Rinvio della stagione ed altre limitazioni alla pesca in Umbria, Enalcaccia – Enalpesca non ci sta e ribatte alle proposte avanzate all’assessore regionale Morroni da Wwf e legambiente Umbria.
Proposte che l’Enalpesca giudica “sconcertanti e incomprensibili“. Si ricorda infatti che la pesca in Umbria non è solo quella alla trota nei fiumi con acque classificate di categoria A, ma interessa, per più mesi dell’anno, tutti i corpi idrici dell’Umbria, spesso segnati da incuria e inquinamento.
Non solo trota
“L’apertura della pesca alla trota, per migliaia di cittadini – scrive Enalpesca – è un importante appuntamento sociale il più sentito da parte di tutto il mondo alieutico Umbro. Negli anni la pesca si è trasformata da semplice fonte di approvvigionamento di proteine animali ad un modo per vivere il contatto con la natura non necessariamente finalizzato al prelievo delle prede. Il pescatore, quindi – rivendica l’associazione – è colui che investe il suo tempo libero nella fruizione degli ambienti acquatici fungendo, senza retorica, da sentinella degli ambienti naturali sempre più lasciati in balia di interventi criminosi“.
La cattiva gestione
Insomma, non si salvano i fiumi limitando l’attività di pesca. E piuttosto, Enalpesca ricorda il tema della gestione dei corsi d’acqua. “La cosa assume un tono quasi comico – scrive a questo proposito – se ricordiamo che tra le associazioni che vorrebbero limitare la pesca e i pescatori, definendoli ‘orde’ e paragonandoli di fatto a gli Unni e ai Barbari, vi sono quelle che hanno gestito per tanti anni i tratti nokill del fiume Nera, tratti che purtroppo mancano di costante controllo e dove il pesce è una rarità nonostante si paghi un permesso giornaliero d’accesso. Se non si è in grado di controllare al meglio un tratto gestito – si chiede Enalpesca – come si pretende di proporre la gestione intera di tutti i fiumi e della pesca nelle acque a salmonidi?“.
Scarsa conoscenza
Per non parlare “di quelle associazioni che si ergono a paladini della vigilanza e non vedono l’abbandono, il degrado e l’inquinamento ma di contro esercitano un accanito e talvolta persecutorio controllo dei pescatori“. Salvo poi dimostrare in qualche caso, accusa Enalpesca, che alcuni di loro non conoscono i regolamenti, avendo contestato l’uso dell’amo con l’ardiglione nei tratti di categoria B (es. campo gara fiume Topino) o l’uso dell’ancoretta singola senza ardiglione nella pesca con gli artificiali .
Rafting e canoe
“Vedere poi che tra le associazioni che sottoscrivono la proposta ci sono pure associazioni di rafter e canoisti – prosegue Enalpesca – ci fa saltare sulla sedia. Sarà mica che diano fastidio le canne lunghe o i pescatori in acqua durante la discesa?“.
L’Enalpesca, alla luce di queste considerazioni, si augura che l’apertura della pesca alla trota 2020 sia costellata da reciproco rispetto tra i vari fruitori del fiume e che soprattutto “prima di ricercare limitazioni, utili solo sulla carta , si ritorni a controllare e gestire la pesca e i fiumi in maniera giusta come hanno fatto in nostri padri e i nostri nonni“.