Politica

M5s: in aula si discuta dell’attuazione del programma di Governo

Discutere in Consiglio regionale la ‘Relazione della presidente sullo stato di attuazione del programma di governo’”. E’ quanto chiedono i consiglieri pentastellati Carbonari e Liberati, alla luce di una serie di indicatori economici che dimostrano la difficoltà dell’Umbria a cogliere la ripresa. Regione che, in base ai nuovi indicatori presi a riferimento, viene inserita dall’Unione europea tra le aree “in transizione”, e non più tra quelle maggiormente sviluppate, per la ripartizione dei fondi della programmazione 2021-2017.

Da anni le statistiche ufficiali di Istat e Banca d’Italia – affermano Carbonari e Liberati – testimoniano una profondissima crisi economica, occupazionale e sociale in Umbria. Nel 2017, per il secondo anno consecutivo, abbiamo avuto il peggiore andamento del Pil d’Italia, con un calo cumulato tra il 2008 e il 2014 pari a -17,1 percento, il secondo peggiore in Italia. Sul fronte lavoro – aggiungono – siamo tra le peggiori regioni d’Italia in termini di occupazione e precariato. Tale quadro economico si riflette sulla vita personale e sociale degli umbri e forse non è un caso che siamo la seconda regione d’Italia per uso di antidepressivi”.

I consiglieri pentastellati lamentano il fatto che da due anni non viene discussa in Assemblea la ‘Relazione della Presidente sullo stato di attuazione del programma di governo’, nonostante sia prevista dall’articolo 65 dello Statuto regionale. “Forse – attaccano – si teme il confronto politico su quello che c’è scritto e, soprattutto, su quello che non è scritto?”.

Non amiamo strumentalizzare i dati negativi a fini politici (anche perché tutti paghiamo la crisi) – aggiungono gli esponenti dell’opposizione – ma ciò che troviamo intollerabile è la perenne negazione della realtà che da tre anni impedisce di trovare soluzioni a problemi che neppure si ammette che esistano“. Carbonari e Liberati invitano la Giunta a ripensare integralmente le politiche di sviluppo dell’Umbria, rimettendo totalmente in discussione le precedenti politiche e l’utilizzo delle proprie partecipate Sviluppumbria e Gepafin.