Moltissime persone questa mattina (mercoledì 28 settembre) hanno preso parte, nel piazzale antistante la chiesa di San Niccolò, a Val di Rose (Comune di Lisciano Niccone), all’ultimo saluto a Piero Razzetti, il 30enne che ha perso la vita la notte del 24 settembre in un incidente a Pian di Marte. Non un rito religioso ma un momento per stringersi tutti intorno al feretro del giovane, deposto davanti all’entrata della chiesa e accarezzato dal padre Maurizio per tutto il tempo della cerimonia.
Piero era un fonico, nato, vissuto e cresciuto per la musica. Lavorava per un’azienda che si occupa di eventi e spettacoli. Ha lavorato al Live Rock Festival di Acquaviva, il Cortona Mix Festival e il Lars Rock Fest di Chiusi tanto per dirne alcune. E’ stato proprio un collega di lavoro a ricordare la sua passione per la musica, trasmessagli dal padre Maurizio (conosciutissimo dipendente dell’anagrafe di Lisciano) ed esplosa definitivamente dopo quel concorso da fonico superato con successo all’età di 20 anni. Piero era amato da tutti. Anche il sindaco di Lisciano Gianluca Moscioni, suo coetaneo, lo ha ricordato con parole d’affetto sincero e con quel dolore che da giorni attanaglia tutta la valle. Difficile accettare una morte come questa, a pochi passi da casa, per un ragazzo che amava così tanto la vita.
Il parroco di San Niccolò ha infine promesso che al più presto, all’interno della sua chiesa, avrà luogo un concerto dedicato al giovane scomparso, “perché la gioia della musica era anche la gioia del suo cuore”. Lasciando il piazzale, il carro funebre è stato accompagnato da un grande applauso corale ma non dalla folla dei presenti, rimasti fermi sul posto e in silenzio per molti minuti.
Il collettivo Piranha di Acquaviva a poche ore dall’incidente ha ricordato Piero nel modo più sincero per farlo, parlando del suo lavoro e del modo in cui lo svolgeva: …”Piero Razzetti, fonico, 30 anni appena. Una vita, terribilmente breve, dedicata ai mixer audio e ai palchi di qualsiasi natura. Per rendere possibile l’ascolto e l’entusiasmo di molte migliaia di spettatori e centinaia di artisti internazionali. Il pubblico ci fa caso raramente all’importanza del fonico. I musicisti invece sono ben consapevoli di quanto sia determinante l’ingegnere del suono (questo è il titolo solenne con cui gli inglesi restituiscono l’importanza di tale professione): la consapevolezza tecnica, la capacità organizzativa, la virtù di prevenire e sedare le ansie dell’artista. La fonica è una scienza che presuppone competenze fisiche, la psicologia si muove su tutt’altre e niente affatto comprovabili teorie. Ecco, Piero tutto questo ce l’aveva dentro, anche se sembrava non farci caso: gli veniva così, spontaneo, come spontaneo e per niente smaliziato era l’invito che rivolgeva ai musicisti per porre fine al rito del sound check, la prova dei suoni che precede l’esibizione: “Dai ragazzi, ultimo pezzo e poi si va a cena”…