Che la famiglia Petrioli sia l’ultima di droghieri di vecchio stampo a Spoleto, con la D maiuscola ed anche la DOC, non c’è dubbio alcuno.
Piazza del Mercato, l’inimitabile microcosmo economico e sociale di una Spoleto ormai in completa trasformazione, piange sconsolata la scomparsa a 75 anni del conosciutissimo Settimio Petrioli, avvenuta nella notte appena trascorsa per un malore improvviso.
La storia della Famiglia Petrioli e della loro attività in centro è un pezzo di vita non trascurabile della città che incuriosisce e fa gridare al miracolo per la tenacia con la quale gli eredi del fondatore, di nome Settimio anche lui, hanno traghettato il mestiere di droghiere dal 1905 fino ad oggi.
Un Droghiere non è un normale commerciante di alimentari, ma una sorta di Maestro tuttofare che è capace di venderti dalla vite alla migliore miscela di caffè, un cioccolato d’autore o un mastice portentoso, magari passando per un vino pregiato e una schiuma da barba, con rasoi o senza.
E Settimio Petrioli per oltre 40anni è stato tutto questo, un maestro sopraffino che con battute fulminanti, da organismo pulsante di Piazza (del Mercato), osservava sulla porta d’ingresso della “bottega” tutto quello che la stessa era in grado di produrre, ma contribuendo non poco alla sua esistenza. I Petrioli non si sono mai fermati nemmeno recentemente per causa di terremoti o di pandemie, lasciando accesa una luce e offrendo un servizio a chi ancora ha voglia di fare acquisti in centro o anche solo per i pochi residenti rimasti.
Settimio, non era un gran chiacchierone ma aveva la dote non trascurabile del tempismo. Interveniva sempre quando era il momento giusto, suggerendo anche soluzioni o scenari a cui magari non tutti pensavano. Apprezzatissimo ed ascoltato consigliere della vecchia Associazione Commercianti di Spoleto (Confcommercio) per decine di anni, era stato attento osservatore e artefice di tutte le trasformazioni recenti nel settore del commercio spoletino.
Chi scrive ha avuto l’onore di conoscere Settimio e godere della sua amicizia, durante la nostra precedente esperienza come Segretario dell’Ascom dal 1997 al 2002. Ci legava anche una certa solidarietà ereditaria, per causa di drogheria, essendo entrambi seconda o terza generazione di famiglie che avevano esercitato il mestiere a cavallo tra fine ‘800 e primi del ‘900. Il fascino della “bottega” dove si poteva acquistare un letto in ferro battuto, una macchina da cucire, ma anche una forma di parmigiano o un prosciutto. Oggi assolutamente impensabile.
L’unica “canizza” che ci scambiavamo tra noi era legata al fatto che Settimio si sentiva molto “nobilitato” dal fatto di stare a Spoleto alto, mentre l’attività dei nostri avi era in Piazza Garibaldi, Spoleto bassa. Contese di vecchi spoletini brontoloni, che finiva inevitabilmente in pizzeria con gli altri consiglieri dei commercianti, dell’epoca.
Da poco, avevamo ricominciato a frequentare la Drogheria di Piazza, per acquistare sapienti miscele di caffè per la moka e cioccolatini da impenitenti golosi, serviti dalla Signora Annamaria o dai figli di Settimio. La tradizione continuava paciosa sotto lo sguardo da gendarme del titolare.
Pensare di non vederlo più appoggiato allo stipite della porta di ingresso mentre controlla la Piazza, ci fa tristezza. Ma il solo fatto che sopra a quell’ingresso al piano terra di Palazzo Sansi ci sia ancora la tenda con l’insegna Drogheria Petrioli, lenisce ogni dolore e fa intravedere nuove scelte nel solco della tradizione. Quella sostenuta, fino alla fine, dall’ultimo dei Droghieri DOC di Piazza del Mercato.
Carissimo Settimio, avremmo preferito non scriverlo ancora questo articolo, ma non si poteva farne a meno, doveroso saluto e ricordo per un commerciante importante di “Spoleto Alto”. Noblesse oblige!
presso la Casa Funeraria AROF fino alle 20 di questa sera, 26 maggio
Sabato 27 maggio, Chiesa di San Pietro alle ore 15,30
Alla famiglia del caro Settimio Petrioli, le condoglianze e l’abbraccio della Redazione di Tuttoggi.info