Due modelli diversi di Umbria, almeno nei propositi, quelli prospettati da Donatella Tesei e Stefania Proietti di fronte alla platea mobilitata dalla Cna al Lyrick di Assisi, nel dibattito politico tra le due aspiranti governatrici per i prossimi cinque anni.
Una platea vera (cosa non scontata di questi tempi), dove accanto a candidati in cerca di visibilità e tifosi militanti dei partiti ci sono gli artigiani e i piccoli imprenditori, che valutano, applaudono, mormorano nei vari passaggi degli interventi. Un po’ per fede politica, ma soprattutto per sottolineare la rispondenza o meno alle loro aspettative di imprenditori, appunto.
Platea che si scalda quando vengono affrontati dalle due candidate alcuni temi, come la sanità. Proietti che va all’attacco su cosa non va. Tesei ricorda da dove è partita, “con il commissario e la guardia di finanza” nelle strutture sanitarie. A un certo punto il direttore Giannangeli è costretto ad intervenire, quando Tesei è stata interrotta dalla rumorosa platea, per ricordare che ciascuna candidata deve poter esprimere il proprio pensiero e rispondere alle domande poste dal moderatore.
Le infrastrutture, altro tema molto dibattuto sulla stampa. “Cinque anni fa erano zero – attacca Tesei – ora l’Umbria è tutta un cantiere”. Ricordando i progetti per agganciare l’alta velocità ferroviaria, gli interventi per la Fcu, quelli sulle strade. E sul Nodo di Perugia: “C’è il progetto, le risorse si trovano. Quello è un problema da risolverlo. Non è stato fatto in 30 anni, dovevamo farlo noi in un anno e mezzo?”. Impegnandosi a completare nei prossimi cinque anni molti degli interventi infrastrutturali.
Proietti ricorda che alcuni dei cantieri sono il risultato di precedenti programmazioni. Lamentato, su quelli approntati dall’amministrazione di centrodestra, l’assenza di condivisione con i Comuni e i territori. Così come nel piano della mobilità. Progetti e interventi, evidenzia, che devono essere ben programmati, nel confronto appunto con i territori interessati, ma anche con le altre regioni. In un’ottica di sistema.
E la termovalorizzazione dei rifiuti. Tesei rivendica la bontà del piano che prevede di chiudere il ciclo dei rifiuti con la termovalorizzazione del css nei siti industriali, autorizzato dalla Regione, e la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore, “moderno e non inquinante”, anche per abbassare le bollette di famiglie e imprese. Aggiungendo: “Chi non vuole il termovalorizzatore, ci deve dire dove vuole realizzare le due discariche che altrimenti servono”.
Proietti spiega perché la sua coalizione è contro il piano. Realizzato, dice, senza studi approfonditi: “L’inceneritore – evidenzia – è sovradimensionato. Può funzionare solo con rifiuti che arrivano con i camion da altre regioni, con un danno d’immagine per l’Umbria verde. E farebbe aumentare la Tari”. Proietti propone in alternativa di aumentare la raccolta differenziata e di promuovere il riutilizzo dei materiali rimanenti, come la plastica.
Passaggi, questi, sottolineati da applausi e mormorii, a seconda delle sensibilità di chi è in platea. Il presidente di Cna Umbria, Michele Carloni, sintetizza la posizione dell’associazione: “Interessante l’utilizzo degli scarti industriali come nuova materia prima. D’altra parte – aggiunge – anche se miglioriamo la raccolta differenziata, ci saranno sempre rifiuti da smaltire. E allora siamo di fronte a un bivio: o realizziamo altre discariche o li bruciamo in un termovalorizzatore e negli impianti industriali con il css”.
“La Cna non è né di destra, né di sinistra: noi stiamo con le imprese” la premessa che aveva fatto il direttore regionale dell’associazione di categoria, Roberto Giannangeli. Che ha poi illustrato le 10 priorità, declinate in 32 proposte, che la Cna pone all’attenzione di chi governerà l’Umbria per i prossimi 5 anni.
L’integrazione tra centri di formazione (dalla scuola a quelli professionali, sino all’Università) e il mondo del lavoro, con attenzione particolare alle esigenze delle piccole imprese.
Politiche di sostegno alla crescita dimensionale delle imprese, proseguendo su quanto fatto in questi ultimi anni.
La riqualificazione del territorio e delle aree dismesse, in particolare nei piccoli comuni, anche per non far venir menola spinta dei bonus per le edilizia nazionali, che saranno ridimensionati in Finanziaria.
