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M5s, caccia a Bastioli… e alla talpa AGGIORNAMENTO: venerdì il patto civico su Rousseau

Aggiornamento ore 10 Di fronte alle molte perplessità espresse dagli iscritti ed alle accuse, anche di esponenti umbri di primo piano, di non avere voce in capitolo circa l’alleanza con il Pd e il centrosinistra per le regionali in Umbria, il Blog delle Stelle ha annunciato per venerdì il voto sulla piattaforma Rousseau per promuovere il “patto civico per l’Umbria” lanciato da Luigi Di Maio. Insomma, si chiede il via libera agli iscritti online, come fatto per il Governo Conte bis. Ma a livello nazionale, non solo agli umbri (dove i mal di pancia sono tanti).

In caso di accoglimento del patto civico per l’Umbria, ovvero sulla possibilità di sostenere alle Regionali un confidato presidente civico con il sostegno di altre forze politiche”, si legge nel blog, dovrà essere individuato il candidato a cui attribuire le facoltà che il Codice Etico del MoVimento 5 Stelle attribuisce solitamente al candidato presidente della regione. Pertanto, acquisito il parere favorevole del Comitato di Garanzia, l’ultimo paragrafo dell’art. 5 del regolamento per le regionarie dell’Umbria è modificato nel seguente modo: ‘In conformità al voto degli iscritti del 25-26 luglio 2019 rimane comunque facoltà del capo politico proporre eventuali alleanze, sotto la sua diretta supervisione. In tal caso tale proposta di alleanza sarà sottoposta agli iscritti con una votazione online sulla piattaforma Rousseau a livello nazionale. Nel caso in cui la proposta sia accettata dagli iscritti e il candidato presidente non appartenga al Movimento 5 Stelle, non si procede alla votazione per il candidato presidente e tutte le facoltà che ai sensi del codice etico sono attribuite al candidato presidente, sono attribuite al candidato consigliere che ha ricevuto il maggior numero di voti dagli iscritti tra quelli che poi saranno effettivamente eletti consiglieri regionali'”.

Potranno votare solo gli iscritti da almeno sei mesi, con documento certificato, come da Statuto. La regolarità della votazione sarà certificata da notaio, e i risultati saranno depositati presso due notai.

Un voto che potrebbe rivelarsi una sorta di referendum pentastellato su Catia Bastioli, anche se lanciando le consultazioni sul “patto civico per l’Umbria” non si fanno nomi di possibili candidati, come se si trattasse di un mandato a trattare con il Pd e non del via libera ad una strada già intrapresa.


Mentre i 27 aspiranti candidati per la lista del Movimento 5 stelle alle regionali si sfidano a colpi di click questa mattina (il voto delle Regionarie sulla piattaforma Rousseau si chiuderà alle 19) la caccia grossa, nella riserva pentastellata, è quella al candidato presidente da proporre al Pd e al resto della coalizione giallorossa che si sta formando anche in Umbria. E, parallelamente, alla talpa che ha svelato all’agenzia Adnkronos la chat WhatsApp dei portavoce regionali.

Il candidato presidente

Dopo le rinunce di Brunello Cucinelli e Fausto Cardella, quello di Catia Bastioli è il terzo nome che Luigi Di Maio propone a Nicola Zingaretti come candidato presidente. La 62enne manager nata a Foligno, amministratore delegato di Novamont e presidente di Terna, è la figura con la quale il Movimento 5 stelle vuole scrollarsi di dosso l’immagine di partito “del no” e dei buoni propositi naufragati per inesperienza. Non quel Barack Obama di fronte al quale il commissario dem Verini avrebbe rinunciato ad Andrea Fora, ma un nome di primissimo piano negli ambienti imprenditoriali, nazionali ed internazionali. Sono lontani, comunque, i tempi (eppure era solo il dicembre scorso) in cui Paola Taverna accusava Novamont di finanziare la campagna elettorale del Pd in cambio della leggina che obbligava a pagare 2 cent sui sacchetti bio di frutta e verdura. Un’ombra (insieme a quella di aver partecipato alla Leopolda di Matteo Renzi) cancellata poi dalla visita di Beppe Grillo nell’azienda di materie plastiche innovative.

