Sarà il 2020 la data clou per il nuovo progetto dell’Istituto Amedeo Modigliani, annunciato ieri in una conferenza stampa alla presenza del sindaco, Fabrizio Cardarelli , del presidente dell’Istituto Luciano Renzi e del Prof. Alberto D’Atanasio curatore della mostra Modigliani: les Femmes allestita in occasione del Festival dei Due Mondi e prorogata fino al 10 settembre. Punto centrale del progetto, che cade appunto nella data di celebrazione del centenario della scomparsa dell’artista, l’ampliamento delle opere esposte con il metodo della fotografia ad altissima risoluzione e retroilluminata sino a raggiungere lo stesso contenuto del Catalogo di Ambrogio Ceroni, unanimemente riconosciuto come il più completo sull’opera di Modigliani, e contenente 337 opere certe attribuite al grande artista.
Una iniziativa rilevante per l’impegno di cui necessita tutto il lavoro a monte della esposizione. Un sforzo che non mette paura al presidente dell’Istituto Luciano Renzi che con determinazione ha quindi pensato di spostare la sede ufficiale dell’Istituto Modigliani proprio a Spoleto.
L’Istituto gode di moltissime relazioni nazionali e internazionali, relazioni che consentono di avere grandi possibilità nella realizzazione di autorevoli mostre o incontri su Modigliani e la scelta di Spoleto si collega ad un importante bisogno dell’Istituto, quello di avere un partner tecnico in loco di grande spessore per l’analisi, le indagini operative e la certificazione delle opere dell’artista livornese. Il partner è stato individuato nella Coo.Be.C. di Spoleto, una delle pochissime realtà nazionali in grado di operare con grandissima professionalità nel settore del restauro e delle indagini diagnostiche sulle opere d’arte.
Nel progetto del 2020 c’è anche spazio per i grandi autori viventi italiani, e non, che se vorranno potranno donare un opera per arricchire la cosiddetta “mostra impossibile”, che con la tecnologia oggi a disposizione può diventare una realtà virtuale, capace anche di innescare un circolo virtuoso dove la conoscenza dell’artista passa dalla materialità dell’opera alla sua riproduzione certificata e molto prossima al reale. Una sfida interessante, al momento unica e al tempo stesso titanica.
Il presidente Renzi non nega le difficoltà, sopratutto economiche, per la realizzazione del progetto ma ringrazia intanto il sindaco Cardarelli per la disponibilità immediata a trovare una sede adeguata per l’Istituto, anche se poi le necessità operative consiglierebbero di avere a disposizione almeno 6mila metri quadrati di superficie espositiva. In ogni caso per il 2020 il progetto intanto prevede che la sede operativa di Spoleto svolga tutta il lavoro preparatorio, non escludendo magari piccoli step espositivi negli anni precedenti la data clou. Ci sono contatti intanto con Matera che è stata incoronata recentemente Capitale Europea della Cultura per il 2019, la location più probabile di una esposizione di dimensioni molto prossime al progetto annunciato delle 337 opere. Nel frattempo sta per partire la prima fase di ricerca di sponsor privati ed istituzionali e una iniziativa di Crowfunding attraverso la rete. Luciano Renzi sottolinea infatti che fino ad ora tutto ciò che l’Istituto ha fatto, inclusa la mostra spoletina, è frutto di autofinanziamento.
Soddisfatto il sindaco Cardarelli che vede nel progetto dell’Istituto Amedeo Modigliani, una conferma del nuovo corso della città sempre più caratterizzata e al servizio della cultura, intesa come motore trainante dell’economia del territorio.
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