Logge di Braccio, Umbria Grida Terra in piazza per il "no" al choco-bar - Tuttoggi.info

Logge di Braccio, Umbria Grida Terra in piazza per il “no” al choco-bar

Cristiana Mapelli

Logge di Braccio, Umbria Grida Terra in piazza per il “no” al choco-bar

Assenti il sindaco Romizi e il cardinale Bassetti invitati al dibattito| Lo striscione: "Sloggia, più cazzotti meno baci"
Lun, 09/05/2016 - 09:09

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Finalmente Umbria Grida Terra ce l’ha fatto ed ha avuto la sua giornata dedicata al dibattito cittadino. Domenica pomeriggio, il gruppo che contesta l’apertura del choco – bar a firma Guarducci e Nestlè sotto le Logge di Braccio in piazza IV Novembre, si è ritrovato per manifestare le proprie ragioni insieme ad alcuni cittadini del centro storico. Tra gli assenti spiccano gli invitati al dibattito: il sindaco Andrea Romizi e il cardinale Bassetti.

Sloggia, più cazzotti e meno baci” lo striscione che troneggia sotto le Logge, mentre si alternano gli  interventi di Vittoria Ferdinandi, Giovanni Cenci e i perugini che  questo luogo lo vogliono vivere tutti i giorni. I punti principali della loro protesta: le Logge sono uno spazio pubblico che non va privatizzato, la Nestlè è una multinazionale che sfrutta il lavoro minorile e la manifestazione di Guarducci, (crittica fatta anche da Colaiacovo settimane fa durante un incontro della Carisp sul bilancio della Fondazione) alla città lascia ben poco, se non cartacce e sporcizia.

Quanto a chi dice che le Logge sono solo luogo di degrado, e che il choco bar potrebbe aiutare a risolvere questa situazione, i giovani di Umbria grida terra rispondono: “Spaccio e abbandono sotto le Logge? Al Comune non interessa”. Insomma, domenica pomeriggio, sotto le scalette del Duomo, i manifestanti hanno raccontato una città passiva e in preda alle brutture, come le “casette” in piazza del Circo, nuovo mercato (s)scoperto. Quello che deve esser comunque chiaro, sottolinea il team di Umbria Grida Terra, è che questo coro contro la privatizzazione delle Logge non è una battaglia contro il singolo, ma una “sorveglianza sull’operato dell’amministrazione pubblica”, affinché si adoperi a ricreare una partecipazione collettiva anziché affittare uno dei luoghi più belli della città ad una “multinazionale che paga le tasse in Svizzera o alle logiche commerciali di Eurochocolate”. E infine una promessa “Combatteremo per questo, anche attraverso vie legali”.

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