Valnerina

Mancano medici, “salta” la guardia medica in altri 4 Comuni della Valnerina

Sempre meno servizi sanitari in Valnerina. Dopo lo stop temporaneo per la guardia medica nei Comuni Vallo di Nera, Scheggino e Sant’Anatolia di Narco di un anno fa (a cui si era aggiunto anche Preci), diventato poi definitivo nel silenzio generale, la carenza di medici provocherà la sospensione del servizio di continuità assistenziale anche in altri 4 Comuni. Dall’Usl Umbria 2, infatti, è stata comunicata la decisione di rimuovere la guardia medica anche dai comuni di Sellano, Cerreto di Spoleto, Preci e Monteleone di Spoleto.

Il servizio di continuità assistenziale, dunque, rimarrebbe attivo in Valnerina soltanto a Norcia e Cascia.

Mancano medici, 11 postazioni guardia medica a rischio nell’Usl 2

D’altronde, che la situazione era critica su vari settori era stata la stessa Usl Umbria 2 di recente ad evidenziarlo. Il direttore generale De Fino aveva scritto a metà maggio alla Regione Umbria elencando le carenze di medici in tutto il territorio. Per esempio, per quanto riguarda i medici di medicina generale la stima era che da il mese di giugno fino alla fine dell’anno 2022 verranno a mancare ben 57 medici di base nel distretto Usl2, di cui 3 in Valnerina. Mentre per la guardia medica la carenza generale è di 45 medici, con 11 postazioni a rischio chiusura (una singola postazione di guardia medica richiede almeno 4 medici per garantire l’attività notturna, prefestiva e festiva).

L’allarme da Sellano: “Sabotaggi agli sforzi di ridare vita alle aree interne”

Ad insorgere contro questa penalizzante decisione per la sanità della Valnerina, territorio già in grande difficoltà sotto questo fronte, è in una nota il consigliere comunale di maggioranza di Sellano Roberto Battista.

“La rimozione della guardia medica nei comuni di Sellano, Cerreto di Spoleto, Preci e Monteleone di Spoleto – sottolinea Battista – è l’ultimo di una serie di sabotaggi agli sforzi di ridare vita alle aree interne. Il fatto che non sia un episodio isolato mette in luce una fondamentale incongruenza di intenti. Da tempo si parla di ripopolamento delle aree interne, molto si è detto sul soggetto e diversi elementi dei PNRR sono intesi a favorire un nuovo tipo di sviluppo che valorizzi il patrimonio di borghi e territori che il mondo ci invidia. Appare quindi paradossale che in parallelo tutta una serie di azioni vadano in senso contrario, rimuovendo da questi luoghi servizi che sono essenziali per i residenti e per attrarne di nuovi.

Nel caso del nostro comune, prima c’è stata la riduzione dei giorni di apertura dell’ufficio postale, inizialmente a causa della crisi Covid, poi la rimozione del pediatra, senza dimenticare la drastica riduzione del numero di corse del servizio bus nel corso dell’estate, e ora quella della guardia medica. L’unico motivo che si può intuire dietro queste scelte è che questi servizi essenziali non sono visti come tali da chi li amministra ma come interessi di imprese che devono generare profitto, e in quell’ottica l’interesse dei cittadini diviene secondario.

Nello specifico poi ci si chiede in base a quale criterio sia stata mantenuta la guardia medica in località che hanno accesso ai servizi sanitari di Foligno con un tragitto di pochi minuti, mentre dalla Valnerina per raggiungere gli stessi servizi occorre fino ad un’ora, che in casi d’emergenza può essere la differenza tra vita e morte. Nel piano di sviluppo delle aree interne, dalla lunga gestazione, sono contenuti elementi tesi a rafforzare e razionalizzare i servizi sanitari della Valnerina, ma anche di questo piano per ora non si intravvedono risultati concreti.

Ad aggravare la situazione del sistema sanitario contribuiscono il numero chiuso nelle facoltà di medicina, che rende difficile rimpiazzare i medici che terminano la propria carriera, e il fatto che i compensi per i dipendenti della sanità pubblica siano lontani da quelli offerti dal settore privato. Il grado di civiltà di un paese moderno si misura anche sulla capacità di offrire ai cittadini un accesso equo e gratuito a sanità ed educazione, quando la logica del profitto si inserisce in questi ambiti fondamentali, si imbocca una strada che porta al degrado della società nel suo insieme.

Il malcontento dei cittadini è più che giustificato, e il fatto che le amministrazioni locali non abbiano voce in capitolo in questo genere di decisioni è più che mai frustrante, – conclude Battista – le scelte vengono fatte altrove, le motivazioni addotte non sono convincenti, ai cittadini rimangono tante promesse e pochi risultati”.

(foto di repertorio)