Il messaggio di cordoglio dell’assessore alla Cultura, Danilo Chiodetti:
“Abbiamo accolto con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Piero Raspi, nostro concittadino e artista straordinario”.
Con queste parole l’assessore Danilo Chiodetti ha voluto ricordare la figura dell’artista spoletino scomparso all’età di 97 anni.
“Nel corso della sua fortunata carriera artistica ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi, esponendo le sue opere nelle principali capitali europee, dagli Stati Uniti al Brasile e all’Asia. Un artista che oltre ad esser nato a Spoleto e aver fatto parte del Gruppo dei 6 di Spoleto, è presente nella collezione di Palazzo Collicola, dove ha esposto l’ultima volta, tra la fine del 2019 e la primavera del 2020, in occasione della mostra curata da Giorgio Flamini “Raspi: Collages e dipinti 1959 – 1963”.
L’amministrazione comunale, nell’esprimere profondo cordoglio per la scomparsa, si stringe con affetto alla famiglia in attesa di celebrarne compiutamente l’opera, l’estro e la creatività.
Raspi nasce il 12 febbraio del 1926 a Spoleto. Nella cittadina umbra avvierà, nell’ambito del post-cubismo, la sua fortunata carriera artistica e sarà tra i fondatori, nei primi anni Cinquanta, del Gruppo di Spoleto oltre che del Premio Spoleto. Dalla metà degli anni Cinquanta il riferimento principale diventa l’ambito informale, da cui apprende nuove possibilità espressive della materia al di fuori di ogni superstite esigenza figurativa. Nel 1957, entra a far parte degli artisti gravitanti attorno alla galleria “L’Attico” di Roma, dove esporrà ciclicamente. Il 1958 è l’anno in cui partecipa alla Biennale di Venezia, giungendo alla ribalta internazionale. In questo periodo viene identificato come uno dei protagonisti dell’informale materico, affine alla poetica di Burri e Tàpies. Con l’inizio degli anni Sessanta tiene numerose mostre personali e collettive in Italia, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. All’estero espone in numerose città, tra le altre, Londra, Los Angeles, San Paolo del Brasile, Rio de Janeiro, Stoccarda, Parigi, Bruxelles, Colonia, Montreal, Madrid, Barcellona, Edimburgo, Chicago, Lucerna, Tel Aviv, Salisburgo, Zurigo e Tokyo. Nel 1967 si reca negli Stati Uniti stabilendosi in Pennsylvania. Qui si confronta con le nuove ricerche dalla Pop Art. In questo periodo dipinge una serie di quadri che poi espone a Philadelphia e New York. A partire dal 1978, inizia una nuova fase pittorica contrassegnata da opere di un inedito cromatismo. Con l’inizio del nuovo millennio, oltre alla realizzazione dei monocromi, abbraccia altre forme di espressione creativa e ricorre all’uso di nuovi materiali come l’acciaio. Realizza nel 2001 a Spoleto, presso l’Albornoz Palace, una scultura parietale in lastre di acciaio, dove trasferisce le astratte e raffinate architetture dei Collages realizzati dalla fine degli anni Cinquanta. A partire dal secondo decennio degli anni Duemila, si concentra sulla revisione critica e catalogazione delle sue opere, oltre che al restauro di alcune carte e Collages degli anni Cinquanta e Sessanta.