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Lonely, Guida al sucidio a Spoleto – La controversa “opera” di Pucci presentata fra critiche, lodi e qualche balla di troppo

Carlo Vantaggioli

Luca Pucci è un artista, secondo l’accezione comune del termine, ed anche per la biografia che lo riguarda. Ma ieri pomeriggio, alla presentazione della sua “Lonely – Guida turistica al suicidio dal Ponte delle Torri di Spoleto”, è apparso più come un “artefice”, un bravo artigiano del falso che con una certa sapienza, affiancato da un mentore-editor come Emanuele De Donno, ha messo in piedi un discreto casino pubblicando un fake della guida Lonely Planet, in cui l’elemento centrale della faccenda ruota intorno a come suicidarsi con criterio a Spoleto, specificamente al Ponte delle Torri.
Su cosa sia successo prima di questo appuntamento non ci ripetiamo, bastando gli articoli precedenti pubblicati da Tuttoggi.info allegati a questo articolo. Si avrà così la percezione del dibattito che è nato intorno all’iniziativa. Per quanto riguarda invece ciò che è accaduto ieri pomeriggio in una sala dell’Hotel Gattapone, proprio davanti al Ponte delle Torri, vale la pena di fare qualche puntualizzazione. La prima è che la stampa era stata sì invitata, ma con una funzione quasi notarile, quella di registrare la presentazione che è invece diretta al pubblico. Lo specifica De Donno, il quale non manca di rampognare i giornalisti per come hanno trattato il tema prima di ieri sera, sfruttando la visione di alcune copie della guida definite “di cortesia”, muletti ai box insomma, che non andavano divulgate prima dell’appuntamento al Gattapone. Gioca con le parole De Donno e se la dialettica si fa concitata prova anche a bacchettare: neanche fosse un gip al quale stai rilasciando dichiarazioni da mettere a verbale. Così precisa che l'iniziativa è una “presentazione, non una conferenza stampa” che si è davanti ad un “libro d'artista” e non “libro d'arte”. Non chiarisce cosa serva allora la stampa, confermando il sospetto di volerla utilizzare a suo modo e piacimento. Anche Pucci ci prova, cercando di smentire in pubblico una sua dichiarazione riportata su queste colonne, a firma di Carlo Ceraso, circa il fatto che “il sindaco commetterebbe un errore a non venire alla conferenza stampa”. L'autore-artista non sa che in sala c'è anche il direttore di Tuttoggi.info che al giochetto dello “sputtanamento d'artista” non ci sta, con buona pace del Pucci costretto ad un immediato dietro front.
Chiarito quindi che ciò che stiamo scrivendo avrebbe dovuto essere, secondo l’editor, il rendiconto stenografico della serata, e considerato che chi scrive è sufficientemente vecchio per non farsi infilare i calzettoni dalla mamma, possiamo passare a ciò che ci ha colpito di questo surreale appuntamento.
La prima considerazione è che c’erano diversi giovani, una trentina, quasi tutti non spoletini; una cerchia di fedelissimi dell’artista-artefice Luca Pucci. Qualche addetto ai lavori – fra i nomi più significativi quelli del prof. Bernardino Ragni, degli artisti Franco Troiani e Jeffry Isaac e, a conclusione di serata, l’architetto Giorgio Flamini -, appena tre colleghi di altre testate oltre Tuttoggi.info. La città pare quindi non ne abbia voluto sapere.
Se lo sdegno sul tema portante della guida fosse stato reale allora avremmo visto una reazione decisamente più viva. Si deve prendere atto che a Spoleto le questioni importanti, e non, vengono affrontate così, alla Sor Tentenna, senza metterci la faccia, un po’ come fa Nanni Moretti in Ecce Bombo quando non sa decidersi se andare alla festa (clicca qui). Del resto in arte, guidati ahinoi da Vincenzo Cerami, siamo stati già temprati dai canestri del M° Albanese!
