Ci risiamo. Un’ordinanza che dà lo stop alla musica live di un locale, questa volta in corso Garibaldi. La notizia è arrivata tra capo e collo al gestore del piccolo bistrot all’aperto a pochi passi dal parco Sant’Angelo proprio a ridosso del fine settimana. Il titolare del locale è venuto a sapere dello stop alla musica live dai quotidiani locali poiché ad oggi, a mezzogiorno di sabato mattina, non ha ricevuto nessun atto ufficiale. Torna ad accendersi, così, la polemica sulla politica anti rumore condotta da anni nel centro storico che ha già colpito un altro locale dell’Acropoli, dopo una serie di ordinanze stop & go.
Stop alla musica. Secondo un’ordinanza sindacale datata 9 settembre, infatti, il locale deve modificare le emissioni sonore, poiché i rilievi effettuati da Arpa hanno dimostrato che i decibel prodotti dalla musica sono superiori rispetto a quanto consentito dalla legge. Le rilevazioni dell’Arpa effettuate il 27 luglio da una casa le cui finestre affacciano proprio sopra al locale, sono arrivati dopo una serie di esposti, due, firmati dai residenti di corso Garibaldi. Una serata, quella di fine luglio, in cui nel piccolo locale del centro storico si suonava “la pizzica”. Sul palco, infatti, si stava esibendo un gruppo composto da voce, chitarra e tamburello.
Gli esposti. Tutto ha inizio a luglio quando, dopo pochi giorni dall’inaugurazione del locale rimasto chiuso per due anni, in Comune sono arrivati due esposti in cui viene richiesta “l’immediata cessazione dell’attività”. Il primo esposto con data 7 luglio, il secondo datato l’11 è correlato da 56 firme di residenti della zona di Porta Sant’Angelo. Gli abitanti, infatti, si dicono “costretti ad avere le case impregnate di musica che non abbiamo scelto e di rumori fastidiosi, è profondamente disagevole”. Una “vita impossibile”, assicura uno dei firmatari, a causa di “musica alta e schiamazzi che anche con lo stop alla musica” per legge entro la mezzanotte, “il problema persiste dato che i clienti emettono schiamazzi fino alle 2 a 3 di notte”. Il cosiddetto chiacchiericcio.
Il rapporto Arpa. Così il rilievo effettuato dall’Arpa da una delle case attorno al locale sotto accusa, ha evidenziato dalle 22 alle 2 del mattino, a finestre aperte, “un valore del livello di immissione differenziale di rumore massimo pari a + 32,1 dEcibel (superiore a + 30 decibel durante il concerto di musica dal vivo), e sempre superiore a più di 15 dedibel per la restante durata della serata nel periodo di massimo affollamento”. Infine il responso: “Il valore limite di + 3 decibel stabilito dalla normativa vigente è risultato superato”.
I tecnici Arpa nell’arco della serata hanno effettuato ben 15 rilevazioni acustiche durante le quali sono stati evidenziati valori superiori a quelli consentiti, dando così ragione alle proteste dei residenti e allertando gli uffici smart city del Comune sulla situazione. Il rapporto è stato quindi inviato all’Asl in modo da valutarne la criticità e gli effetti sulla salute degli abitanti. Co me assicurano da palazzo dei Priori, la priorità è infatti quela di “tutelare i diritti dei cittadini al riposo nelle ore notturne“. Un superamento dei volumi del rumore e, secondo l’atto dell’Asl, “Sono tali da rendere impossibile il sonno e il riposo“. È così il Comune ha imposto ai gestori del locale “l’immediata cessazione delle serate con musica dal vivo, sino ad eventuale realizzazione degli interventi necessari alla riduzione di rumorosità prodotta alla verifica dell’adeguatezza degli stessi ai fini del rispetto dei limiti della normativa vigente, con la revoca del presente provvedimento”.
Lotta al rumore. I concerti in programma dal locale oggetto della ordinanza andranno avanti per il weekend poiché, ricordiamo, al momento il gestore del locale non ha ricevuto la notifica dello stop alla musica. Al termine dell’estate 2016 sono stati due i locali “puniti” dalle ordinanze contro il rumore notturno nel centro storico e la polemica anti movida si fa semper più forte. Come annunciato giorni fa dall’assessore al commercio Cristiana Casaioli la situazione non sarà facilmente risolvibile, di fatto c’è che se “da una parte il Comune deve tutelare i residenti dal situazioni di disagio, dall’altra parte va assicurato anche ai commercianti di poter svolgere al meglio proprio lavoro”.