Stefano Lisci si dimette dalla presidenza della commissione Controllo e garanzia del Comune di Spoleto. E lo fa con un forte attacco al suo partito, il Pd, che gli impedirebbe di occuparsi al meglio di quel ruolo. Il commissariamento del Partito democratico di Spoleto, guidato da 9 mesi da Carlo Antonini, infatti, sembra essere ad un punto morto. E l’azione di Lisci sembra avere l’obiettivo di cercare di smuovere la situazione in qualche modo. Difficile però al momento capire le conseguenze che le sue dimissioni potranno comportare. Anche perché più volte il consigliere comunale ed ex vicesindaco della Giunta Benedetti è finito nel mirino dei colleghi del suo stesso partito proprio per il suo incarico di presidente della commissione Controllo e garanzia. E se dal punto di vista politico non resta che rimanere alla finestra a guardare cosa accadrà, presto l’organismo consiliare permanente dovrà riunirsi per indicare il nuovo presidente, appannaggio della minoranza e che ora dovrebbe passare in mano ad altre forze di opposizione. Attualmente, infatti, Lisci è l’unico consigliere del Pd che ne fa parte. Oltre a lui siedono nella stessa commissione Elisa Bassetti, Giampaolo Emili, Alessandro Cretoni, Zefferino Monini, Maria Caporicci, Enrico Armadoro, Maria Rita Dell’Anno (vice presidente), Sandro Cretoni.
La lettera di Stefano Lisci – “All’atto dell’insediamento del Consiglio Comunale – scrive Lisci – venni indicato per conto del partito e del gruppo consiliare del PD a presiedere la Commissione di Controllo e Garanzia che spetta, per Statuto, alle minoranze. Negli ultimi mesi ho avvertito con crescente disagio la difficoltà a svolgere il mio ruolo che non può essere di natura personale, ma il frutto di una iniziativa collettiva che risponde alle esigenze del Partito Democratico e della città. Il permanere invece del commissariamento del partito, al di là della persona del commissario sicuramente preparata e stimabile, non risolve alcun problema e ci umilia, come iscritti al partito e come cittadini di Spoleto, impedendoci di fatto di scegliere democraticamente la nuova classe dirigente del partito spoletino. Le difficoltà evidenti dell’attuale amministrazione comunale e il giudizio negativo crescente dei cittadini nei loro confronti dovuto anche all’aggravarsi della situazione economica e occupazionale di questa città, impongono al PD una opposizione responsabile ma anche incalzante e puntuale. Basta con le promesse che poi non vengono mai mantenute, i discorsi vuoti fatti solo per prendere tempo, gli accordi sottobanco, i politici che vivono la politica solo per interessi personali e non per il bene comune. La discussione della “cosa pubblica” deve tornare nei luoghi a lei più consoni, come le sedi di partito, il consiglio comunale e soprattutto in piazza tra la gente. In poche parole la politica deve riacquistare quei valori di dignità, onestà, trasparenza e consapevolezza della parola data, oltre al rispetto delle persone e delle loro idee che oggi non sono più presenti. Non dimentichiamoci che in passato la politica era una cosa talmente seria che le persone erano pronte a rischiare anche la vita per essa: serve uno scatto d’orgoglio che riporti il PD locale, e Spoleto più in generale, nel giusto posto che gli compete all’interno della nostra regione. Come uno dei tanti, intendo dare il mio contributo a questa ripresa di iniziativa insieme alle molte persone che ogni giorno incontro e vogliono essere protagoniste della rinascita della nostra tanto amata città. In virtù di tutte queste considerazioni, in attesa che il PD spoletino esca da questa palude stagnante e faccia chiarezza su cosa vuole fare, rassegno le mie dimissioni dalla presidenza della Commissione di controllo e garanzia, auspicando di poter iniziare un nuovo percorso con i tanti cittadini e iscritti del PD che si renderanno disponibili”.