Sono passate da poco le 21 di venerdì quando alle redazioni arriva una laconica nota sulla “verifica programmatica di maggioranza” andata avanti per tutta la giornata a Villa Montenero di Deruta. Nella nota si citano i temi trattati (la holding economica regionale, il Piano sanitario, il sociale, investimenti), attribuiti ora a questa ora all’altra forza politica. E poi c’è quella frase, “l’appuntamento è stato l’occasione per aprire una riflessione sulla squadra di governo regionale“, che ha fatto subito pensare al possibile rimpasto di Giunta.
Una frase sulla quale le forze politiche che sostengono la Giunta Tesei hanno discusso 2 delle 12 ore in cui (compreso il pranzo) membri della Giunta, coordinatori e parlamentari del centrodestra si sono confrontati e scontrati sui temi più caldi, a cominciare da quello della sanità. Il tema sul quale – prima dell’acceso confronto sul comunicato stampa della discordia – si è rischiato di far saltare il tavolo, quando l’assessore Coletto, sentitosi messo sotto accusa nonostante le criticità di uomini e mezzi palesate, ha sbottato rivolgendosi ai partiti: “Allora chiedetemi le cose e io le faccio“.
Fin lì, il confronto era stato politicamente corretto. Nel senso di attinente allo spirito con cui era stato alla fine convocato: una verifica programmatica di metà mandato. Per parlare dei temi, quindi, non delle persone. Anche se poi va da sé che, ai di là di maldipancia e appetiti, il confine che divide le due sfere è molto labile. Perché i temi li svolgono poi le persone chiamate a farlo.
Ritrovo alle 9 come da invito, facce sorridenti e distese. Tutti presenti. Anche se la delegazione di Forza Italia deve fare a meno del coordinatore e sindaco di Perugia Andrea Romizi, costretto alla quarantena.
Tesei fa la sua relazione. Parlando da governatrice e, in particolare, soffermandosi sui dossier da lei affrontati personalmente per le deleghe mantenute. Il nuovo corso dell’aeroporto, per il quale, in campagna elettorale, nel centrodestra c’era anche chi prospettava una chiusura. La promozione turistica. Il riassetto delle partecipate, con le quattro trovate sull’orlo del fallimento. Il “buco” Monteluce. L’interlocuzione con il Governo su Recovery Found e Pnrr. E ovviamente la sanità, la principale questione al centro del confronto.
Il senatore Franco Zaffini porta, a nome di Fratelli d’Italia, cinque relazioni, in cui vengono evidenziate criticità e proposte su altrettanti temi. Con, in particolare, un documento sulla sanità molto dettagliato e un altro in cui si prefigura la creazione di un’unica holding che riunisca Gepafin, Sviluppumbria e tutte le leve regionali in grado di incidere sull’economia: promozione ed export, finanza, agricoltura, turismo, terziario. Una materia che non si può affrontare, è il ragionamento di FdI, con gli strumenti messi a punto da chi c’era prima. E con gli stessi uomini (un altro tema è quello del personale). Cosa che porta alle riflessioni sulla necessità di mandare un segnale sulla sanità, dove Coletto – si riconosce – non è stato comunque messo nella possibilità di operare al meglio, tra questioni in sospeso e nuove emergenze legate (ma non solo) alla pandemia.
Per la Lega Virginio Caparvi, altro parlamentare con la carica di coordinatore di partito, prova a rimettere l’intera Giunta al centro del confronto, non il solo Coletto. Ed è a tutto l’esecutivo che si lamenta una mancanza di confronto con i consiglieri e i partiti. Emblematiche le tensioni tra l’assessore azzurro Morroni e i consiglieri leghisti sulla caccia e sulla pesca. Accuse leghiste alle quali Morroni replica: su caccia e pesca la Regione sta rispettando la legge.
Ma la mancanza di dialogo e coordinamento con l’esecutivo viene lamentato dal presidente dell’Assemblea regionale, Marco Squarta (FdI).
E poi c’è il tema del sociale – posto dalla Lega e da Forza Italia – che non può essere scisso dalla materia sanitaria. Un tema destinato a diventare sempre più importante, per le richieste che stanno arrivando da fasce della popolazione segnate dalla nuova crisi innescata dal caro-vita dopo due anni di pandemia.
In assenza del coordinatore azzurro Romizi, per Forza Italia interviene la senatrice Fiammetta Modena. Un intervento generale, il suo primo, in attesa di intervenire poi come parlamentare.
Il primo giro di interventi prosegue fino alle 14. Il confronto si può continuare a tavola, in modo più informale. “A stomaco pieno si ragiona meglio”, si dice. Di certo, non in modo più pacato.
Il leghista Simone Pillon individua nel calo delle nascite il principale dei problemi dell’Umbria. Del resto, è la famiglia che lo ha portato in Parlamento, pur da bersaglio – orgogliosamente rivendicato – della sinistra femminista e dei movimenti lgbt. Luca Briziarelli guarda più vicino, alle sfide che impegnano l’Umbria nell’immediato: il Piano sanitario, con la coperta che rischia di lasciar fuori i piedi a qualche territorio; i progetti del Pnrr.
