Dopo l’anteprima alla Sala dei Notari, dove nel fine settimane sono state proiettate le prime due puntate de “Il Nome della Rosa”, la fiction tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco debutta questa sera su Rai 1. Otto episodi da cinquanta minuti l’uno suddivisi in quattro serate.
Una fiction che si apre proprio con la più attesa delle scene girate a Perugia, il rogo di Pietro da Todi in piazza IV Novembre.
La serie è una coproduzione 11 Marzo Film, Palomar in collaborazione con Rai Fiction e con Tele Mùnchen Group. Prodotta da Matteo Levi, Carlo Degli Esposti e Nicola Serra, è diretta da Giacomo Battiato con la sceneggiatura scritta da Andrea Porporati e Nigel Williams.
Ci sono volute diciotto settimane di lavorazione e un set principale negli studi di Cinecittà, a Roma, dove sono stati ricostruiti gli interni e gli esterni dell’Abbazia. Esterni nei dintorni di Roma, a Monte Gelato e Monte Tuscolo, poi a Vulci, a Montelabbate e in Umbria, a Bevagna ed appunto a Perugia.
Molta attenzione è stata posta a rumori, suoni e colori “autentici”, che aiutassero a ricreare l’atmosfera: dai cori gregoriani al calpestio dei sandali dei monaci, fino al canto degli uccelli e ai cieli plumbei e minacciosi.
Il direttore Rai Sede regionale Toscana e Umbria, Andrea Jengo, ha fornito i numeri dell’operazione: la serie è costata 26 milioni di euro ed è già stata venduta in 139 paesi nel mondo, più di tremila le comparse. Per la prima volta dopo tanti anni una serie italiana è stata acquistata anche dalla BBC che la trasmetterà in prima serata.
Il direttore ha tenuto a sottolineare che l’evocazione che le fiction televisive sono in grado di dare ai luoghi in cui sono girate le scene è determinante e può essere attrattiva dal punto di vista turistico. Ciò è già avvenuto in Umbria, a Gubbio e Spoleto, per Don Matteo; l’auspicio è che lo stesso possa accadere in relazione al “Nome della Rosa”.
Jengo ha riferito che questo progetto ha richiesto un grande impegno ma rappresenta già un successo ed ha già fatto registrare recensioni positive.
Nel cast anche Leonardo Cenci
Guglielmo da Baskerville è interpretato da John Turturro; Rupert Everett sarà l’inquisitore Bernardo Gui; Damian Hardung il giovane novizio Adso. Fanno parte del cast anche Michael Emerson ($aw L’enigmista, Lost), James Cosmo (Braveheart), Sebastian Koch (Le vite degli altri), Richard Sammel (Bastardi senza gloria, The Strain) e gli italiani Fabrizio Bentivoglio,Greta Scarano, Stefano Fresi, Roberto Herliztka, Alessio Bonì. Al di là del cast stellare del “Nome della Rosa”, oltre 150 perugini hanno partecipato alle riprese come comparse. Tra loro anche Leonardo Cenci, da poco scomparso.
All’adattamento televisivo ha lavorato anche lo stesso Umberto Eco, poco tempo prima della sua scomparsa.
La trama
Nell’inverno del 1327 Guglielmo da Baskerville (John Turturro), un brillante frate francescano, è sulla via di un’isolata abbazia nel Nord Italia dove lo attende il compito di fare da mediatore tra la delegazione di Papa Giovanni XXII e una di dotti francescani, accusati di voler destituire il potere temporale della Chiesa.
Lo accompagna Adso (Damien Hardung), un giovane novizio benedettino di nobili origini, la cui aspirazione è prendere i voti mentre il padre vorrebbe farne un guerriero. Inaspettatamente, l’abbazia si rivela essere un luogo spaventoso, dove un assassino è all’opera. I giorni e le notti che Guglielmo e Adso passeranno in questo luogo saranno costellati di morti, fantasmi, sangue e intricati misteri, perché l’abbazia cela un pericoloso segreto legato alla sua famosissima biblioteca.
E quando Guglielmo sembra sul punto di svelare l’enigma, ecco arrivare lo spietato inquisitore domenicano Bernardo Gui (Rupert Everett), che cerca di sfruttare i delitti per distruggere l’ordine francescano. Monaci, eretici, invidie e una bellissima ragazza dai capelli tossi, che farà scoprire l’amore ad ADso, sono i frammenti di questa serie che è il viaggio iniziatico di un giovane ragazzo e un thriller coinvolgente.