Il settore del lusso, della moda e in generale il premium ha conosciuto un’esplosione a livello globale grazie alla crescente disponibilità di informazioni e alla diffusione dei mezzi di comunicazione. La globalizzazione ha aperto nuove opportunità di mercato, consentendo a marchi di pregio consolidati e a nuovi player nel settore di raggiungere un pubblico sempre più vasto. Questo ha generato una domanda crescente per prodotti di alta qualità, unici ed esclusivi, oltre a una maggiore sensibilità alle tendenze e al prestigio associato ai marchi.
La distinzione tra lusso, moda e premium è spesso confusa, generando fraintendimenti e strategie di mercato inefficaci. D’altra parte, siamo fortunati perché in questo contesto i nostri paesi, caratterizzati da costi elevati ma anche da una solida tradizione culturale, sono in grado di sfruttare appieno le sfide del mercato, differenziandosi e competendo con successo contro le proposte low-cost.
Il lusso va oltre il mero possesso di beni costosi; rappresenta un’esperienza di élite, esclusiva e senza compromessi. Si tratta di artigianato impeccabile, materiali pregiati e servizi personalizzati che evocano status e raffinatezza. Industrialmente, soddisfare le esigenze del lusso richiede un’attenzione estrema ai dettagli, processi di produzione artigianali e un focus sulla qualità totale, anche a costo di limitare la produzione per mantenere l’esclusività.
La moda è un’espressione culturale in continua evoluzione, riflettendo i gusti e le tendenze del momento. Si concentra sull’innovazione, la creatività e l’accessibilità, con un ciclo di vita spesso breve. Per soddisfare le esigenze della moda, è essenziale un processo produttivo flessibile e veloce, con capacità di adattamento rapido alle tendenze emergenti e una distribuzione efficace per mantenere la freschezza del prodotto.
Il premium si posiziona su bisogni completamente diversi, offrendo prodotti di alta qualità con un valore aggiunto percepite dai consumatori come superiori alla media. Si concentra sull’equilibrio tra prestazioni, design e prezzo, offrendo un’esperienza di qualità accessibile a un pubblico più ampio rispetto al lusso. Per soddisfare le esigenze del segmento premium, è necessario un approccio alla produzione che mantenga alti standard di qualità, ma con un focus sulla scalabilità e l’efficienza per mantenere prezzi abbordabili.
È interessante osservare quanto nel pragmatico settore industriale, laddove il concetto di lusso è sicuramente inadatto, il concetto di premium sia fondamentale. Ad esempio, un’azienda che fornisce macchinari industriali potrebbe eccellere offrendo prodotti premium con funzionalità aggiuntive o servizi personalizzati, o addirittura solo con una qualità costruttiva che si distacchi dagli altri e superi le aspettative del cliente.
Nel settore industriale, spesso associato alla razionalità, si possono osservare fenomeni di moda. Ad esempio, alcuni materiali, sistemi di produzione o dispositivi diventano popolari per la loro presunta efficacia universale ma poi si rivelano inefficaci e cadono in disuso con la prossima proposta della tecnologia.
Anche metodologie gestionali, una volta di moda, possono essere abbandonate non tanto perché superate ma piuttosto perché non erano mai state convincenti. Basterebbe andare a riguardarsi tanti metodi di management degli anni 90.
E quindi, lusso è sogno, moda è seduzione e premium è realismo. La distinzione tra i tre posizionamenti è essenziale per i fabbricanti perché contribuisce alla chiarezza su come i prodotti vanno disegnati, realizzati, comunicati e venduti.
Noi italiani abbiamo tutte le carte in regola per competere in questi segmenti, fondendo abilmente tradizione e innovazione: solo così possiamo sopravvivere e prosperare in un mercato dominato dalla corsa al ribasso dei prezzi.
Antonio Di Tommaso
Consulente, Direttore Generale,
CEO per trasformazione lean,
riposizionamento, e riorganizzazione aziendale
infoumbria@theleanpremium.it