale del 28 giugno scorso tra la Confindustria e Cgil – Cisl – Uil, che di fatto cancella il contratto nazionale e la democrazia in fabbrica.
In Umbria, aderiscono e promuovono lo sciopero Cobas e singoli cittadini. L'appuntamento è a Perugia alle 10 in Piazzale Europa con il presidio e alle 12 nella Sala della Vaccara in Piazza 4 Novembre con l'assemblea cittadina.