Parla di “sciopero politico contro il rientro degli studenti a scuola e contro gli interessi degli umbri, per mantenere privilegi sindacali ed impedire legalità e merito”, l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche, a proposito dell’astensione dal lavoro dei lavoratori del servizio pubblico locale per 24 ore annunciato dai sindacati Filt Cgil e Faisa Cisal.
Uno sciopero “in cui si evidenzia – prosegue – bugie e molta ignoranza. Il Pd difende la conservazione e i disastri del proprio passato”.
“Alla vigilia di Natale – si ricorda nella nota dell’Assessorato regionale – vengono diffusi due tipi di comunicati. Quello a firma Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Tpl e Orsa che apprezzano i chiarimenti e l’impegno della Regione in merito alla gara in corso di predisposizione per riorganizzare e modernizzare il Trasporto Pubblico Locale dell’Umbria, trasformandolo dalla macchina che ha fin qui prodotto debiti enormi e vicende societarie da romanzo giallo, con processi penali in corso, in un servizio efficiente e moderno, tecnologicamente avanzato. La Filt Cgil e La Faisa Cisal – prosegue la nota – fanno comunicati opposti ed una serie infinita di conferenze stampa in cui dichiarano ogni volta cose diverse rispetto a quanto avevano dichiarato nelle precedenti. Nella penultima conferenza veniva attaccata Umbria Mobilità proprio ora che la Regione la sta risanando e riportando alla trasparenza della gestione, mentre tacevano quando il PD l’aveva ridotta ad un colabrodo, mettendola in mano alle banche che stavano per chiederne il fallimento”.
“La scelta, come amministratore unico di Marco Rettighieri, manager di livello internazionale, segna – si sottolinea – lo spartiacque rispetto ai tempi molto discutibili e discussi sulle cui vicende è preferibile stendere un velo pietoso. Ma la Cgil oggi dichiara, “excusatio non petita, accusatio manifesta” che lo sciopero di lunedì 9 gennaio non è politico, mentre giunge sonora la smentita del Pd in Consiglio regionale che, a supporto della Cgil, parte all’attacco sbandierando cifre del tutto sbagliate”.
“La verità – continua la nota dell’Assessorato regionale – è che hanno entrambi intenzioni barricadiere ma idee molto confuse. Ribadiamo allora alcuni concetti elementari: è falso che ci sia un solo lavoratore che perde il proprio posto; è falso che la Giunta regionale non sia disponibile al dialogo perché l’accordo con gli altri sindacati che non hanno abbandonato il tavolo ha portato a risultati molto concreti in merito alle garanzie da assicurare ed alla clausola sociale, rafforzata con il criterio della premialità, innovazione importantissima cui la Regione ha ritenuto di aderire proprio per venire incontro ai timori espressi al tavolo delle trattative dai sindacati partecipanti a nome di tutti i lavoratori; è falso che non siano state assicurate garanzie per i lavoratori SAVIT e per i diversamente abili”.
“È falso dichiarare – si afferma – che oggi il TPL in Umbria sia pubblico perché è stato privatizzato dalla Giunta Marini negli anni in cui non era più in grado di pagare gli stipendi, tant’è che, a fronte di vari miglioramenti che abbiamo ottenuto in un rapporto di autonomia e dignità, non è stato possibile ottenere la rateizzazione nella sottoscrizione degli abbonamenti per le famiglie meno abbienti e con più figli studenti; è falso dichiarare che con la gara si passerebbe dall’unico bacino odierno a quattro futuri, perché oggi tre sono le diverse società che gestiscono, con criteri del tutto privatistici, i bacini di Perugia, Foligno Spoleto e Terni, mentre a valle della gara potrebbero essere tutt’al più quattro, ma anche due o tre, non certo una variazione sconvolgente”.
