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Lo spettacolo dell’aurora boreale (torna) nei cieli dell’Umbria

Dopo il fenomeno più sporadico dello scorso novembre, l’aurora boreale è tornata a “colorare” i cieli dell’Umbria nella serata di ieri (venerdì 10 maggio).

Stavolta il fenomeno è stato “catturato” in varie parti della regione come anche nel resto d’Italia. Alla nostra redazione ne sono arrivate alcune scattate dalla rocca del Monte di Sant’Ubaldo a Gubbio, dove l’autore Marco Silvioli ha raccontato di essersela “vista di colpo davanti agli occhi“.

Un altro scatto arriva invece da Spoleto, dove Giulio Capoccioni, già esperto “cacciatore di aurore” in varie parti del mondo ha detto che non si sarebbe “mai aspettato di vederla nei cieli di casa“.

L’aurora boreale è il prodotto dell’interazione tra le particelle emesse dal Sole e il campo magnetico terrestre, dove sono presenti gas come ossigeno e azoto. E’ stato proprio il notevole flusso di particelle solari di queste ore – dovuto ad un livello di attività particolarmente elevato del sole stesso – a dare luminosità a tali gas e determinare quindi il fenomeno, solitamente comune solo nelle zone nordiche del pianeta. In questo la tempesta solare (e geomagnetica) è stata particolarmente forte, di livello G4, il secondo più alto sulla scala di riferimento. Un evento simile non accadeva dal 2005.

L’altra “anomalia” evidente è il colore, che in questo caso presentava un’evidente tonalità di rosa e viola. La “tonalità” delle aurore dipende da fattori come i gas che compongono l’atmosfera, l’altezza alla quale si sviluppano e l’energia posseduta dalle particelle del vento solare. Il colore più comune è il verde, emesso dall’ossigeno colpito da elettroni incidenti ad alta energia (negli strati più bassi dell’atmosfera), mentre per elettroni incidenti a bassa energia l’ossigeno emette luce tendente al rosso. L’azoto generalmente emette luce blu. La fusione di questi colori può portare a presenze di viola, rosa e bianco.