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LIZA MINNELLI A UJ11, SANTA GIULIANA COME BROADWAY E LAS VEGAS. VIP DI HOLLYWOOD, CHI LI HA VISTI ? (foto di S. Dottori)

Carlo Vantaggioli

Che fosse una serata particolare, e non solo il debutto Italiano dello spettacolo di Liza Minnelli lo si è capito dalla lunga sfilata di grisaglie grigie e abiti da sera su tacco 12 che ininterrotta ha fatto il suo ingresso in Arena già dalle 20,00 suscitando un broncio perplesso sulle facce delle tante addette dello staff all’accoglienza del Santa Giuliana.
Ai fianchi del palco campeggiano due maxi cartelli con il logo dello sponsor della serata, Unicredit. In effetti dal taglio sartoriale stereotipato, c’era da giurarlo che ci fosse di mezzo una banca. Subito tornano alla memoria mille aneddoti, come quello raccontantoci da una solare e simpatica addetta, che dopo aver sgranato gli occhi per la sfilata di tacchi e mise luccicose, ricorda sogghignando come al concerto di Elton John ad UJ 2005, anche quello sponsorizzato da una banca, il cantante dopo essersi speso molto, ma insoddisfatto della reazione algida delle prime file “ingrisaglite”, si girò e da sotto gli occhialini proferì un sibilante “ …Back to the grave”, tornate nelle bare. Tanto per gradire!
La Signora Minnelli invece è troppo spiritosa per fare una cosa del genere. Al limite, ipotizziamo, sarebbe scesa e li avrebbe strattonati un po’, o si sarebbe seduta sulle ginocchia del più importante della banda per sussurargli una canzone cheek to cheek.
Ecco, il filo conduttore del concerto di Liza Minnelli è stato proprio questo, simpatia e dialogo confidenziale con il pubblico come nella più grande tradizione degli show americani stile Broadway, meglio ancora come i grandi concerti spettacolo che si tenevano negli anni ’50-’60 nei Casinò di Las Vegas, celeberrimo il Sands dove si esibiva stabile il Rat Pack, ossia Sammy Davis Jr., Frank Sinatra, Dean Martin, Tony Bennett.
La Minnelli sa come presentarsi, sa come blandire anche la persona più imbalsamata. Quando le star arrivano ad una età matura, e magari dopo una vita costellata da dolori ed eccessi, il pubblico sa come perdonare ed apprezzare il tono confidenziale dell’artista. Sa che per lui quello è un momento catartico.
Una Minnelli ancora smagliante, con una voce non più potente, ma capace lo stesso di scale e tenuta sulle note più alte ancora decente, piacevole diremmo. Il repertorio scelto è quello della sua vita, dei suoi incontri, del suo mondo, delle sue amicizie, della musica di Ira Gershwin, Irving Berlin, Oscar Levant. Gradevolissimo e legato, nel senso musicale, da una band degna di tale nome, che in maniera discreta segue Liza come un ombra, sopperendo con la potenza degli strumenti quando la loro musa si affatica.
Siparietti a gogo e fiatone da nonna ostentato verso il pubblico, come dire “ Mi fate faticare…ma vi seppellirò tutti”, tanto per rimanere in tema di bare come sopra.
Si muove molto sul palco, accenna ai passi di danza che fanno dire “Eccola …è lei”, gigioneggia sui suoi malanni, e sulle scarpe tropo strette. E siccome lei è la Signora Liza Minelli si siede e se le toglie passeggiando il lungo ed il largo per il palco con il pubblico in evidente stato di grazia, soprattutto le prime file che si toglierebbero loro volentieri le grisaglie ed i tacchi 12.
Gioca in continuazione con una tazza da thé, rigorosamente black, da sera insomma, nella quale ci deve essere qualche pozione o tisanetta di quelle che alzano l’autostima e schiariscono la voce. Un vero cheek to cheek con il mondo.
Duetta in modo splendido con il pianista della band e si siede in mezzo ai suoi musicisti mentre li ascolta suonare un pezzo dove possono esibirsi con degli assoli. Canta Cabaret per rompere il ghiaccio, rimando senza fiato per un paio di minuti, ma tutto alla luce dei riflettori, “nuda” davanti al suo pubblico e poi chiude con New York New York, parodiando se stessa sull’ultimo cambio di tonalità che prevede l’acuto finale, bloccandosi, fingendo colpi di tosse, raschiando l’epiglottide e bevendo generosamente dalla taumaturgica tazza nera. Ovviamente chiude la canzone come sempre , con il finale trattenuto fino allo sfinimento. Potenza della tazza…
E per salutare il pubblico in piedi ed osannante, si concede e regala un flautato pezzo “a cappella”.
Non si poteva avere di più. I bancari saranno contenti.
Per la cronaca, il gossip degli ultimi giorni, che voleva presenti al concerto i vip ospiti a Passignano dal Regista George Lucas, è stato promosso a puntata di “Chi l’ha visto?”. Poiché fotografi e giornalisti sono stati “recintati” in spazi di sicurezza distanti dalle prime file almeno 200 metri, e sono state concesse riprese e scatti per pochissimi minuti in un angolo defilato dell’arena, si è potuto sapere che forse, il condizionale è d’obbligo, nella prima fila erano presenti Robert De Niro e George Lucas. Ma chi li ha visti?
In fondo chi se ne importa, Liza c’era.

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(Le foto sono di Stefano Dottori per Tuttoggi.info)