Il consiglio regionale dell’Umbria è impegnato nella discussione della proposta di legge, sintesi delle singole proposte di più gruppi (Fdi, Udc, Idv), per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico (in Umbria le stime recenti riferiscono di due milioni di euro spesi al giorno negli oltre 4.000 apparecchi installati).
Una partenza di dibattito contrastata, dopo che Raffaele Nevi, capogruppo di Forza Italia, il quale aveva fatto notare che gli uffici della giunta avevano messo in risalto, sulla proposta in questione, la mancanza di copertura finanziaria. Il presidente del consiglio, Eros Brega, ha ribadito di aver a suo tempo inviato una lettera agli uffici dell’assemblea per ribadire la necessità che ogni atto dovesse arrivare in aula con la opportuna copertura finanziaria. Dopo una sospensione per verificare l’effettività della carenza di copertura evidenziata da Nevi, Brega ha ripreso i lavori decidendo di cominciare la discussione.
Ad illustrare in aula la proposta di legge è stato il capogruppo Fdi, Franco Zaffini, il quale ha specificato che l’intento della normativa “non è colpire il gioco legale, ma quello patologico”. Lo stesso Zaffini, nel corso del proprio intervento, ha definito “biscazziere uno Stato che trae dei vantaggi economici dal gioco d’azzardo”. La proposta di legge contro le ludopatie prevede, tra l’altro, la creazione di gruppi di auto-aiuto e l’attivazione di un numero verde regionale, il divieto di disporre di slot-machine per i locali che si trovano a meno di 500 metri dalle scuole e la previsione di un marchio etico “No-slot” per i locali pubblici che rinunciano alla istallazione di apparecchi da gioco. Infine sono previste agevolazioni fiscali sulla quota Irap regionale per gli esercizi che, per una scelta di coscienza, rinunciano agli incassi delle slot-machine.