(Adnkronos) - Ombrelloni chiusi in tutta Italia, ma solo per due ore, le meno frequentate in spiaggia, e così i disagi per i clienti praticamente non ci sono stati.
La partecipazione allo sciopero degli imprenditori balneari che ha superato "ogni aspettativa", secondo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente Fiba-Confesercenti. "I nostri clienti - hanno spiegato - hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro". "Anche i turisti stranieri - aggiungono - sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30.000 imprese balneari italiane e il lavoro di 100.000 addetti diretti che superano il milione con l’indotto”.
Eppure per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, lo sciopero è stato "una sceneggiata" che si è chiusa "a tarallucci e vino, o forse dovremmo dire a pane e pomodoro, considerato che alcuni gestori hanno optato per fare banchetti e brindisi con i loro clienti". Molti stabilimenti infatti, hanno spiegato anche Capacchione e Rustignoli, hanno offerto "caffè e cornetto per compensare del piccolo disagio". "Tutto - hanno aggiunto - si è svolto in completa sicurezza e senza problemi di nessun genere. Nel corso della mobilitazione nazionale, poi, tutti gli altri molteplici servizi offerti dagli stabilimenti balneari, ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, sono stati garantiti. I clienti lo hanno definito lo 'sciopero gentile'".
"Evidentemente - ha ribattuto Dona - i nostri avvertimenti di possibili azioni di risarcimento del danno in caso di disservizi, ha indotto molti a più miti consigli, invogliandoli o non aderire affatto allo sciopero o, ancor meglio, a trasformarlo in un'azione dimostrativa, non solo annullando i possibili disagi ai loro clienti, ma addirittura traducendoli in una azione a vantaggio dei consumatori". A confermarlo anche gli utenti dei social che hanno commentato le foto e i video delle file di ombrelloni che i gestori hanno condiviso in rete: "Ma chi va in spiagga dalle 7.30 alle 9.30?", "Se fate la foto domani alla stessa ora non si nota la differenza".
"Siamo assolutamente decisi - hanno dichiarato i presidenti di Sib e Fiba - a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”.
(Adnkronos) –
Ombrelloni chiusi in tutta Italia, ma solo per due ore, le meno frequentate in spiaggia, e così i disagi per i clienti praticamente non ci sono stati.
La partecipazione allo sciopero degli imprenditori balneari che ha superato “ogni aspettativa”, secondo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente Fiba-Confesercenti. “I nostri clienti – hanno spiegato – hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro”. “Anche i turisti stranieri – aggiungono – sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30.000 imprese balneari italiane e il lavoro di 100.000 addetti diretti che superano il milione con l’indotto”.
Eppure per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, lo sciopero è stato “una sceneggiata” che si è chiusa “a tarallucci e vino, o forse dovremmo dire a pane e pomodoro, considerato che alcuni gestori hanno optato per fare banchetti e brindisi con i loro clienti”. Molti stabilimenti infatti, hanno spiegato anche Capacchione e Rustignoli, hanno offerto “caffè e cornetto per compensare del piccolo disagio”. “Tutto – hanno aggiunto – si è svolto in completa sicurezza e senza problemi di nessun genere. Nel corso della mobilitazione nazionale, poi, tutti gli altri molteplici servizi offerti dagli stabilimenti balneari, ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, sono stati garantiti. I clienti lo hanno definito lo ‘sciopero gentile'”.
“Evidentemente – ha ribattuto Dona – i nostri avvertimenti di possibili azioni di risarcimento del danno in caso di disservizi, ha indotto molti a più miti consigli, invogliandoli o non aderire affatto allo sciopero o, ancor meglio, a trasformarlo in un’azione dimostrativa, non solo annullando i possibili disagi ai loro clienti, ma addirittura traducendoli in una azione a vantaggio dei consumatori”. A confermarlo anche gli utenti dei social che hanno commentato le foto e i video delle file di ombrelloni che i gestori hanno condiviso in rete: “Ma chi va in spiagga dalle 7.30 alle 9.30?”, “Se fate la foto domani alla stessa ora non si nota la differenza”.
“Siamo assolutamente decisi – hanno dichiarato i presidenti di Sib e Fiba – a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”.