“Un nastro bituminoso racchiuso fra secolari murature in pietra“. “Una lingua d’asfalto che parla male di Gubbio“. Queste alcune originali definizioni del popolo del web o di cittadini indignati, dopo che in questi giorni hanno ritrovato il secondo “Buchetto”, una delle strade più suggestive del centro storico eugubino (passaggio obbligato per raggiungere gli stradoni del Monte Ingino durante la Corsa dei Ceri), ricoperto di nerissimo asfalto.
La polemica, oltre a riguardare il forte ed evidente contrasto tra la storia di Gubbio e la pavimentazione artificiale che la “trafigge”, nasce soprattutto dal fatto che tale “opera” sia stata fatta a ridosso del 15 maggio. Un biglietto da visita non proprio ideale per chi assisterà alla Corsa, come ricordato sui social da molti eugubini infuriati.
Oggi, sull’argomento, è intervenuto il sindaco Filippo Mario Stirati, spiegando i perché di questa lingua d’asfalto:
Le circostanze che hanno portato a questo tipo di intervento provvisorio sono legate ai lavori di posa in opera della fibra ottica commissionati da Telecom, che hanno richiesto uno scavo lungo il percorso. Visto il forte degrado della strada, un semplice ‘rattoppo’ sarebbe risultato insufficiente
Il primo cittadino ha poi ribadito che il lavoro attuale “non può essere considerato di sistemazione definitiva, per un gusto estetico soggettivo e interpretando anche una sensibilità diffusa. Il luogo, legato al contesto delle mura urbiche, al percorso dei Ceri, a una delle passeggiate di forte suggestione che conducono alla Basilica di S. Ubaldo, richiede ben altra attenzione“.
Stirati ha concluso annunciando che il Comune ha in programma una sistemazione definitiva della superficie, “armonizzata con il sito architettonico e l’ambiente circostante. D’intesa con la Sovrintendenza saranno superate le dissonanze del tracciato e recuperata la gradevolezza della scelta estetica”.