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L’Uncem chiede alla Regione una “moderna legge” sullo sviluppo della montagna

Nelle Giornate della Montagna promosse da FAI CISL ad Assisi, il presidente nazionale UNCEM (unione nazionale Comuni ed Enti montani), intervenendo ad Assisi all’evento annuale sulla montagna promosso da FAI CISL, ha chiesto  all’assessore regionale Morroni di dotare l’Umbria di una moderna legge sullo sviluppo della montagna.

“Chiediamo di fare in fretta dando alla norma chiavi di impegno e lettura per una nuova economia dei territori, favorendo il neo popolamento, generando green communities, sostenendo imprese con investimenti agevolati e fiscalità differenziata.  Si incroci la sfida climatica e la sfida demografica con compiutezza – ha affermato Bussone – mettendo anche mano all’organizzazione del sistema degli Enti locali montani, attraverso le Unioni montane di Comuni”.

 Uncem Umbria con Agnese Benedetti, coordinatrice regionale, si affianca alla richiesta.  “L’ Umbria – ha continuato Bussone – ha soppresso le Comunità montane, commissariate da anni. Togliere tutto non ha tolto dal tavolo le sfide di un sistema istituzionale di Comuni che deve lavorare nel NOI. Non i campanili da soli. Serve un sistema istituzionale solido, nei territori montani, piccoli e grandi Comuni insieme. Come Uncem vogliamo supportare la Giunta Tesei in questo processo. Abbiamo anche un percorso nazionale, il progetto ITALIAE, con il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie. Non si lascino i Comuni da soli. La montagna è comunità ed è insieme. Come FAI CISL ci insegna. Non avere una legge sullo sviluppo della montagna e una organizzazione democratica stabile dei Comuni montani, non pensante, ma capace di generare unità, non va bene. L’Agenzia forestale regionale per le foreste non basta. Tantopiù in una Regione con 400mila ettari di bosco, eccellenze di imprese come Marco Caprai e Margaritelli, ma poi solo il 7% di boschi pianificati e l’1% pianificato. Invertiamo insieme questi numeri. Si prenda il modello di altre Regioni, come Piemonte e Friuli Venezia Giulia, che investono molte risorse europee, dell’FSC, del PSR e del POR FESR per le filiere. Occorre fare bene e in tempi certi. Per dire, non a parole, che Umbria è Regione verde, della biodiversità e del futuro green, sostenibile, comunitario”.