“Il campo largo non esiste più”. Giuseppe Conte sceglie Bruno Vespa per annunciare su Rai Uno la rottura definitiva, l’ennesima, con Matteo Renzi.
“Non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, rottamare” attacca il presidente pentastellato alla domanda sulle elezioni amministrative in Umbria ed Emilia Romagna che seguiranno quelle in Liguria.
Ma Conte chiama in causa anche il perno della coalizione larga di centrosinistra, il Pd. Che per il leader pentastellato non ha la consapevolezza che il M5s sta ponendo “un problema politico serio”. E se sui contenuti c’è un dialogo in atto, sul metodo “bisogna intendersi”.
Insomma, Conte chiede al Pd di scegliere: o il Movimento 5 stelle, o Italia Viva.
Renzi ribatte immediatamente. Ricordando che Iv in Emilia Romagna era in maggioranza a sostegno di Bonaccini prima e di Priolo poi, sostenendo il centrodestra dagli attacchi delle opposizioni di destra e del M5s. Assicurando: “Alle prossime elezioni regionali ci presenteremo a fianco di De Pascale (il candidato del centrosinistra, ndr) con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato”.
Le conseguenze in Umbria
Renzi in Emilia Romagna sta nel campo largo abbandonato in Liguria. E in Umbria? Il leader di Iv per ora non ne parla, tenendosi le mani libere. Ma a un mese e mezzo dalle elezioni, il nodo va sciolto. Anche perché in Umbria il centrosinistra, con la candidata Stefania Proietti, prova a ripetere l’operazione fatta con Vittoria Ferdinandi a Perugia.
Nel capoluogo si è assistito alla diaspora Iv tra Monni, Scoccia e la stessa candidata del campo largo. Ma per le regionali, dal forte sapore politico, lasciare di fatto libertà di voto rischierebbe di far sciogliere il partito di Renzi. Fibrillazioni a cui, nell’area del terremotato Terzo Polo, si uniscono quelle vissute in Azione.
E in una disputa Tesei – Proietti accreditata all’ultimo voto, ogni defezione (o adesione) potrebbe rivelarsi decisiva.
Ma in Umbria l’asse Pd – M5s costruito da Bori e De Luca è solido, al di sopra delle fibrillazioni politiche nazionali. Spiega infatti lo stesso capogruppo regionale pentastellato: “Non esiste alcun caso Umbria, così come non esiste alcuna frizione o criticità interna rispetto alle dinamiche nazionali. L’appoggio di Italia Viva alle elezioni regionali si è limitato a una semplice manifestazione di sostegno alla candidata presidente, senza che questo comporti alcuna implicazione diretta nella coalizione. Siamo in perfetta sintonia con la linea espressa dal presidente Conte – chiarisce però De Luca – che ha ribadito la necessità di tracciare un perimetro chiaro e identitario per qualsiasi alleanza”.
E ancora: “Il nostro obiettivo non è un’alleanza a tutti i costi, ma un progetto politico fondato su valori e principi condivisi. Il percorso intrapreso in Umbria, in cui abbiamo messo al centro della discussione i temi e le priorità dei cittadini, in questo caso potrebbe servire da esempio anche a livello nazionale. Qui abbiamo lavorato per costruire un’alleanza basata su una visione comune, senza piegarci a logiche di potere o opportunismi elettorali. È questo l’approccio che ha distinto la nascita del Patto Avanti”.
Alla fine, nel campo largo comparirà il simbolo pentastellato. Non quello di Italia Viva, con i suoi candidati che troveranno spazio in un contenitore civico.
A a destra si prova ad affondare il coltello nella piaga a sinistra. Così il segretario umbro della Lega, Riccardo Augusto Marchetti: “Conte ha dichiarato la fine del campo largo, un fallimento annunciato dato che si tratta di forze politiche diametralmente opposte che tentano di far sintesi con l’unico obiettivo di racimolare voti, ma sui temi concreti hanno posizioni inconciliabili. Cosa ne sarà in Umbria del campo extra-large che sostiene Stefania Proietti e che vede i cattolici andare a braccetto con i promotori dell’utero in affitto, favorevoli anche alle adozioni gay? Per governare servono unità e concretezza: coalizzarsi solo nella speranza di ottenere maggiore consenso, senza porsi il problema di cosa accadrebbe poi alla prova dei fatti di amministrare, è da totali irresponsabili. Certo, non c’è da sorprendersi: l’unico obiettivo dell’ammucchiata della sinistra umbra – conclude Marchetti – non è lavorare a vantaggio dei cittadini, ma tentare di riappropriarsi dei ruoli di potere. E come li hanno gestiti in passato, è noto a tutti”.