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L'UMBRIA VUOLE GARANZIE PRIMA DI APRIRE AI RIFIUTI DALLA CAMPANIA

L'Umbria deciderà se ricevere nuovi rifiutui dalla Campania solo dopo che il Governo avrà dato “precise risposte” sull'impegno chiesto. La regione non esclude un impegno, per quanto sia alle prese con la questione inceneritore.

E' quanto é emerso nella riunione tra il ministro Raffaele Fitto e la Conferenza delle regioni, cui hanno preso parte anche la presidente dell'Umbria Catiuscia Marini e l'assessore regionale ai rifiuti Silvano Rometti.

In particolare, Vasco Errani, presidente della Conferenza delle regioni, ha chiesto al governo di chiarire esplicitamente se siamo di fronte a una situazione di emergenza e di definire di quale tipo di rifiuti si chiede lo smaltimento alle regioni.

In questa sede, molte regioni hanno anticipato un secco “no” ad ogni richiesta di intervento (in particolare quelle capeggiate dalla Lega Nord), mentre l'Umbria ha condiviso le richieste di Errani prima di ogni decisione.

“Il governo indichi formalmente, con un atto collegiale indirizzato a tutte le regioni italiane, la tipologia di rifiuti che si intende smaltire fuori dalla Campania, in quali quantità ed in quali tempi”, ha detto la Marini. “Solo a seguito di precise e formali risposte da parte del governo a queste domande le regioni si sono riservata una decisione, che in ogni caso dovrà coinvolgere, interessare ed impegnare tutte le regioni italiane, nessuna esclusa”.

La presidente umbra ha detto di non essere aperta ad un accordo uguale a quello che portò la scorsa emergenza dei rifiuti campani in Umbria, perché non c'erano sufficienti garanzie sulle tipologie e la quantita di rifiuti in arrivo, ” cosa che ha purtroppo determinato una vicenda giudiziaria, non ancora conclusasi, che ha coinvolto l'assessore regionale all'ambiente ed il sindaco di Orvieto dell'epoca”.

La presidente della regione ha poi accennato alla questione inceneritori, che tiene banco a Perugia e in altri comuni umbri da diverse settimane. “Ho fatto presente al Ministro Fitto anche un altro aspetto, e cioè che la nostra Regione è attualmente impegnata in una fase molto delicata di passaggio e di attuazione del piano regionale dei rifiuti, che sta comportando decisioni altrettanto impegnative, in presenza, inoltre, di una capacità di conferimento nelle nostre discariche ormai molto limitata”.

Mentre Rometti partecipava alla discussione a Roma, nel suo assessorato a Perugia alcuni dirigenti presentavano i dati umbri sulla riduzione dei rifiuti in Umbria tra il 2008 e ottobre 2010 in occasione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti.

Quasi 2 milioni 256 mila bottiglie riutilizzate, 97 mila 489 chili di plastica risparmiata, 321 mila 616 chili di anidride carbonica non emessa in atmosfera, dieci milioni 312 mila litri di acqua di processo non utilizzata e quasi 6 milioni di kilowattora di elettricità non consumati.

“La riduzione dei rifiuti insieme agli interventi per incrementare la raccolta differenziata, costituisce uno degli assi portanti del Piano regionale”, ha detto Rossano Pastura, secondo cui, grazie al diffondersi di distributori di acqua, detersivi e altri materiali sfusi, “dal 2008 al 2009 c'è stata una riduzione di rifiuti del 3,74 per cento pro capite, con una produzione che è passata dai 588 kg del 2008 ai 566 dell'anno successivo”.

“Al minore quantitativo di rifiuti da conferire in discarica – ha aggiunto Pastura – si aggiungono i benefici ambientali dovuti alla mancata emissione di CO2, di risparmio idrico ed energetico”.

I dirigenti si sono detti ottimisti “di poter raggiungere gli obiettivi indicati dal Piano regionale dei rifiuti e dalla normativa europea”, grazie ad un'ulteriore diffusione di sistemi di vendita senza imballaggi.