A guidarla nelle vicende umbre ci sarebbe poi il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, molto gradita ai vertici nazionali del Movimento 5 stelle. E in grado di rassicurare la Curia qualora arrivasse lo stop a Fora. In caso di ticket con la Bastioli, il suo attivismo di questa estate sarebbe così premiato: la sindaca di Assisi ha sempre detto ai suoi collaboratori di non voler lasciare l’incarico nella città Serafica, ma tanto affannarsi tra la federazione civica dell’Umbria dei territori e la segreteria dem di via Bonazzi ha dimostrato come lei, da protagonista o dietro le quinte, un ruolo di primo piano lo voglia svolgere in queste elezioni regionali. E la sponda pentastellata consentirebbe, da Roma, di aggirare il veto di Verini sui sindaci.

Veleni in chat, caccia alla talpa

Dobbiamo scegliere tra una imprenditrice Pd e una sindaca Pd” ironizza la base pentastellata sui social. Nei messaggi privati, invece, ci si scambia commenti sulla frustrazione con cui i graduati locali, nella chat WhatsApp dei portavoce, assistono impotenti alla conduzione delle trattative romane tra Di Maio e Zingaretti per le candidature in Umbria.

Provvedimenti disciplinari, profetizzano i bene informati, non ce ne saranno. Anche perché praticamente quasi tutti hanno indirizzato siluri a Di Maio e soci (anche per difendersi dall’accusa di non contare nulla). E in questa fase non si può azzerare il partito. Ma certo, quei commenti sono passati tutt’altro che inosservati “allo staff” nazionale.


M5s: Regionarie su Rousseau e rabbia su WhattsApp


Filippo Gallinella minaccia azioni legali e soprattutto la possibile rottura delle trattative con Pd e civici. Ipotizzando che si tratti di una mossa per affondare la lista pentastellata. Ma è chiaro che, trattandosi appunto di una chat chiusa, il contenuto delle conversazioni può essere stato rivelato solo da uno degli iscritti. Oppure gli strumenti di comunicazione di chi affida ad una piattaforma digitale la scelta di far nascere un nuovo governo possono essere hackerati?

Gallinella ci mette come al solito (tra i pochi) la faccia. E già in serata, quando ormai il contenuto della chat è noto a tutti, scrive sul proprio profilo social: “Oggi apprendo che qualcuno si è divertito a mettere in giro “pezzi” anche ironici di una chat riservata e denunceremo la cosa. Se poi è una tattica per cercare di demolire la nostra lista si sbaglia di grosso. Siamo pronti – aggiunge – anche a correre da soli!”.

Base dem e M5s: diverse aspirazioni, stessa frustrazione

Peccato che, come dimostra appunto il contenuto della chat in questione, i parlamentari umbri e gli altri portavoce locali non è che possano decidere molto. A meno che non si dimettano in massa, come suggeriva, provocatoriamente, il senatore Stefano Lucidi.

Con la base che, stando almeno ai commenti social, continua a mostrare perplessità in merito all’alleanza in Umbria con una coalizione in cui compaia anche il Pd.

E non è da meno la frustrazione tra la base dei democratici, che si era messa il cuore in pace su Andrea Fora e che ora rivede mettersi in gioco tutto. Qui, almeno, l’alleanza con i pentastellati, pur ingoiando tanti rospi, si invoca, perché è l’unico modo per riaprire una partita che in Umbria sembrava persa in partenza. Ma se già c’era malumore (e non solo tra i ‘104’) per la gestione di una campagna elettorale affidata al plenipotenziario commissario dem Walter Verini (con l’ausilio di Marina Sereni, ora vice ministro agli Esteri), accorgersi ora che tutto (o quasi) viene scelto a Roma appare ancora più frustrante per un partito che era abituato alle grandi adunate con le “belle” liti tra correnti, nazionali e locali. Una situazione (ma sarà solo questione di ore) che lascia appesi a un filo anche i possibili candidati in lista. “Ma che c… ne so, qui cambiano sempre e non ci fanno sapere nulla” lo sfogo telefonico di un esponente dem che attende di conoscere il suo destino. Non molto diverso dai commenti apparsi sulla chat grillina.