Poi arrivano le bordate ternane, ancora sulla sanità. Un accorato Raffaele Nevi (FI) evidenzia le criticità della sanità ternana. Tema su cui mettere mano da subito, a cominciare dalla sostituzione dei direttori.
Ma è Eleonora Pace (FdI) ad accendere la miccia. Ricordando come ad esempio non fosse a conoscenza delle iniziative della Giunta per l’area di Terni, annunciate dalla governatrice Tesei. Ma l’affondo arriva su Coletto, atteso a Terni (e non solo) per spiegare cosa si sta facendo per dare risposte in sanità. Quando tira fuori le foto delle barelle in corsia, (stile Bori e De Luca, che però sono all’opposizione) Coletto alza la voce: “Da due ore sono sotto processo“. Quindi, rivolto ai partiti: “Chiedetemi le cose e io le faccio“. Non una resa, piuttosto una sfida.
Ma i problemi con palazzo Donini non riguardano solo Coletto. Lo ricorda Emanuele Prisco (FdI) che accusa il gruppetto di persone (le parole usate, in realtà, sono state ancora più pesanti) che decidono senza che gli altri ne sappiano nulla. E’ un’attacco alla presidente Tesei. Non su quello che ha fatto o non ha fatto, ma sul metodo. Politico, Un attacco fatto dalla forza politica che da due anni lamenta di non essere rappresentata in Giunta.
Fiammetta Modena, parlando stavolta a titolo personale, da parlamentare azzurra, riporta il focus su Coletto, pur con toni pacati. All’assessore chiede una maggiore disponibilità ad essere presente nei territori, una maggior collegamento tra sanità e sociale. E stabilità: una volta scelti i direttori, siano quelli. Ricordando le criticità che i continui cambi hanno determinato soprattutto nelle aziende ospedaliere di Perugia e Terni.
Perché il prossimo passaggio è proprio la scelta dei nuovi direttori. A Perugia, casella scoperta. Ma anche a Terni, dove appunto Nevi è in pressing. Fratelli d’Italia non ha fatto mistero di ritenersi insoddisfatta dell’operato di tutti. L’impressione è che una metà (3 su 5, dicono i bookmakers) andranno sostituiti entro le prossime due settimane.
Si avvicina il momento di tirare le fila. La governatrice parla di “confronto utile“. “Almeno siamo riusciti a parlare con presidente e assessore” replica a mezza voce qualcuno. Melasecche (molto tecnico il suo intervento da assessore: il punto sulle infrastrutture, il Frecciarossa, il Nodo da fare in fretta) politicamente accosta: facciamo decantare questa riunione così densa e poi fissiamo degli incontri tematici.
Ma c’è un “ma”. Con un paio di giornalisti fuori e molti altri che dalla mattina stanno smessaggiando con alcuni dei protagonisti del conclave, serve un comunicato da diramare alla stampa. Per silenziare le voci sugli scontri e dare conto su quello che si sta facendo. Tra l’altro, proprio la comunicazione di quanto si fa è una delle note dolenti evidenziate da più parti.
Prisco è contrario. La Giunta, Forza Italia e la Lega insistono: non si può restare silenti, sarebbe un segnale di divisione. Fratelli d’Italia chiede a quel punto che nel testo si faccia riferimento all’apertura di un confronto sulla squadra di Governo. Il primo partito della coalizione, si ribadisce, non è rappresentato in Giunta.
Sono le 19 quando si accetta questo compromesso. Ci vogliono però due ore per mettere giù le poche righe. Pesate, parola per parola. Fino a quella frase: “l’appuntamento è stato l’occasione per aprire una riflessione sulla squadra di governo regionale“. Di nomi, non ne sono stati fatti. A meno che per “squadra” non si intenda quella allargata, ai manager delle varie articolazioni della macchina regionale e delle partecipate.
Il fatto poi che Coletto sia stato il più chiamato in causa – diciamo così – nel corso della giornata, non significa che il rimpasto riguardi il suo assessorato. Anche perché quella, semmai, è una partita che giocano più a Roma Salvini e Meloni.
FdI, come noto, guarda all’assessorato di Michele Fioroni. Che comunque Tesei non intende lasciare indietro. Se venisse fatto accomodare da Palazzo Donini, insomma, dovrebbe avere un altro ruolo. E si dovrebbero rimettere in discussione le cariche in quota FdI nelle partecipate, replicano gli altri partiti.
Paola Agabiti sta puntellando politicamente la sua poltrona con l’operazione dei civici di centrodestra. Come a dire: anche io ho un partito, dietro di me. E con la benedizione della Tesei. I partiti, quelli tradizionali, storcono la bocca: se drena voti nel centrodestra, qual è il valore aggiunto.
La Lega ha messo Roberto Morroni nel mirino. Ma lui di Forza Italia è anche il solo consigliere. E gli azzurri, dopo essere stati ridotti ai minimi termini, stanno riprendendo quota.
Insomma, muovere anche una sola pedina, rischia di provocare un effetto domino. Fratelli d’Italia, però, non molla. Considera il confronto un primo passo anche verso l’auspicato rimpasto. E prepara una giornata di studi sui temi posti sul tavolo. Tesei e quanti, come lei, ritengono pericoloso fare cambi a questo punto, sono tornati invece da Deruta con la convinzione di aver bagnato le poveri di chi era pronto ad accendere le micce.