Ancora 23mila prestazioni da evadere, nonostante il grande impegno dell’Usl Umbria 2 per ridurre le liste d’attesa, pure grazie alle convenzioni sia con l’azienda ospedaliera di Terni sia con strutture private. E’ il dato emerso durante il confronto tra Cgil e Uil e la direzione dell’azienda sanitaria che ha competenza su tutta la provincia di Terni, sul Folignate, lo Spoletino e la Valnerina.
Un incontro arrivato mentre anche a livello nazionale si sta cercando di risolvere il problema delle liste d’attesa, che interessa tutta Italia, con la Camera che ieri ha dato il via libera al decreto legge.
“La direzione aziendale – si legge in una nota delle due organizzazioni sindacali – ci ha ribadito che rispetto all’ultimo decreto della Giunta Regionale relativo alle liste di attesa sta producendo un sforzo per efficientare il sistema e ampliare le prestazioni in convenzione, sia con l’azienda ospedaliera di Terni sia con strutture private, che hanno effettuato circa il 50% delle attività complessive. Dai dati forniti relativi al primo semestre, richieste nuove e già evase, risultano 23.000 le prestazioni ancora in attesa”.
La direzione ha evidenziato comunque come il problema “liste d’attesa” continui ad esserci, nonostante un miglioramento degli ultimi mesi. “Questo – scrivono ancora Cgil e Uil – sarebbe causato secondo la direzione, da un lato dell’appropriatezza delle richieste da parte dei medici di Medicina Generale, e dall’altro da un elevato tasso di assenza all’appuntamento dei pazienti interessati”.
“Come organizzazioni sindacali presenti all’incontro – continuano Cgil e Uil – abbiamo ribadito di non condividere le scelte politiche regionali, caratterizzate da interventi di natura emergenziale (investendo tra l’altro sul privato), che allegeriscono temporaneamente il problema senza soluzioni definitive, possibili solamente attraverso una programmazione di interventi strutturali”.
“Abbiamo altresì evidenziato le criticità del territorio legate all’aumento di richiesta delle prestazioni, e la necessità di prevedere investimenti nel pubblico, non in convenzione, in grado di poter rispondere alle richieste delle cittadine e cittadini”. In particolare, Cgil e Uil hanno ribadito l’urgenza di destinare risorse al potenziamento degli organici, che permetterebbe di aumentare il numero di prestazioni erogabili intervenendo anche su dotazioni tecnologiche adeguate e rispondenti alle necessità.
“Occorre una pianificazione generale e territoriale capace di rispondere complessivamente ai bisogni sanitari – concludono Cgil e Uil – che tenga insieme territorio, prevenzione, ruolo e attività dei Medici di Base, investimenti in Case della Salute e piena integrazione tra Usl e Azienda Ospedaliera, dentro una logica di reale presa in carico delle persone”.
Rispetto ai tanti temi emersi e sollevati dalle organizzazioni sindacali alla direzione aziendale si è convenuto di programmare un ulteriore aggiornamento nel mese di settembre, al fine di monitorare costantemente l’andamento delle liste d’attesa, entrare nei dettagli delle criticità e tentare di compiere le scelte necessarie per poter rispondere al meglio ai problemi ancora esistenti.