Era quasi mezzanotte quando alla Sala Operativa della Questura è arrivata una richiesta di aiuto dalla zona di via Settevalli. Una donna di origini romene – classe 1978 – ha richiesto l’intervento della polizia di Stato perché in lite violenta con il proprio compagno, un cittadino italiano classe 1942.
Il diverbio era scaturito dalla decisione della 44enne di recarsi in ospedale a far visita a una conoscente e dal disaccordo dell’uomo, che era degenerato in urla e insulti tanto da far sentire la donna in pericolo.
Riportata la calma, dopo una serie di accertamenti condotti dagli agenti, l’intervento è stato inserito sulla piattaforma SCUDO. Si tratta dell’applicativo interforze realizzato del Ministero dell’Interno, nato da uno specifico progetto elaborato dalla Direzione Centrale Anticrimine, che consente non solo di archiviare i dati che emergono dai vari interventi ma anche di monitorare in tempo reale le dinamiche dei fenomeni di violenza. Gli interventi inseriti in SCUDO riguardano sia gli episodi rientranti nel così detto “Codice Rosso”, connessi alla violenza di genere, sia gli episodi che – seppur non caratterizzati da particolari gravità o aggressività – come le liti verbali, attraverso una condotta abituale potrebbero assumere profili di gravità degenerando in atti persecutori o maltrattamenti contro familiare o convivente.