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Ludopatia, l’Adoc scrive ai sindaci umbri

Dopo il dibattito della scorsa primavera, “d’intesa con il nuovo segretario regionale Mauro Giorgi abbiamo deciso di aprire in Umbria un centro di ascolto per la legalità e l’assistenza nei confronti di chi ha una dipendenza con il gioco d’azzardo”.
Il leader nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, si presenterà con questo annuncio alle elezioni provinciali Idv, in programma domani pomeriggio, venerdì, al Decò Hotel di Ponte San Giovanni. L’intervento di Messina è previsto poco dopo le 17, in chiusura di congresso. “Pochi ricordano che siamo stati il primo partito a chiedere l’abolizione totale del gioco d’azzardo, con una raccolta firme colpevolmente snobbata dal grande circuito dell’informazione, lo stesso che oggi lamenta, o peggio disconosce ancora, gli effetti della sciagurata invasione di sale giochi e macchinette. A leggere le cifre ufficiali si può desumere che l’Umbria giochi più di due miliardi di euro l’anno, soldi che da soli potrebbero risolvere tutte le crisi industriali in corso e che noi lasciamo andare nelle mani di pochi, se non addirittura nelle tasche della mafia”.

Anche Adoc si inserisce in questo dicorso, con una lettera inviata a tutti i sindaci. “Il gioco d’azzardo oggi si è trasformato in un business in grado di attrarre investitori. Un elemento cruciale è sicuramente l’ampiezza e la recente diversificazione dell’offerta attraverso l’introduzione e la pubblicizzazione di nuovi spazi di gioco, online da casa, attraverso il cellulare, il digitale terrestre, il computer e il telefono.
L’invito a “giocare con moderazione” che spesso accompagna la pubblicità dei giochi, risulta assolutamente inutile, e paradossale, in quanto la caratteristica clinica dei giocatori ( gamblers ) è proprio la difficoltà, o impossibilità, di controllo dell’atto compulsivo di giocare/azzardare.
Resta da sottolineare, inoltre, che laddove si individua tra le variabili determinanti il fenomeno di “contesto favorevole” possa e debba intendersi anche una positiva correlazione tra crisi economica (reale o percepita) e il ricorso al gioco d’azzardo. I giocatori d’azzardo, infatti, tendono ad utilizzare quale prima difesa il pensiero razionale di risolvere problemi economici (propri o della famiglia) attraverso il gioco d’azzardo. Da una ricerca del 2011, del Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo, si evince una relazione diretta tra ricorso al gioco, minor scolarizzazione e minor livello occupazionale.
Dal 1980 il “gambling” viene classificato dall’APA (American Psychological Association) quale disturbo psichico. La letteratura scientifica più recente ci supporta nell’affermare con certezza che questa particolare forma di dipendenza necessita di interventi psicologici e psicoterapeutici rivolti anzitutto all’individuo, e che si facciano carico anche di lavorare sul contesto familiare, quale contesto che favorisce l’insorgere e il persistere della patologia.
Nello studio più recente e accreditato sulla dipendenza da gioco d’azzardo “Pathological Gambling”, Harvard medical School, pubblicato sull’Harvard mental Health Letter, vol. 27, n. 2 – Agosto 2010, si evidenzia come le iniziali intuizioni sul trattamento di questi pazienti siano state confermate dalla ricerca clinica in studi longitudinali. Il GAP necessità di un trattamento ad hoc, basato su quanto già sperimentato nel campo delle dipendenze patologiche come sopra citate, poiché infatti risponde bene a trattamenti combinati di lavoro in gruppo affiancati ad una psicoterapia individuale che lavori sulle motivazioni, le emozioni e i comportamenti connessi al gambling”.

Cosa fare –In quest’ottica – continua l’Adoc – è evidente la necessità di pensare a strutture ed operatori specializzati e competenti dedicati alla diagnosi, cura e riabilitazione del GAP.  Un tale presidio sul territorio, in collaborazione con la Regione, diverrebbe strumento utile non solo all’intervento, ma anche alle attività di prevenzione e monitoraggio del fenomeno. Riconoscere che il Gioco d’Azzardo è un comportamento a rischio, con problematiche correlate sia di ordine psicopatologico, che sociali che finanziarie gravi; inserire il trattamento dei giocatori problematici e dei giocatori patologici, nei Livelli Essenziali di Assistenza; prevedere un codice etico specifico per la pubblicità, che eviti inutili riferimenti alla moderazione e espliciti i reali rischi connessi al gioco d’azzardo; destini una significativa quota degli introiti, all’implementazione dei servizi pubblici e privati accreditati per il trattamento psicologico integrato dei giocatori patologici, destinando le somme alle Regioni, come fondi vincolati al trattamento del GAP; sostenga, anche economicamente, l’attività di ricerca specifica sul fenomeno e sulle evidenze scientifiche di trattamento. Cinque provvedimenti che reputiamo il comune potrebbe assumere da subito: la limitazione degli orari delle sale giochi e delle “macchinette” la cui presenza e’ dilagata in ogni dove; prevedere nel nuovo Regolamento Urbanistivo Edilizio zone dove il gioco d’azzardo e’ vietato: sicuramente nella zona della stazione, delle scuole e in prossimità di bancomat; limitare la pubblicità e vietare l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online; studiare le possibilità che un Comune ha in relazione alla fiscalità locale. In termini di tasse sulle sale da gioco. E in termini di riduzione delle tasse ai bar che, occupando coi loro tavoli spazi esterni al locale, rinunciano alle slot machine o giochi d’azzardo; riconoscimento simbolico ai gestori di locali pubblici che hanno scelto di non mettere le slot nei loro locali. A Palermo il Comune assieme a Libera e altre associazioni contro il gioco d’azzardo, hanno deciso di “premiare” questi gestori con una targa, Ci sembra una buona idea”.

La legislazione – Sono misure sufficienti? No, ma e’ cio’ che le Leggi attuali mi consentono di fare. Contemporaneamente, insieme a tutti i Sindaci dell’Umbria chiedere una nuova legislazione nazionale che per noi deve avere queste dieci caratteristiche. Bisogna investire risorse per tutelare la salute degli individui: va impedito realmente il gioco ai minori di 18 anni, vanno curati I giocatori patologici e assistite le loro famiglie. Si devono avviare ricerche e forme di monitoraggio e studio sul gioco d’azzardo patologico. Le autorizzazioni all’apertura delle sale da gioco devono essere concesse dal Sindaco, sentito il Questore. Lo 0.50 per cento delle somme giocate deve essere dato ai Comuni per investire in attività formative e culturali. Si devono applicare le leggi antimafia: nessuna concessione a condannati o imputati e alle loro famiglie. L’ identità dei mandanti o dei titolari effettivi delle società deve essere chiara e ogni movimento di denaro deve essere tracciabile. Entro due anni si potrà giocare d’azzardo solo nelle sale da gioco autorizzate. Devono essere regolamentati i luoghi fisici del gioco d’azzardo e definite chiaramente le modalità di gioco. Deve essere limitata la pubblicità e deve essere impedito l’utilizzo del wifi pubblico per giocare online. Deve essere incrementato il fondo antiusura per il pagamento dei debiti da gioco d’azzardo patologico. Deve essere riportata la tassazione sul gioco d’azzardo al 30 per cento, che a regime vale 20 miliardi di euro per le casse dello Stato, e deve essere incrementato il prelievo fiscale anche sul gioco online”. Così conclude Adoc.