Perugia

“L’Umbria non molla”: l’immagine virale dall’ospedale di Perugia, tra abnegazione e proteste

Sta diventando virale sui social la fotografia scattata di tecnici di Radiologia medica dell’ospedale di Perugia. “L’Umbria non molla” è scritto sul retro della tuta di protezione anti Covid indossata da uno dei tecnici. W #lumbrianonmolla sta diventando un hashtag segno della resistenza al Coronavirus nel momento più difficile per il cuore verde d’Italia, costretto ad arginare la presenza di due varianti.

La variante brasiliana e i focolai all’ospedale

Una di queste, quella brasiliana, all’origine di alcuni focolai all’interno dell’ospedale, è stata individuata grazie all’intuizione dei medici e dei ricercatori del laboratorio del Santa Maria della Misericordia, di fronte ad alcune situazioni anomale, come la presenza del Covid in soggetti che ne erano già guariti.


Varianti Covid, così sono entrate
all’ospedale di Perugia


I direttori di Dipartimento: basta accuse ingiuste

I focolai che si sono verificati nei giorni scorsi all’interno di sette reparti dell’ospedale hanno portato il Santa Maria della Misericordia al centro della cronaca, anche nazionale. Tanto da indurre i direttori di Dipartimento ad intervenire contro commenti considerati attacchi “sbagliati nei metodi, ingiustificati nei fatti e ingenerosi nei contenuti”.

I dirigenti lamentano accuse circostanziate e senza contradditorio. E ricordano che esistono canali ufficiali per segnalare eventuali disservizi.

Evidenziano inoltre come l’Azienda Ospedaliera di Perugia sia da sempre “la struttura di punta che per prima viene chiamata a fronteggiare situazioni di emergenza e di particolare complessità nel nostro territorio.  Questo è successo, in modo ininterrotto, dall’esordio di questa pandemia a tutt’oggi”.

E rivendicano il lavoro fatto: “In questi mesi mai sono venuti meno lo spirito di abnegazione, la collaborazione, la solidarietà degli operatori a tutti i livelli, compresi certamente quelli direzionali. Mai abbiamo visto turni e carichi lavorativi spontaneamente allungati o stoicamente accettati come in questo periodo.  Noi tutti, dagli operatori socio sanitari ai primari e alla direzione aziendale, pur operando in condizioni estremamente difficili sul piano professionale e pesanti su quello umano, abbiamo profuso ogni energia per superare insieme questa crisi cercando di mantenere elevati gli standard assistenziali e organizzativi sia su pazienti Covid che su quelli non-Covid (sia pure per questi ultimi con transitorie e inevitabili riduzioni) e certamente continueremo a farlo”.

Il nodo personale

Ingiustificata, inoltre, vengono considerate le accuse riferite alla carenza di personale. “In realtà – scrivono – molte assunzioni sono state fatte negli ultimi mesi e settimane da questa direzione aziendale, seppur numericamente insufficienti a fronteggiare un’improvvisa ondata di tali dimensioni”.  

Quello della carenza di personale per la sanità umbra è un problema che è stato evidenziato dalla governatrice Tesei al ministro Speranza nella visita fatta martedì a Perugia. E del resto, anche il bando nazionale Prociv non ha dato i risultati sperati in termini di reperimento di medici specializzati e infermieri. Tant’è che stanno arrivando dalla Lombardia medici e infermieri a comando (“in prestito”) per fronteggiare l’emergenza. Figure che consentiranno di attivare l’ospedale da campo della Regione, allestito nel piazzale dell’ospedale di Perugia, ma ancora senza pazienti per la carenza di personale.

Intanto fino a venerdì 19 proseguiranno i colloqui con gli infermieri per i contratti di un anno presso le Aziende ospedaliere e sanitarie umbre.

La protesta social dei tirocinanti

Intanto sempre sui social, con l’hashtag #votateafavore gli studenti tirocinanti di area medica sanitaria chiedono la somministrazione del vaccino, dovendo frequentare obbligatoriamente i reparti degli ospedali. Una rivendicazione fatta propria dal capogruppo del Pd Tommaso Bori, che insieme agli altri esponenti della maggioranza domani (giovedì) porterà in Aula le proposte del cosiddetto Salva Umbria nella seduta dedicata all’emergenza sanitaria.