Ospiti di eccezione: il vescovo di Perugia Paolo Giulietti, il patron di Eurochocolate Eugenio Guarducci, il sindaco Andrea Romizi accompagnato dall’assessore alla cultura Teresa Severini e quello al marketing Michele Fioroni. Tutti radunati all’interno del cantiere in cui in tempi record si stanno svolgendo i lavori di riqualificazione delle logge che a breve di entreranno il Choco-bar a marchio Perugina.
Se fino ad ora erano risultati assenti alle iniziative organizzate in piazza da Umbria grida terra, contraria all’ennesima privatizzazione di uno spazio pubblico a danno della città, le istituzioni oggi hanno presenziato alla visita al cantiere dei nuovi locali delle Logge. “Se l’amministrazione comunale – spiega Giovanni Cenci dell’associazione – negli anni, non ha saputo risolvere il problema così come non ci sono riusciti i proprietari di questo luogo, la soluzione, non è svenderlo a privati”. “Se questo è un luogo dove la gente viene a fare i propri bisogni allora metti amo dei bagni pubblici, se c’è la droga significa che mancano politiche sociali che mirano all’inclusione dei soggetti. Questo è il vostro lavoro, risolver i problemi”.
Luogo di culto? Il vignaiolo resistenti Giovanni Cenci domanda al patron di Eurochocolate “Le Logge sono un luogo di culto? Le tasse sono pagate?. A tranquillizzare su come sotto le Logge, qualsiasi cittadino, sarà il benvenuto anche senza consumare al choco bar è ancora una volta Eugenio Guarducci. “L’attività darà lavoro ad almeno 6 persone. Ci stiamo impegnando per terminare i lavori entro l’8 giugno e inaugurare, nel pieno rispetto delle regole. Se questo è un luogo di culto? È sempre stato uno spazio commerciale, fino dal 1928. Qualcuno dimentica che, qualche anno fa, qui dentro venivano vendute anche le Nike. Non era quella una multinazionale?”.
La Chiesa. Una polemica, questa, nata tra ciò che è di proprietà del pubblico e invece quella che appartiene al privato. “Siamo davanti – dice il vescovo Giulietti – ad una vera collaborazione tra istituzioni e privati, il tutto per il bene comune. Chiesa, Comune e operatori commerciali al lavoro. Quando sarà funzionante i cittadini sapranno dirci se era meglio prima o dopo”.
Il Comune. “Questa è la piazza principale e il cuore della città – ha spiegato Romizi – e bisogna ascoltare anche chi ha opinioni diverse. Noi riqualifichiamo, non privatizziamo”.
Il fuoriscena. Un incontro in armonia quello che si è svolto mercoledi mattina, ma che si è concluso con una polemica scoppiata tra l’assessore Fioroni e il vignaiolo Giovanni Cenci, definito dall’amministratore della città un “figlio di papà”, capace di crearsi l’azienda vitivinicola solo grazie ai soldi di famiglia. Una “scivolata” davvero poco piacevole e che ha creato diverse tensioni proprio al termine di un incontro, quello tra istituzioni e una parte della città, molto produttivo.