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Lirico Sperimentale, domani il concerto “Psallite in Cymbalis”

 Si svolgerà domani 3 aprile presso il Teatro di San Nicolò alle ore 20.30 il terzo concerto della rassegna concertistica pasquale organizzata dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”, PSALLITE IN CYMBALIS, in collaborazione con il Comune di Spoleto, rassegna voluta e sostenuta fortemente dall’Assessore alla Cultura Gianni Quaranta, il quale ha trovato immediatamente disponibile e “complice” l’Istituzione lirica. Dopo il reale successo dei primi due concerti svoltisi presso la Sala Pegasus (tutto esaurito) e dedicati a Monteverdi, Händel e Vivaldi, il Teatro Lirico Sperimentale si sposta ora, venerdì 3 aprile alle ore 20.30, nella splendida cornice del Teatro del Complesso Monumentale di S. Nicolò’ dove, svelata per l’occasione l’abside, presenterà IL CAPOLAVORO “JEPHTE” DI GIACOMO CARISSIMI, OLTRE A BRANI DI MICHEL RICHARD DELALANDE, FRANÇOIS COUPERIN E JEAN BAPTISTE LULLY (ingresso libero). Durante il concerto, diretto da Francesco Massimi, autentico specialista del genere, oltre che raffinato musicista e preparatore, si esibiranno gli allievi del Corso di Alta Formazione Professionale per Cantante del Repertorio Operistico Barocco, Mariangela Cafaro, soprano – Alessandra Maniccia, soprano – Chiara Notarnicola, soprano – Maria Chiara Gallo, mezzosoprano – Midori Kamishima, mezzosoprano – Chiara Manese, mezzosoprano – Candida Guida, contralto – Pedro Bomba, baritono – Eugenio Di Lieto, basso – Marco Simonelli, basso. Francesco Massimi si esibirà anche al cembalo e all’organo, mentre alla tiorba Michele Carreca, tra i migliori interpreti italiani.

Di seguito la nota critica di Francesco Massimi, quale presentazione del concerto e dell’attività svolta nell’ambito del corso di Alta Formazione Professionale per Cantante del Repertorio Barocco, Mozartiano e Rossiniano, realizzato in collaborazione con La Regione dell’Umbria.

«“Cantate Mecum Domino” è il coronamento di un’esperienza senz’altro nuova e -si potrebbe dire – pionieristica in Italia; quella cioè di riconoscere, attraverso un percorso formativo appositamente studiato per l’interpretazione del repertorio barocco (ma anche mozartiano e rossiniano), dignità di “classico” ad una materia che fino a poco tempo fa era considerata sperimentale “mare magnum” con approcci a volte convulsamente divergenti e a volte con risultati e propositi invero discutibili.
Gli allievi corsisti del Teatro Lirico Sperimentale in questo caso escono dopo avere sperimentato la disciplina che regola l’accostamento al repertorio vocale non esattamente tradizionale, se intendiamo il florilegio di arie e cabalette più commoventi del teatro musicale romantico e postromantico.
Hanno però fatto i conti col portato genuinamente teatrale di insospettabili produzioni come quella sacra romana seicentesca, che orecchie viziate da esecuzioni “ingessate” potrebbero sentire come perfino “innocue” e “conservatoriali”, di cui pure “Jephte” di Giacomo Carissimi rappresenta una “hit” da vademecum, e che invece suggerisce nella scrittura e nel trattamento della parola dei gesti tutt’altro che rassicuranti.

E’ per questo che si è deciso di fare di questo capolavoro del Maestro dei Castelli Romani il punto focale del concerto, e forse non sarà un caso che Spoleto, città che conserva presso la propria biblioteca comunale un’interessante raccolta di cantate del Carissimi manoscritte, si trovi in questo modo a fare quasi da trait d’union, ancora una volta, con centri d’interesse che hanno in qualche modo sviluppato e trapiantato i semi del nostro linguaggio elaborandolo in Europa, per esempio in Francia, lì dove l’appassionata dedizione alla teatralità della parola si è trasformata, in grazia di un più disinvolto gusto della melodia e dell’afflato – mi si permetta – “sentimentale”, in un genere che ha creato poi gemme di autentico splendore e commossa eleganza, pure nei più contriti e scabrosi argomenti trattati – il senso della colpa, del peccato riversati nel purissimo lirismo del magnifico “Miserere” di Michel De Lalande, o il significato della redenzione quasi peccaminosamente associato alla “Grandeur” militare della potenza del Giglio nel robusto e pur lussureggiante “Motet pour le jour de Pâques” di François Couperin, così come nell’ammiccante Regina Coeli di Jean Baptiste Lully, vero paradigma della centralità italiana nella costruzione di un sentimento che possa dirsi grandemente europeo, illuminato anche se non nel senso storico del termine, e che il Teatro Lirico Sperimentale, con questa esecuzione che non può non dirsi insolita e tantomeno convinta, naturalmente ricorda e sottolinea assieme alla sua attività di formazione»

La rassegna concertistica pasquale dello “Sperimentale” continuerà martedì 7 aprile alle ore 20.30 presso la Sala Pegasus, con un recital per flauto e pianoforte in cui si esibiranno il flautista Luca De Marchis e il pianista Lorenzo Orlandi, su musiche di Mouquet, Pèrilhou, Enescu, Faurè e Casella. La rassegna si concluderà il giorno 8 aprile, sempre presso la Sala Pegasus ore 20.30, con un concerto lirico vocale dedicato a Mozart e Rossini.

I concerti sono tutti ad ingresso libero.