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Ludopatia, stessi limiti per sale da gioco e sale scommesse

15 voti favorevoli e 3 astenuti di M5S e FI: passa così in Regione Umbria la proposta di modifica della legge regionale “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”, di iniziativa della consigliera Carla Casciari (Pd).

Con la nuova si forniscono “alle amministrazioni locali ulteriori strumenti per fronteggiare con tempestività e certezza i rischi provenienti dal proliferare anche sul territorio regionale di luoghi dediti ad attività riconducibili al gioco d’azzardo, mirando a introdurre l’equiparazione tra le sale da gioco e le sale scommesse, sottoponendo anche queste ultime ai limiti previsti relativamente alla distanza da punti sensibili come scuole, centri di aggregazione giovanili e luoghi di culto”. La proposta prevede analogamente il coinvolgimento dei gestori delle sale scommesse nei percorsi di formazione obbligatoria per le sale da gioco e introduce la diffusione di materiale informativo sul rischio del gioco patologico anche nelle sale scommesse.

Inoltre, a seguito di un emendamento proposto dal consigliere Smacchi (PD) già nei lavori della Commissione competente, è stato introdotto un articolo che prevede la possibilità per i Comuni, al fine di tutelare la salute e la quiete pubblica, di “disporre limitazioni orarie all’esercizio del gioco tramite apparecchi elettronici all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse e degli esercizi pubblici e commerciali nei momenti di massimo afflusso”.

Le differenze – Su questo argomento non c’è stata identità di vedute, così i consiglieri Nevi (FI) e Ricci (RP) hanno sottolineato che orari diversi da Comune a Comune comporterebbero una serie di problemi quali spostamenti da una sede all’altra e conseguenti difficoltà di gestione per i sindaci, senza contare che internet è aperto tutto il giorno e si potrebbe comunque continuare a giocare. A questo proposito Nevi e Ricci avevano presentato un emendamento soppressivo che è stato bocciato con il voto contrario di Mancini e Fiorini-LN, Leonelli, Porzi, Casciari, Barberini, Cecchini, Guasticchi-PD, Solinas-MistoMDP e l’astensione di Carbonari e Liberati-M5s, Chiaccheroni e Smacchi-PD, Squarta-FDI, De Vincenzi-RP, Rometti-SER. Per superare le difformità è stato quindi approvato un ordine del giorno realizzato su proposta del capogruppo del Pd, Gianfranco Chiacchieroni, integrato dal contributo proveniente da altro ordine del giorno firmato da Raffaele Nevi (FI), che impegna la Giunta regionale ai fini di una compiuta attuazione del disegno di legge ad un’azione di forte sensibilizzazione politica verso il Governo tesa a realizzare “una chiara e netta direttiva in campo nazionale che riguardi gli orari di accesso a sale giochi e simili, tale da consentire applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale”. Tale ordine del giorno è stato approvato con voto favorevole di PD, SER, Misto-MDP, FdI, FI: voto contrario di LN e astensione di M5S.
Non approvati, infine due emendamenti proposti il primo da Carbonari e Liberati (M5S) (ampliamento dell’elenco dei luoghi “sensibili”), il secondo da Mancini e Fiorini (LN) (norme più stringenti sulle macchine da gioco che equiparano il rinnovo del contratto di licenza alla nuova istallazione).

E non è l’unica critica che arriva alla legge. Dai vertici del Comune di Perugia il messaggio è chiaro: “la legge non è retroattiva. Il sindaco non può nulla più di quanto non sia già stato fatto. Nè tantomeno si potrà nulla per quanto accaduto con l’apertura della sala scommesse a Porta Pesa. Quanto accaduto oggi in Regione riguarda solo il futuro, non certo il presente o il passato”.

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