Caccia, l'appello alla presidente Tesei del ricercatore faunistico Bartoccini, del Club Le Torri e di Nata Libera Perugia
In cielo e in terra, dove sono i “frutti” dei circa 90 milioni di euro che gli Atc umbri hanno disperso in venticinque anni sui territori umbri a caccia programmata? Se lo chiedono il ricercatore faunistico Mario Bartoccini, il Club cacciatori Le Torri e l’Associazione venatoria ambientale Nata Libera Perugia, nell’ennesimo appello alla governatrice umbra Donatella Tesei dopo le prime giornate di caccia.
“Ci preme ricordare che la verde Umbria, nel corso dei millenni – evidenziano – ha gratificato il suo popolo con la più alta presenza di selvaggina stanziale, ineguagliabile sostegno alimentare. Negli ultimi venticinque anni però, in merito al prelievo venatorio, la corruzione delle stesse leggi operata dalla politica, ha causato la desertificazione faunistica e, non solo della fauna cacciabile. Pur avendo, senza ombra di dubbio, il volume di verde più in salute d’Europa”.
Da qui, l’accusa “all’insipienza che si è impadronita degli Atc che, nella confusione ha mortificato ogni aspettativa, tradendo persino le direttive codificate dalla Corte Costituzionale – sentenza 448 del 1977”.
Bartoccini e i rappresentanti del Club Le Torri e di Nata Libera Perugia informano la presidente Tesei “della effettiva inconsistenza delle specie stanziali – lepre, fagiano, starna, pernice – che purtroppo noi, non abbiamo avuto occasione d’incontrare”.
“Pure i vari balzelli inventati dagli Atc alla rinfusa – accusano – hanno soltanto rinfocolato la memoria, in merito al ” doganiere” perugino Fiorin di Fava”.
Un appello per “il diritto al buon governo degli Atc, alla tutela della biodiversità faunistica, alla salvaguardia della selvaticità, alla corretta gestione dei territori a caccia programmata”.