Gubbio e Gualdo

Lupo trovato morto “Non sono stati bracconieri, ha gravi lesioni da morso”

E’ stata rinvenuta due giorni fa (8 febbraio), in località Sambuco (Valfabbrica), una carcassa di lupo femmina, inizialmente presunta vittima di bracconaggio.

Le indagini sono subito state affidate ai carabinieri forestali che, dopo
aver delimitato e analizzato l’area, hanno portato l’animale senza vita all’Istituto Zooprofilattico di Perugia per stabilire le cause del decesso.

Dai primi accertamenti clinici è stato però escluso che l’esemplare sia stato ucciso con un colpo di arma da fuoco: nessun proiettile è stato infatti recuperato all’interno della carcassa, che presenta un solo unico piccolo foro sul lato destro del corpo; sono stati invece evidenziati gravi lesioni che potrebbero essere ricondotte a morsi di animali di grande taglia.


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Al momento stanno continuando le analisi di rito, utili al fine di valutare anche un eventuale avvelenamento per ingestione di esche e bocconi avvelenati.

Nella storia – dicono i carabinieri forestali – il lupo è stato spesso considerato una minaccia, per l’uomo e per il bestiame, e di conseguenza da eliminare. La presenza del lupo è un indicatore del buon livello ecologico dei boschi del nostro Appennino: sceglie infatti di vivere in habitat forestali complessi, boschi con un alto indice di biodiversità. E’ un animale assolutamente schivo nei confronti dell’uomo: i diversi avvistamenti vicino ai centri abitati possono essere determinati da eventi naturali (piuttosto dal bracconaggio) che alterano la complessa organizzazione sociale del branco, spingendo di fatto il lupo a fare scelte predatorie diverse dal solito: può quindi nutrirsi nelle discariche oppure predare bovini domestici”.


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Va ricordato che la specie Canis lupus è tutelata a livello internazionale, comunitario e nazionale e questo ha permesso un ritorno nei nostri territori dopo il minimo storico di lupi a fine anni ’70, quando non si contavano più di 100 esemplari in tutta Italia.

Nell’anno 2021, nel territorio umbro sono stati ritrovati 10 esemplari morti e 1 ferito. L’impegno dei carabinieri forestali previsto dal “Piano d’azione nazionale per la conservazione del lupo”, redatto dall’Ispra, prevede di censire tutti i ritrovamenti oltre a effettuare le indagini per risalire ai responsabili. Chi uccide il lupo, animale particolarmente protetto, è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.