Creare nuovi attrattori del turismo, capitalizzando i successi ottenuti negli ultimi anni, ottenuti grazie allo sviluppo del territorio e ad una promozione finalmente integrata dell’Umbria.
Riportare le persone e le imprese nei centri storici, anche migliorandone l’accesso ed i servizi.
Cna propone poi un nuovo modello organizzativo per welfare e sanità.
Tema caldo, quello dei rifiuti. “Il ciclo va chiuso in Umbria” ha detto Giannangeli. Rammaricandosi perché nel piano dei rifiuti non sia stato individuato il luogo dove realizzare il termovalorizzatore. E prospettando l’incenerimento del css nei grandi siti industriali di Gubbio e Terni.
Si chiede anche una Pubblica Amministrazione più vicina alle esigenze delle imprese, che snellisca i procedimenti, anche autorizzativi (ad esempio sulle energie rinnovabili).
Le imprese hanno bisogno di trasporti veloci e comodi. Sulle infrastrutture (Giannangeli ha citato il Nodo di Perugia, ricordando le divisioni tra e all’interno di tutti gli schieramenti) Cna propone un grande patto tra le regioni del Centro Italia. E invia un appello alla politica perché trovi un accordo almeno sulle infrastrutture da condividere: “La vecchia politica, con Pci, Dc, Psi… si sarebbe messa d’accordo).
L’ultimo tema riguarda la richiesta di più riforme, meno tasse e più sviluppo. “La Cna – ha concluso Giannangeli – è per le riforme).
Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, moderatore del confronto, invita nel finale le due candidate a fare una domanda all’altra.
Microfono a Proietti, che chiede: “Presidente, perché tutti questi bandi solo nell’ultimo mese?”. La risposta della governatrice uscente è piuttosto piccata. Ricorda i tempi della programmazione europea e poi chiede, rivolta alla platea: “Se non si conoscono gli Enti, come si può pensare di governare una regione?”.
Tesei, poi, rinuncia a rivolgere a sua volta una domanda all’avversaria. Ma commenta: “Ognuno ha la sua visione. La mia è diversa. Poi ci sono quelle dei partiti all’interno delle coalizioni. Dall’altra parte c’è il no a tutto. Per l’Umbria ci vogliono idee chiare e concretezza”.
Chi non ha assistito al confronto tra le due candidate più accreditate per la vittoria finale alle regionali tra un mese, in sintesi potrebbe chiedere: chi ha vinto? Difficile dare una risposta, anche perché si finirebbe per scivolare inevitabilmente nel campo delle impressioni personali.
La Cna è nata nel dopoguerra come associazione degli artigiani comunisti e socialisti. Ma quella era un’altra era. Nel tempo, artigiani e piccoli imprenditori hanno scelto a quale associazione aderire sulla base di un reale vantaggio per la propria impresa, in termini di supporto e servizi, ma anche di strategia territoriale. Una caratteristica che in Umbria si è accentuata sotto la direzione di Giannangeli, meno ideologica e più pragmatica.
Il gruppo dirigente di Cna, come emerso anche nella relazione del direttore, si è trovato su molti punti delle politiche messe in campo dall’amministrazione Tesei: bandi tagliati anche per le piccole imprese, sviluppo del turismo, infrastrutture, termovalorizzazione dei rifiuti per chiuderne il ciclo. Poi, però, ci sono anche aspetti cari in particolare al campo largo che sostiene Proietti, come la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sostenibile, che Cna ritiene un valore. D’altra parte la platea, al netto dei tifosi mobilitati dai partiti, è sembrata alzare un po’ i decibel degli applausi, agli interventi della candidata del centrosinistra. Che spesso ha fatto riferimento alla sua esperienza da sindaco di Assisi, invitando l’avversaria a non trovare alibi per le cose non fatte. Tesei, invece, è risultata più battagliera, anche nel tono della voce, rivendicando quanto fatto da governatrice e confrontandolo con l’Umbria che aveva trovato al suo insediamento.
Nell’appello finale al voto, Proietti ha tracciato degli ideali da seguire, portando ad esempio progettualità e buone pratiche; Tesei – facilitata in questo dall’essere governatrice uscente – ha parlato di cose fatte e di cose da fare.
Qualcuno, poi, prenderà come termometro le interazioni social agli interventi delle due candidate ripresi dai rispetti staff della comunicazione.
Ma in fondo, chi può aver vinto in questo confronto – come negli altri che ci saranno – conta poco. La vera vittoria sarà quella decretata dalle urne.