Città di Castello

Lotta alle dipendenze, Consiglio promuoverà confronto pubblico

Le dipendenze, soprattutto giovanili, sono un problema in espansione e il Consiglio comunale vuole promuovere un confronto pubblico (probabilmente una conferenza di servizi) con tutti i soggetti interessati per conoscerlo nella sua incidenza locale e individuare percorsi di dialogo, campagne di sensibilizzazione e azioni a contrasto del fenomeno: nonostante il documento del gruppo Tiferno Insieme fosse un’interpellanza, dall’assise di Città di Castello è emerso un orientamento convergente sulla necessità di un’iniziativa forte contro le dipendenze patologiche da sostanze illecite come la droga o lecite, come tabacco, alcol, psicofarmaci, e da comportamenti come il gioco d’azzardo.

Il fenomeno è sempre più diffuso e problematico –  ha detto Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, presentando il documento – “Le dipendenze sono la lebbra del secolo, di una società che non sa amministrare alti livelli di benessere. Assume connotazioni di gravità per la particolare esposizione al problema nei giovani. Purtroppo Città di Castello non è un’isola felice. Chiediamo un quadro aggiornato del problema e un’integrazione delle Linee programmatiche con strategie specifiche”.

L’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini ha reso noti i dati della relazione del Distretto sanitario:

Numericamente il fenomeno si sostanzia in 362 pazienti da droghe classiche, 13 da cocaina e 3 da farmaci, 13 da ludopatia, di cui 6 presi in carico nel 2016. Gli alcolisti sono 121. Se non emergesse solo la punta dell’iceberg, saremmo in linea con il trend nazionale. In realtà molti casi non arrivano ai servizi e in media ci arrivano dopo 5 anni di dipendenza. Su questo piano di prevenzione ed intervento tempestivo, famiglia e scuola possono fare molto

Quanto alle strategie, ha precisato l’assessore, “lo strumento giusto è il Piano sociale di zona perché gli interventi devono avere un livello superiore di coordinamento e devono dispiegarsi su un orizzonte di medio periodo”.

Valerio Mancini (Lega Nord), ha fatto un plauso alla proposta di modifica alla legge regionale per allontanare le slot machine di almeno 500 metri da luoghi sensibili come le scuole mentre il collega Riccardo Augusto Marchetti (capogruppo) ha ribadito che “i giovani vanno impegnati. L’Umbria sta diventando la regione del vino: il proibizionismo non serve a niente. Meglio certezza della pena per spacciatori, educazione civica nelle scuole”.

Per Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) “il sistema è orientato a stimolare comportamenti a rischio ma non dobbiamo dirci vinti. Prevenzione al primo posto”. “Non dimentichiamo che il maggior azionista del gioco d’azzardo è lo Stato – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani che, invitando a cogliere l’aspetto goliardico, ha proposto “di riaprire le case chiuse come valvole di sfogo per abbattere altre dipendenze”.

Massimo Minciotti (Pd) ha parlato della difficoltà di “imporre divieti ai giovani, come nel caso del fumo, in un regime di tolleranza di fatto e di come le dipendenze non abbiano età”. Marco Gasperi, capogruppo M5S, ha invitato il Comune ad “un regime duro verso gli spacciatori”.

Solo un movimento a rete (struttura sanitaria, amministrazione, famiglia e scuola) – ha detto il capogruppo Pd Gaetano Zucchini – può affrontare la sfida”. Sul tipo di iniziativa pubblica Ursula Masciarri (Psi) ha proposto “un Consiglio comunale aperto con un dibattito a 360 gradi”, “una delle opzioni possibili” anche per il sindaco Luciano Bacchetta, “purché sia elastica e permeabile a contributi esterni. Il primo strumento da usare è la comunicazione con i ragazzi, non va mai interrotta, anche quando è difficile. Nelle linee programmatiche la tematica è stata posta ma nessuno ha ricette risolutive, anche perché le forme del disagio e della devianza sono molteplici”.

Bene la conferenza di servizi” ha detto Morini, invitando il Comune a “fare i controlli di sua competenza attraverso i Vigili Urbani e individuando oltre i termini di cura, prevenzione e repressione, l’educazione come nuova frontiera”.