Un professore, una mente acuta e raffinata ma anche una guida per tutti coloro che hanno avuto l’onore di essergli vicino. Tutto questo era Antonio Pieretti, docente universitario e già prorettore dell’Università di Perugia. “Tonino”, come lo chiamavano gli amici, è stato una colonna per Gualdo Tadino e per l’Umbria. Un pezzo di storia, attivo nel sociale fino all’ultimo. In tanti hanno voluto dargli l’ultimo saluto, nei funerali che lunedì 19 settembre si sono svolti nella concattedrale di San Benedetto. Colleghi, allievi, amici. Tutti stretti intorno al dolore della moglie Marcella e della figlia Micol.
Tanti i ricordi di chi ha voluto salutarlo. Tutti accomunati dal leit motive della semplicità e della grande umiltà del ‘professore’. Don Aldo, che ha pronunciato l’omelia, ha ricordato due aneddoti che riguardavano Pieretti. Il primo, quando aveva partecipato ad una serie di incontri di preparazione alla Pasqua e lo ringraziò “per aver parlato con semplicità”. La seconda volta quando si incontrarono in una celebrazione. “Ha sempre portato avanti tutto con umiltà e semplicità. Imitiamo il meglio delle persone che ci lasciano”, la conclusione del suo saluto del professor Pieretti.
Per il Rotary, saluto a Pieretti affidato al governatore del Distretto 2090 Paolo Signore: “E’ stato uno dei maestri del mondo rotariano. E’ stato una stella polare che ci ha sempre indicato la via. Una persona contraddistinta da passione e saggezza. La sua perdita lascia un grande vuoto. Nella sua ultima partecipazione alle nostre assemblee volle essere presente e il suo discorso fu quasi un testamento. La sua autorevolezza non stimolava replica. Tu sei scomparso dai nostri occhi, ma resterai nei nostri cuori”. Un altro amico del Rotary di Gualdo Tadino che ha voluto salutarlo è stato Paolo Saverio Fiore: “Grazie per come ci hai guidato”. “Gualdo possiede un’intelligenza solidale nelle persone di cultura – ha detto la dirigente scolastica Angela Codignoni, intervenuta per il mondo della scuola – Gualdo possiede intelligenza della cooperazione. Oggi perde un grande uomo. I giovani perdono un grande maestro, un fondamentale pilastro di un’idea di comunità. Nella sua eredità, ci sia un futuro più vivibile per tutti. Tutta la scuola si unisce in un profondo grazie al professor Pieretti”.
Sentito e commosso il ricordo del sindaco Massimiliano Presciutti: “’Scusa se ti importuno’ era l’incipit quando gli rispondevo al telefono. Tanto dice della statura etica, culturale e morale del professor Pieretti. Non voglio fare un ricordo. Voglio che questa giornata non resti fine a se stessa. Le parole volano, gli scritti rimangono e gli esempi vanno perpetrati. Oggi prendiamoci questo impegno: non facciamo di questa giornata un ricordo, ma un impegno. Impegniamoci tutti, già dal prossimo 29 settembre. Riempiamo questo duomo a San Michele. I Giochi de le porte non sono una cosa astratta, sono identità. Giovedì riuniamoci per il suo esempio. I sindaci passano, ma le comunità restano, mi diceva. Ci sono tanti modi per essere utili alla comunità. L’autorevolezza non te la devi autoproclamare ma deve essere riconosciuta e lui era così”.
Toccante il saluto a Pieretti della figlia Micol: “Questa tua è stata l’ennesima pierettata. Se ti conosco, ci hai messo a riparo da quello che era possibile evitarci. Posso solo essere grata, per quanto ci hai amato e per la luce che lasci. Eri il professore giramondo che tornava, un super eroe per i tuoi studenti. O il prof, l’eterno ragazzo della capezza, l’inventore di favole poliziesche pazzesche, l’amico campione, l’originale che innaffia con la camicia buona, il riproduttore di fiori di zucca. Lo sportivo da divano, il Torinista nei secoli fedele. Il monello, il preside per chi ti conosce da tanto, il birbo. Spero che ovunque ci rincontreremo, sarai ancora il mio papà”.