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Lirico Sperimentale Spoleto, debutta “Porsugnacco e Grilletta”, burla giocosa da una farsa di Moliere

Redazione

Lirico Sperimentale Spoleto, debutta “Porsugnacco e Grilletta”, burla giocosa da una farsa di Moliere

Dom, 22/09/2013 - 09:59

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Carlo Vantaggioli

Non si può negare al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, la preziosa qualità di sapersi organizzare con pochi mezzi, sopratutto in questi tempi di scellerati tagli alla cultura. Personalmente ricordiamo alcune edizioni degli anni '70-'80, talmente risicate in termini di spesa, che a volte i costumi erano gli stessi abiti personali dei cantanti in scena. Tuttavia lo spirito innovatore non è mai mancato, ed è un vanto per questa antica istituzione spoletina, giunta alla 67^ stagione, quello di aver cambiato nel profondo il gusto degli spettatori degli ultimi anni. Intuizioni come il Melologo, Lieder&Lieder, o Eine Kleine Klostermusik, e tutto il repertorio 700esco minore, sono sicuramente una scelta artistica e di programma che ha prodotto risultati incoraggianti. In questo contesto possiamo inquadrare il debutto di venerdì 20 settembre di Porsugnacco e Grilletta, burla giocosa con musica di Giuseppe Maria Orlandini e libretto di Antonio Pereni, tratta da una farsa di Moliere, Monsieur de Pourceaugnac. Direttore e autore della trascrizione musicale, Francesco Massimi, regia di Giorgio Bongiovanni, i costumi di Francesco Morabito, e l'Ensemble O.T.Li.S. Composto da Lorenzo Fabiani e Alessandro Marini ai violini, Andrea Pomeranz alla viola, Matteo Maria Zurletti al violoncello e lo stesso Francesco Massimi al cembalo. I cantanti protagonisti del debutto sono stati Francesca Tassinari-Grilletta e Marco Rencinai-Porsugnacco entrambi vincitori del Concorso “Comunità Europea” per cantanti lirici del 2012 dello Sperimentale.

La Trama, è presto detta: Porsugnacco, signore di ottimi mezzi economici, anziano provincialotto e claudicante, va in città a prendersi per sposa la figlia del Signor Dottore Belisano. Figlia che ovviamente è vittima delle scelte del padre e non vuole maritarsi. Sicchè Porsugnacco, appena arriva in città, viene preso a frizzi e lazzi da chi vuole mandare a monte lo sposalizio, inclusa Grilletta, servetta maliziosetta, che appena vede il soggetto, decide di mettere in atto il capolavoro della sua vita: far cambiare idea al tontolone e farsi sposare per prendersi le ricchezze della vittima. Ci riuscirà, naturalmente, visto il caratterino.
Tassinari e Rencinai sono credibilissimi nella loro recitazione scenica e la loro voce supporta bene i movimenti, anche atletici, che a volte il regista Bongiovanni chiede loro per animare la trama. Timbri vocali rotondi e recitato convincente, ne fanno due ottimi protagonisti della rappresentazione, con un debole, concediamocelo, per la voce di Francesca Tassinari che ha nel curriculum studi sulla musica barocca e si sente.
Bravi, divertiti e divertenti anche i musicisti dell'Ensemble Otlis, guidati da Francesco Massimi, Un lungagnone capelluto, giovanissimo, che in una parte musicale tra il secondo intermezzo ed il terzo finale, gigioneggia con il cembalo quasi fosse un quarto attore, con le risate divertite del pubblico. Per la cronaca Massimi, in apertura di spettacolo suona come introduzione una sua Sinfonia in tre movimenti (Allegro, Affettuoso, Allegro) in La Maggiore, che segue stilemi della scuola napoletana 700esca. Massimi ha lavorato molto sulla partitura per adeguare la musica del manoscritto originale, ad un uso scenico più agevole per i cantanti.
Citiamo poi il terzo incomodo del cast, l'attore Paride Cardinali, silenzioso cameriere di Caffè, tentatore e osservatore che seguirà l'evoluzione della vicenda stando attento a far gli interessi della bottega e suoi personali.
Plauso anche al regista Giorgio Bongiovanni, che ha tenuto legati tutti questi elementi, consentendo l'esecuzione di uno spettacolo gradevole, di quelli che se ne vorrebbe subito riascoltare e rivedere un pezzetto ancora.
E' interessante infatti, l'allestimento scenico di questi 3 intermezzi musicali, per cui si è scelto di attrezzare la sala superiore del Chiostro di San Nicolò, trasformandola in Piccolo Teatro, così come viene definita dai programmi di sala del Lirico. La sala in questione è piuttosto stretta e lunga, più versata a convegni che a uso teatrale. Tanto che si è scelto di disporre il pubblico in un semicerchio su un lato lungo, lasciando l'altro per una frugale messa in scena di una ipotetica piazza di paese. L'idea, va detto, è intelligente e coniuga il concetto di spettacolo popolare, di piazza, con l'origine storica di ciò che si rappresenta (le compagnie di attori girovaghi moleriani). In se un esperimento rischioso e al contempo “educativo”, per due ordini di motivi: l'acustica smozzicata, che allontana la voce dei cantanti per esigenze di scena ( cantanti girati di spalle e lontani da un lato del pubblico) e cantanti “senza rete”, talmente vicini al pubblico, da non potersi permettere nessun artificio di scuola per sopperire a mancanze vocali o di partitura. Una sfida corpo a corpo.
La sala del Piccolo Teatro di San Nicolò ha ancora degli ostacoli (la sala caldaia) e degli spazi di fuga (le scale di ingresso) che rompono o disperdono un po' il suono, e la moquette con cui si è coperto il pavimento di mattoni della sala, non adatto a movimenti scenici, ad un certo punto fa sollevare un leggero e fastidioso pulviscolo. Dettagli esecutivi che possono essere risolti con maestria dai tecnici di scena del Lirico, anche per prossime rappresentazioni nello stesso spazio.
Notazione sul pubblico. Pur essendo la prima di uno spettacolo di produzione di un Ente lirico, spoletino per eccellenza, di pubblico locale ce n'era davvero pochino, mentre invece molti erano gli stranieri di diversa nazionalità che hanno assistito con attenzione. E non c'è obiezione che tenga, nemmeno quella abusata del prezzo del biglietto che è distante in maniera assoluta da quello di altre manifestazioni blasonate. Gutta cavat lapidem, e così a forza di tagliare e dire che “con la cultura non si mangia”, il popolo viene ricacciato nella sfera insensibile della brutaglia. Una vera controrivoluzione.

In replica questo pomeriggio, Domenica 22 settembre, alle ore 17,00

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