L’Istituto tecnico agrario di Sant’Anatolia di Narco, nel cuore della Valnerina, apre le porte per il prossimo anno scolastico con ben 7 appuntamenti individuati per far conoscere una delle più prestigiose realtà della scuola umbra (in Regione se ne contano solo altre 4) che resta saldamente un caposaldo per tutta la filiera agroalimentare grazie ad importanti investimenti sia in attrezzature all’avanguardia (come il simulatore per la guida dei trattori), sia per lo sviluppo di laboratori per aumentare e diversificare la produzione degli stessi prodotti che gli allievi preparano sotto la guida dei propri insegnanti.
Tre gli incontri “Studente per un giorno” fissati per il 15 dicembre prossimo, 12 e 16 gennaio 2026; ben 4 gli Open day (13 dicembre 2025; 10, 17 e 24 gennaio 2026) per consentire a studenti e relative famiglie di poter fare un consapevole percorso di studi – quello in Gestione dell’ambiente e del territorio – con diversi sbocchi professionali, sia nel pubblico che nel privato, senza dimenticare il prosieguo universitario.
Scorrendo i dati che la dirigente Giovanna Ridente, insieme alla professoressa Francesca Fabiani, ci mostra, si intuisce che l’Istituto agrario non risente particolari crisi nelle iscrizioni, considerando la particolarità delle materie trattate, la denatalità e, non da ultimo, che, potenzialmente, ogni studente sarà ben presto un imprenditore (in proprio o in aiuto all’azienda di famiglia). Tanto che l’anno scolastico in corso registra 2 iscritti in più rispetto a quello precedente e resta sostanzialmente in linea con il recente passato, anche quando c’era la necessità di istituire due sezioni.
Singolare, seppur distante dal prevalere, la presenza delle studentesse che raggiungono un buon 20% sul totale della compagine studentesca.
Alle materie primarie (italiano, inglese, matematica, economia) si aggiungono chimica, fisica produzione animali e vegetali, trasformazioni dei prodotti, genio rurale, biotecnologie agrarie, gestione dell’ambiente e del territorio, estimo e marketing.
Anche l’ITAS ha una propria azienda agricola con un patrimonio catastale che supera i 15 ettari tra terreni seminativi, coltivazioni arboree (oliveto e frutteto), pascolo polifita, bosco e alcune serre. Importante anche le attrezzature destinate al settore tra cui 2 trattori, 1 caricatore frontale, 1 rimorchio, 1 seminatrice combinata, 1 rullo frangizolle, 1 aratro bivomere, l’atomizzatore-nebulizzatore, estirpatore e trinciatore.
Va da sé che una parte delle lezioni si svolga all’aria aperta – quello che gli antichi greci destinavano anche per le lezione umanistiche – con una varietà di operazioni. Quelle legate all’oliveto vanno dalla potatura alla raccolta, cernita e defogliazione manuale delle olive, stoccaggio, consegna e pesatura al frantoio di Spoleto (Feliziani), molitura ed estrazione dell’olio, l’imbottigliamento, l’etichettatura e la vendita del famoso extravergine umbro. Anche l’etichetta è stata realizzata in classe, con la riproduzione delle olive e lo scenario della suggestiva a far da sfondo.
Nel 2024 l’oliveto dell’Itas, per gli amanti dei numeri, ha prodotto 487 chili di olive e 67 chili di extravergine che viene venduto, per i fortunati che riescono ad acquistarlo vista la quantità (solitamente al Mercatino di Natale di Scheggino a alla Primavera in Valnerina) ad un importo competitivo anche rispetto alla grande distribuzione, 15 euro al litro.
Non meno impegnativi i percorsi per la cura del frutteto, delle aree seminative (fave e piselli) e delle serre: in quella grande si coltivano ortaggi quali cavoli, radicchio, spinaci, bietole, zucchine, ecc.; quella piccola è destinata alla semina e propagazione di colture su cassoni riscaldati di colture orticole e floricole, talee di colture floricole e arboree.
Studenti salutano l’anno scolastico a bordo dei trattori, Video
Non mancano i riconoscimenti: se al 2019 risale il primo posto nella gara nazionale di potatura dell’olivo a vaso policonico, di quest’anno, nell’ambito di AgriUmbria 2025, è il 2ndo posto conquistato nella gara di Valutazione della razza chianina, kermesse che vede affrontarsi studenti provenienti da tutta Italia, valutati dalle esperte Commissioni esaminatrici dell’AIA (l’Associazione italiana allevatori).
Nel futuro disegnato dalla dirigente Ridente con i propri docenti c’è quello di implementare il laboratorio per la lavorazione del miele, del formaggio e della birra (prodotto quest’ultimo su cui l’Umbria già da tre anni – in una straordinaria sinergia che ha visto affiancate Regione, UniPg Agraria e il Cerb, Centro di ricerca per l’eccellenza della birra della stessa Università – sta puntando per avere una filiera propria a cominciare dalla stessa produzione di malto per sganciarsi così dalle importazioni dei principali Paesi come Egitto, Germania, Indonesia, e realizzare una bevanda 100% Made in Italy, pardon, Made in Umbria.
ISTITUTO AGRARIO, LE ATTIVITÀ OPEN AIR
Curato dal professor Giordano Fratini è da poco partito il progetto “The walking mountain” con gli studenti coinvolti in attività open air come trekking, mountain bike, rafting, escursionismo con lo sguardo rivolto alle eccellenze paesaggistiche del territorio. “Questa connessione tra sport, natura e tradizione enogastronomica ha come obiettivo quello di potenziare l’offerta occupazionale e turistica del territorio. Ogni studente deve avere la possibilità di scegliere il suo territorio nel prossimo futuro osservando la marginalità geografica non attraverso il fenomeno dello spopolamento, ma come opportunità di valorizzazione di un ambiente naturale incontaminato da raccontare” ci illustra il professor Fratini.
“SCUOLA SANA, PECCATO LE ILLAZIONI DI UNA ASSOCIAZIONE”
Nel corso della visita la dirigente scolastica si mostra soddisfatta del lavoro svolto dal corpo docente ma anche dalla passione dei propri allievi.
Difficile però celare il rammarico per la recente presa di posizione della lista civica Prima Spoleto del presidente Pietro Testaguzza (politicamente legata a Obiettivo comune del consigliere Sergio Grifoni) che, pur ricorrendo all’uso del condizionale, si è lasciata andare all’allarme circa la “impossibilità di iscriversi nell’imminente futuro, al primo anno dell’Itas” con gli studenti interessati che verrebbero dirottati “in primis verso quello di Todi”.
“Affermazioni che dispiacciono” dice la dirigente “per i costanti obiettivi raggiunti che devono tener conto sia della peculiarità degli insegnamenti, sia della posizione geografica che ci fa trovare al centro della Valnerina ma anche vicini alla fascia olivata che va da Spoleto ad Assisi. Nessuna polemica per carità, ma una più attenta analisi sarebbe stata opportuna per rispetto di quanti operano in questa scuola” conclude la dirigente al termine della visita.
L’Istituto tecnico agrario di Sant’Anatolia di Narco, vale ricordarlo, è uno dei 5 Istituti umbri insieme ai 3 in provincia di Perugia (Todi, Gubbio e Città di Castello) e a quello di Fabro in provincia di Terni
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