“È falso – si dice inoltre – che i lotti umbri sarebbero eccessivamente ridotti perché il presidente Zingaretti nel Lazio ha bandito pochi mesi fa una gara con ben 11 lotti, con limitazione gestionale di soli 2; come mai Cgil e PD tacciono imbarazzati a fronte di una logica ben più stringente dei soli 4 lotti dell’Umbria con chilometri ciascuno di gran lunga superiore a quelli del Lazio in cui governano PD e M5S?”.
E ancora “è sciocco attaccare il servizio Umbria Link che supporta lo sforzo della Regione nel garantire i collegamenti all’aeroporto dell’Umbria e lo stesso rilancio dell’aeroporto perché i brillanti risultati dimostrano in modo inoppugnabile il successo di quella operazione in termini di PIL, di sostegno ad una miriade di imprese e di migliaia di posti di lavoro”.
Per l’Assessorato regionale alle Infrastrutture e Trasporti “continuare su questa linea, Cgil e Pd appaiati in una opposizione chiusa e becera, dimostra ulteriormente che questa sinistra ha perso il contatto con la realtà e con la necessità di una nuova cultura della innovazione e del merito, l’unica che può assicurare un futuro non da emigranti ai nostri giovani ed alle loro famiglie ed un benessere diffuso per il quale stiamo lottando ogni giorno”.
“È assurdo pretendere – si aggiunge – di introdurre una tassa di scopo per coprire i debiti che la Cgil e il Pd pretendono che questa Giunta regionale continui a produrre, disastrando una economia che viceversa, grazie anche al risanamento generale che si sta conseguendo, dal rilancio dell’aeroporto, alla situazione di Monteluce, dalla liquidazione delle Comunità Montane a quella in corso del TPL, stiamo riportando positivamente alla trasparenza ed alla normalità. È altrettanto singolare che la Cgil preferisca difendere gli utili, probabilmente rilevanti, di certo non resi noti, fin qui conseguiti dalle tre società consortili private, proprie datrici di lavoro, rispetto agli interessi della comunità regionale a cui i lavoratori appartengono”.
“È arrogante – secondo l’Assessorato – ricattare una intera regione e tutti gli umbri nella pretesa di imporre il caos amministrativo e finanziario pur di tornare alle pratiche del passato che hanno prodotto danni incalcolabili e vantaggi indecenti per pochissimi. È incredibile che si proclamino scioperi su scioperi, sulla pelle dei lavoratori e in danno di studenti e famiglie, per imporre l’illegalità di un unico lotto (è caduta adesso anche la maschera dei due lotti, ferro e gomma, richiesti per iscritto e sostenuti nelle precedenti conferenze stampa dopo che i sindacati scioperanti si sono resi conto della sciocchezza di quella pretesa) nel disperato tentativo di favorire un unico gestore”.
“La legge impone – ribadisce l’Assessorato – di introdurre criteri sani di concorrenzialità e nessuno sciopero, neanche reiterato all’infinito, può costringere la Giunta regionale, granitica su queste scelte di correttezza e di progresso, a continuare negli anni con atti d’obbligo, come vorrebbero i sindacati negazionisti, fuori dal contesto nazionale che impone la gara, pena una pesante sanzione. Sia chiaro, sarà l’ART, l’Autorità per la Regolazione dei Trasporti, a dare gli opportuni indirizzi in collaborazione istituzionale con la Regione, indirizzi che seguiremo senza alcun problema”.
L’assessore Melasecche conclude con “un appello doveroso: tornino i sindacati dello sciopero ad oltranza al tavolo delle trattative, riconoscano i risultati fin qui ottenuti a vantaggio dei lavoratori, cessino questa politica del tanto peggio tanto meglio perché andare avanti alla cieca in questa sorta di rissa contro le istituzioni elette dal confronto democratico, a livello regionale e nazionale, alla lunga non premia. È evidente che su queste logiche la Giunta Tesei ha il dovere morale e politico di dimostrare con i fatti le proprie buone ragioni ed i valori in cui crede, quelli del buon governo, dello sviluppo e del progresso”.