“Le comunità di stranieri, comunitari e non, insediatesi a Terni hanno raggiunto oltre 13.000 unità pari a circa il 12% della popolazione residente”. Lo scrive in una propria nota Paolo Crescimbeni, consigliere del gruppo misto a Palazzo Spada.
“Il retaggio di culture e stili di vita differenti – continua Crescimbeni – può essere di ostacolo ad una proficua integrazione, fortemente voluta dalla maggior parte di tali comunità e dalle loro rappresentanze. La scarsa conoscenza delle nostre leggi, della nostra cultura, della nostra organizzazione sociale e anche della nostra lingua costituiscono a volte problemi non facilmente sormontabili”.
“Si pone, dunque, la necessità di fare il possibile per favorire la responsabile integrazione degli immigrati regolari. La realizzazione di una “Casa delle Culture” dove, a mezzo di iniziative culturali, volte anche alla realizzazione di progetti concreti, si possa attivare una conoscenza reciproca e, soprattutto, una maggiore consapevolezza, da parte degli immigrati, delle nostre leggi, dei nostri costumi, delle nostre norme comportamentali, della nostra cultura, della nostra storia, appare come la più idonea delle soluzioni; essa rappresenterebbe il migliore strumento perché tali comunità possano vivere serene ed operose nel Paese dove hanno scelto di migrare, dando un contributo positivo allo sviluppo economico e sociale, nel rispetto delle loro tradizioni e delle loro culture in quanto compatibili con i nostri ordinamenti e le regole sociali del nostro paese”.
Per questo Paolo Crescimbeni preannuncia la presentazione di una proposta d’atto d’indirizzo attraverso la quale il consiglio comunale potrà impegnare il sindaco e la giunta a “realizzare, come luogo fisico ed anche come struttura operativa, di concerto con le associazioni degli immigrati operanti sul territorio, nonché con istituti scolastici e facoltà universitarie disponibili, la Casa delle Culture, luogo di incontro per i cittadini immigrati ed italiani, che abbia come scopo quello di operare, concretamente e fattivamente, per favorire scambi culturali e, soprattutto, per far conoscere – a quanti sono immigrati nel nostro territorio – quali siano le nostre leggi, i nostri costumi, la nostra storia, la nostra cultura, la nostra lingua”