“Auguro a tutte le giovani coppie di poter avere, un giorno, dei figli, come i nostri”.
Con queste toccanti parole, rotte dalla commozione, Domenico Metelli a nome anche della moglie Adele, del figlio Pierluigi e del giovane fidanzato Eugenio, ha voluto rendere l’estremo omaggio alla figlia Eleonora.
E poi, un lungo, lunghissimo e fragroso applauso ha riecheggiato nella cattedrale di San Feliciano, gremita come non mai, quasi a volere riempire un vuoto infinito, un silenzio senza tempo.
Per descrivere la toccante cerimonia si potrebbero prendere in prestito le parole immortali del Bando di Giostra, perchè tutto si è svolto all’insegna della ‘concordia e dell’amor della cittade tutta’: il lutto infatti, non ha colpito solo la famiglia Metelli, i parenti e gli affetti più cari, ma un’intera comunità, un’intera città, l’intero Popolo della Quintana.
Autorità civili, militari, religiose, semplici cittadini, popolani con al collo i fazzoletti di tutti i rioni, presenti in Duomo con le bandiere listate a lutto, così come il Gonfalone della Quintana.
Proprio vero, difronte alla morte, davanti a tragedie di questo tipo, siamo tutti uguali, tutti fratelli a piangere una giovane vita, una figlia, una parente, una fidanzata, una professionista, una folignate, una quintanara, una rionale…
“Non esiste un dolore più grande più grande per una madre e un padre, che assistere alla morte dei propri figli, è come se si fermasse il tempo aprendo una voragine sul passato e sul futuro. La vita – ha detto il vescovo Gualtiero Sigismondi nella sua commovente omelia – è come un cavallo bianco della vostra Quintana, che ci passa davanti al galoppo e che in un istante sparisce via dagli occhi. La vita terrena è inestimabile e breve, ma la morte è stata vinta da Cristo Salvatore, e noi preghiamo, perchè ora, la Tua giovinezza, rifiorisce, per sempre, accanto a Te”.
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