di Ada Spadoni Urbani*
È stato un atto di civiltà, per il quale mi sono battuta con convinzione da due anni a questa parte, presentando uno dei disegni di legge che, alla fine, è stato ricompreso nel testo base approvato definitivamente ed all’unanimità in Commissione lavoro e previdenza sociale, in sede redigente, al Senato mercoledì 20 scorso. Il provvedimento esclude finalmente dalla reversibilità chi ha ucciso un titolare di pensione e rimedia ad un problema giuridico sul quale neppure la Corte Costituzionale, più volte investita della questione, ha potuto fare nulla. La reversibilità della pensione, infatti, è un diritto soggettivo per cui i motivi di indegnità personale attualmente previsti nell’ordinamento giuridico non sono mai stati giudicati sufficienti a farlo perdere. La materia dei diritti soggettivi è particolarmente delicata. Ne sanno qualcosa i farmacisti che aspettano il riconoscimento, alla pari dei medici, dell’obiezione di coscienza che ho proposto per loro in un altro importante disegno di legge. Era necessaria, dunque, contro gli uxoricidi, una precisa normativa di carattere legislativo che ora abbiamo. Dall’entrata in vigore della legge chiunque poteva percepiva la reversibilità della pensione dopo aver ucciso un parente o un affine titolare, non la potrà più avere.
Questo beneficio resta immutato invece per agli altri eventuali aventi diritto nella percentuale prevista dalla legge. Si poteva fare di più e meglio, ad esempio prevedendo la retroattività della norma, ma poiché l’ottimo è nemico del bene, si è pensato, tutti d’accordo, di fissare con la legge il principio subito, senza ulteriori lungaggini. Infatti, se avessi insistito ad esempio per introdurre la retroattività, la legge sarebbe dovuta tornare ancora alla Camera dei Deputati col rischio di non vedere mai più la luce.
Come mi sono impegnata per velocizzare i pareri delle altre Commissioni competenti e per fare in modo di approvare la legge così mi impegnerò perché, con atti successivi, si possa perfezionare il provvedimento.
Il primo passo, il più importante, è stato fatto.
(*) Senatore Pdl