Tommaso Bori, il giovane consigliere comunale del P.D, replica su alcuni manifesti affissi negli ultimi giorni in giro per la città su iniziativa del PdL, sollevando vari interrogativi. I manifesti, grandi 6 metri per 3, campeggiano nelle zone più trafficate di Perugia, e ritraggono “scene molto crude e fuori luogo, ad esempio quella di una persona intenta ad iniettarsi in vena della droga con siringa, ago e laccio emostatico, oppure quella di uno scambio di stupefacenti dietro pagamento in contanti tra uno spacciatore ed il suo cliente con tanto di dose in primo piano, o quella di uno stupro, oppure di una rapina con tanto di pistola in primo piano”.
Il consigliere del P.D. evidenzia come “la crudezza delle immagini rappresentate abbiano turbato molti bambini, suscitando le proteste dei genitori”. Bori annuncia per questo un'interrogazione della Giunta, con all'ordine del giorno due questioni: “in primis l'opportunità di valutare preventivamente le autorizzazioni per l'affissione di manifesti con immagini non idonee; in secondo luogo la possibilità di oscurare gli stessi manifesti in considerazione del fatto che sono stati affissi con finanziamenti istituzionali”.
“Molti cittadini sono rimasti scossi dalla crudezza delle immagini – afferma Bori – si sono inoltre lamentati della violenza dei manifesti e del fatto che i loro figli sono rimasti turbati dalle scene rappresentate, in particolare quella di una persona intenta ad iniettarsi in vena della droga con siringa, ago e laccio emostatico in primo piano, ed hanno cominciato a fare molte domande ai genitori. Alcune maestre di scuola elementare hanno dovuto parlare con i bambini e riferire l'accaduto ai genitori”.
I manifesti fanno parte di una campagna comunicazione del gruppo consiliare al Comune di Perugia del partito del Popolo della Libertà, “il che rende la questione ancora più controversa dato che sono stati stampati ed affissi con i finanziamenti istituzionali, quindi pagati dagli stessi cittadini che si lamentano delle immagini”. Bori ha perciò chiesto di interrogare l'amministrazione comunale riguardo: “l'opportunità di valutare in maniera preventiva l'autorizzazione per l'affissione di manifesti con immagini non idonee ad essere viste da bambini, adolescenti e famiglie, soprattutto nelle zone più trafficate della nostra città; e riguardo la possibilità di oscurare i vari manifesti che stanno turbando molti cittadini di Perugia, soprattutto contando che sono promossi da gruppi istituzionali con soldi pubblici”.