La sanità altotiberina e, soprattutto, le liste d’attesa, ieri (12 dicembre) sono tornate al centro del Consiglio comunale di Città di Castello, attraverso un’interrogazione del gruppo Socialista tifernate.
L’atto – come spiegato dal consigliere Luigi Gennari – è antecedente alla commissione sulla sanità avvenuta lo scorso gennaio a Città di Castello (per via telematica) con l’assessore regionale Luca Coletto, “che tra l’altro non ha dato nessuna risposta concreta su un argomento così importante, blaterando in politichese con parole irriverenti e insoddisfacenti”.
“Visto che recentemente è stato deliberato dalla Regione Umbria un programma di razionalizzazioni trasversali su tanti settori sanitari – hanno premesso i socialisti (insieme a Gennari anche Grasselli e Tanzi) nella loro interrogazione al sindaco – le liste d’attesa per usufruire di un esame diagnostico sono tuttora molto lunghe, se non addirittura bloccate per certe casistiche. Chiediamo di conoscere da Regione e Usl Umbria 1 proprio lo stato relativo alle liste d’attesa in ambito diagnostico, quale programma di investimenti strumentali diagnostici sono previsti per il nostro ospedale e le ragioni dell’annunciata centralizzazione di parte dei laboratori analisi, che andrebbero a ridurre l’attività dei laboratori stessi”.
Il sindaco Luca Secondi – sottolineando come nella commissione con Coletto “abbiamo già avuto contezza dell’empasse plastica che ci è stata manifestata e una conoscenza non puntuale di tante problematiche che vive il nostro territorio in ambito sanitario” – ha letto al Consiglio una nota della direzione aziendale: “Non è vero che alcune agende risultano bloccate, in quanto tutte le visite e prestazioni hanno, come da regolamento, uno sviluppo su almeno 13 mesi, pertanto è sempre e comunque possibile la prenotazione. Il sistema di modifica agende con chiusure programmate (per ferie o rotture macchinari) prevede peraltro un doppio check di controllo e autorizzazioni, proprio per evitare che avvengano chiusure non autorizzate e immotivate dei servizi. Esiste tuttavia una problematica diffusa a livello territoriale, aziendale, regionale e nazionale inerente l’accessibilità a varie prestazioni ambulatoriali, soprattutto di imaging“.
La direzione aziendale dell’Asl – come spiegato nella lettera – si sarebbe “adoperata ricorrendo ad ogni possibilità per favorire il recupero delle liste d’attesa della radiologia, branca ad oggi maggiormente in difficoltà: sono state smaltite alcune prestazioni di risonanza magnetica risalenti a prenotazioni avvenute a maggio attraverso il ricorso a istituti privati, e gli orari di apertura per l’accesso alle prestazioni di radiologia sono già stati portati alla massima capacità con orario continuato 8-23. Anche per l’oculistica, anch’essa in sofferenza per pensionamenti recenti non ancora sostituiti, si sta procedendo al recupero delle prestazioni in lista d’attesa. Non risultano ulteriori branche specialistiche che abbiano liste di attesa preoccupanti“.
Per quanto concerne l’ottimizzazione dell’attività dei laboratori “ancora non risulta attuata alcuna modifica, che comunque dipenderà e si baserà sulle indicazioni regionali. Si ribadisce che la funzionalità e la tipologia degli esami effettuati presso il laboratorio analisi dello spedale tifernate è tuttora invariata“.
Il sindaco Secondi – dopo aver letto la nota dell’Asl – ha aggiunto che “la soluzione che nell’immediatezza si prefigge per la riduzione delle liste di attesa è quella di avvalersi di convenzioni con il sistema privato. Coletto aveva parlato chiaramente di ‘modello Lombardia’: questo ci dà la fotografia di quale ricetta e prospettiva vengono proposte, ecco perché abbiamo più di qualche perplessità. Si tratta di una dinamica non solo locale ma anche nazionale. Chi si stracciava le vesti per non prendere le risorse del Mes (fondi europei anche per la sanità), oggi ne vede le conseguenze. La demagogia crea mostri con cui poi dobbiamo confrontarci. La risposta dell’Asl non è certo soddisfacente per le necessita del nostro territorio“.
“La risposta era quella che prevedevo – ha detto Gennari in sede di replica – Sono molto insoddisfatto e indignato per le parole di Asl e Regione perché le trovo bugiarde e ripugnanti. Lo stesso assessore Coletto, in quella commissione, ha detto una serie di bugie oggi rimaste intatte. Il nostro sistema sanitario è diverso da quello lombardo, qui abbiamo un’altra concezione di assistenza. Vorremmo che lei – rivolto al sindaco – con la sua figura sia più presente e assiduo nell’affermare queste problematiche ancora in essere. Coletto dovrebbe essere anch’esso presente nella nostra realtà. Le sue sono state le solite affermazioni di un politico che si nasconde dietro le parole”.