Liliana Resinovich, è caccia al Dna dell'assassino: analisi sui capelli trovati sul corpo - Tuttoggi.info

Liliana Resinovich, è caccia al Dna dell’assassino: analisi sui capelli trovati sul corpo

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Liliana Resinovich, è caccia al Dna dell’assassino: analisi sui capelli trovati sul corpo

Gio, 06/03/2025 - 17:03

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(Adnkronos) – Potremmo essere vicini a una svolta per l’omicidio di Liliana Resinovich, la 63enne morta a Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. E’ dalle nuove analisi sui capelli e i peli, trovati sul suo corpo, che potrebbe arrivare la risposta al caso. La procura è pronta – come suggerito dagli esperti che hanno eseguito la nuova perizia medico legale – a conferire l’incarico per effettuare nuovi accertamenti sui reperti. In particolare, gli inquirenti sono pronti a dare la caccia al Dna, lasciato dal presunto assassino.  

L’incarico che verrà conferito è all’apparenza complesso, ma in sintesi semplice: ripartire da peli e capelli (già precedentemente campionate dalla polizia scientifica), trovati sugli abiti, sulla vittima e sui due sacchetti che avvolgevano il capo di Liliana Resinovich. La tecnologia dai tempi del caso di Yara Gambirasio ha fatto passi da gigante e ora la strumentazione più all’avanguardia nel campo degli approfondimenti genetici riguarda il sequenziamento ultramassivo (Ngs), ossia un metodo di sequenziamento del Dna che ha la capacità di processare milioni di frammenti in parallelo a un costo estremamente ridotto e con il più basso tasso di errore. I nuovi approfondimenti genetici verranno estesi anche a tutti gli elementi già analizzati in precedenza, confidando nei progressi nel settore.  

Liliana Resinovich, secondo l’autopsia, è stata strangolata nel luogo in cui è stata poi trovata un paio di settimane dopo (il 5 gennaio 2022). Per gli anatomopatologi e professori esperti in medicina legale “non esistono elementi anche lontanamente suggestivi, si legge nelle conclusioni dell’ultima perizia, del fatto che il corpo della donna possa essere stato sottoposto a procedura di congelamento” o che sia stato spostato dopo il delitto. Prima di essere soffocata la vittima ha lottato con il suo aggressore come dimostrano i segni sul corpo: è stata afferrata, è stata presa a pugni, il corpo mostra segni di graffi. I colpi inflitti dall’assassino si sono concentrano sulla testa (l’autopsia svela “riscontri microscopici di plurime contusioni cerebrali”), alla mano destra, ma anche al torace e alle gambe dove i traumi sono più evidenti. 

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