Svanito lo spauracchio di una possibile reazione focosa alla pubblicazione della guida-fake, e con i volti rassicurati una volta capito, Emanuele De Donno e Luca Pucci hanno tentato di spiegare la ratio dell’opera. Più De Donno che Pucci per la verità, perché l’artista assisano è apparso un po’ a disagio con le parole in pubblico e smozzicando frasi ha riassunto il senso di un viaggio verso la possibile “meta finale del suicidio a Spoleto”. Scopo finale della guida, dichiarato dall’artista-artefice, quello di annoiare a tal punto il soggetto dante causa con la visita di Spoleto, da indurlo a rinunciare al gesto estremo: il tutto sotto la supervisione di un cane lupo, Lonley ( sic!) che lavora ora per i Vigili del Fuoco, ora per la Polizia municipale. Ecco! Poi la coppia De Donno – Pucci si sbalordisce se il sindaco di Spoleto si incazza!
E non ci sarebbe altro da spiegare di questa opera d’arte-artificiale. Come definirla, di plastica, un decoupage, provocatoria, paradossale, sarcastica? Una boiata pazzesca?
Il Pucci-artefice, ci mette almeno la buona volontà di ricercare tutte le notizie utili per una corretta informazione sul monumento Ponte delle Torri, inclusi molti dettagli sulla città ed una minuziosa scheda naturalistica dell’ambiente circostante ad opera del Prof. Bernardino Ragni, molto compiaciuto e compiacente ieri pomeriggio per la collaborazione. Ragni si è spinto al punto di dire che la pubblicazione è una “buona ricerca scientifica”: siamo convinti che le tesi di laurea che gli sottopongono i suoi studenti sono più originali, meno ricopiate.
La fattura della guida è ottima, non c’è che dire, essendo una falsa riproduzione della più famosa guida americana. Grafica e impaginazione attirano l’attenzione, come anche il cambio repentino di incolonnamento dei testi e del carattere tipografico, o anche del tipo di carta usata. In pratica niente di nuovo rispetto alla ben più rivoluzionaria Guida Meccanica Imbullonata (1927) di Fortunato Depero, la famosa Dinamo-Azari. I contenuti sono tutti presi copia-incolla da siti, quotidiani, libri. Tanto che saranno sì e no una quindicina le paginette scritte dal Pucci: al quale ieri è sfuggito, in risposta alla domanda di una interessata anziana signora, che “sì, sono l'autore, ma in realtà gli autori di questo libro sono molti”. Chissà se avrà voluto mettere le mani avanti per la presunta violazione di copyright.
Ma allora che c’è di nuovo in tutto questo bailamme, a parte il fatto che la guida stessa non è destinata alla vendita ma, in un numero limitato, ad un circuito di gallerie d’arte e di musei?
Ci piacerebbe lasciare ai Commenti dei lettori la risposta, ma temiamo che, come è già accaduto negli articoli precedenti, un gruppetto di fans dell’artista-artefice, si metta a magnificare le lodi dell’arte uber alles. Ieri pomeriggio, tanto per fare un esempio concreto, un giovanissimo fan ha tentato di dire che l’opera è incriticabile in quanto espressione artistica, adombrando così la insindacabilità di qualunque cosa un umano targato “Artista” emetta, a meno che non lo faccia qualcuno che di professione è critico d’arte. Non nascondiamo di aver avuto un moto di repulsione per questo proto fascismo intellettuale e abbiamo spiegato a voce alta al giovane virgulto che, visto che non la pensiamo allo stesso modo, avrebbe dovuto ascoltarci perché spesso ciò che appare non “è”, e perché anche l’artista ad ogni azione deve aspettarsi una reazione. Dalla mini discussione avuta emerge la deriva più pericolosa che l’operazione Guida al suicidio a Spoleto mette in luce, ed è quella dell’arte confinata in enclave di super esperti ed amanti passionali, sedotti e non abbandonati, che “sinceramente democratici” non accettano una critica ragionata altrui, alla luce di una pessima autoreferenzialità. Ecco cosa c’è di nuovo allora nell’operazione De Donno-Pucci, e bene è stato essere presenti alla presentazione (non conferenza stampa).
Il vero atto artistico di ieri pomeriggio, è stato criticare l’arte.
E senza tentennamenti, non sono mancati i nostri “in bocca al canelupo” a Luca Pucci e Emanuele De Donno, liberi di esprimersi, come lo siamo noi di Tuttoggi.info di dire la nostra. Alle istituzioni invece valutare se c'è stato un uso improprio del bene pubblico, del monumento simbolo della città, e se è stata violata l'immagine della stessa.

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