Il teatro Pavone ha ospitato venerdì sera uno degli appuntamenti più attesi del Festival Del Giornalismo: Luca Telese, che ha presentato lo spettacolo “ Tabula Rasa”: interessante percorso politico e sociale nell'utlimo ventennio italiano.
Nella prima parte dell'intervento il giornalista de La7 e del Fatto Quotidiano, ha ripercorso gli ultimi vent'anni della storia politica italiana, non utilizzando la solita lettura incentrata sull'ascesa ed il percorso di Silvio Berlusconi, ma concentrando l'attenzione sulle vicende e gli avvicendamenti interni alla sinistra e gli errori commessi che hanno portato , secondo Telese, alla perdita dell'identità politica della stessa.
Telese ha così ripercorso gli avvenimenti politici con puntuali citazioni e la tagliente ironia giornalistica che lo contraddistingue: dalla gaffe di Occhetto “ abbiamo messo in piedi una gioiosa macchina da guerra”, alla peripezie di Massimo D'Alema tra il sostegno al governo Prodi del 1996, alla Presidenza Del Consiglio del 1998; alle battaglie per i diritti civili dell'ultimo decennio, dal mancato sostegno al referendum sulla procreazione assistita, alla sconfitta dei PAX, divenuti DICO e successivamente dimenticati grazie al veto dell'On. Binetti e al lassismo dell'establishment della sinistra.
L'attenzione si è poi spostata sui problemi del lavoro in Italia e in particolare sugli sviluppi della vicenda FIAT.
Raccontando la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese per costi di trasporto e del viaggio di un pistone FIAT prodotto in Campania, assemblato in Messico in autovetture destinate al mercato italiano. Telese afferma: “Mi ha colpito che nessuno si è ricordato di questo viaggio che costava 800 euro, dalla lontana Sicilia fino a Napoli, quando è stato venduto come una grande trovata pubblicitaria il fatto che questo pistone viaggiatore facesse il giro del mondo e tornasse da un continente all'altro”.
L'intervento si è infine concluso con un'analisi dei cambiamenti della nostra società , dove lo stato sociale protegge sempre meno gli individui più vulnerabili economicamente, favorendo piccole cerchie d'individui detentori della maggior parte della ricchezza. Questo si accompagna ad una perdita di diritti civili e politici, conquistati con dure lotte nel corso dello scorso secolo, che trasformano radicalmente il volto dell'Europa.
L'augurio finale di Telese rivolto alla sinistra è quello di un ritorno ai contenuti che le sono stati propri: “Io sogno un mondo in cui sia spezzata questa legge che stanno imponendo culturalmente e poi giuridicamente, la morale evangelica rovesciata : a chi non ha sarà tolto, a chi ha sarà dato…”